L’importanza del confronto costruttivo nella costruzione dell’autostima

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Pubbliredazionale Edises – Chi segue la nostra rubrica A scuola di emozioni sa che ci piace moltissimo un’affermazione di Daniel J. Siegel in merito alla nostra mente e al modo in cui si definisce come una entità unica e assolutamente originale.

L’abbiamo ripetuta più volte nei nostri approfondimenti dedicati alle emozioni e all’educazione affettiva, ma poiché siamo convinti che rappresenti davvero il cuore pulsante della riflessione intorno allo sviluppo della nostra umana e irriproducibile identità la ripetiamo oggi per introdurvi al nuovo articolo che Elisabetta Rossini ed Elena Urso hanno dedicato al tema delicatissimo dell’autostima nei bambini.

“Le connessioni umane plasmano le connessioni neurali, ed entrambe contribuiscono allo sviluppo della mente”.

La mente relazionale

Se vi state domandando quale sia il legame tra queste parole e il concetto di autostima, la risposta sta, secondo noi, in quelle che Siegel chiama “connessioni umane” e che noi qui, per brevità, vorremmo identificare nelle interazioni con gli altri.

Sì, perché la considerazione che abbiamo di noi stessi affonda le sue radici anche – e non superficialmente – nelle relazioni con le persone che ci sono accanto. Come ci spiegano le due pedagogiste autrici di L’educazione è una forma d’amore e dura per sempre…, l’autostima non è solo il risultato della valutazione che facciamo dei nostri risultati rispetto alle altrettanto nostre aspettative, ma anche della valutazione che ricaviamo dal confronto con gli altri rispetto ai loro risultati e a quello che pensano di noi.

E la relazione “prima”, per tempo e per centralità, che ciascuno di noi si trova a vivere è quella con la madre, “ambiente vitale” per il bambino appena nato, all’interno del quale – come ci spiega Siegel con la sua capacità di fare poesia dalla neuroscienza – “due Io diventano un Noi” che risuona delle stesse emozioni e degli stessi sentimenti.

Ma da quel “Noi”, ben presto, il nuovo piccolo “Io” prende forza, è capace di affacciarsi e gradualmente uscire nel mondo popolato da tante altre persone, nel cui sguardo cercherà sempre uno specchio in cui guardarsi per accettarsi e sentirsi accettato, in ciò che vorrebbe essere e in ciò che effettivamente è.

Una accettazione che ha la sua sorgente negli sguardi d’amore della mamma e del papà, che si nutre di giudizi non totalizzanti, incentrati cioè sui singoli comportamenti e non sul modo di essere, una accettazione che si alimenta di esempi concreti da seguire, su modelli da imitare non solo nel talento ma anche nell’impegno e nella determinazione, una accettazione che si fondi cioè su un confronto positivo con gli altri, nei quali vedere non soltanto degli avversari da battere a ogni costo, ma persone dotate di caratteristiche diverse dalle nostre con cui poter creare delle relazioni di scambio costruttivo, alle quali dare e ricevere aiuto per crescere, per vivere.

Se l’argomento vi interessa, se volete riflettere insieme a noi su Come costruire l’autostima con l’amore, dei nostri piccoli ma anche la nostra, vi aspettiamo sulla rubrica A scuola di emozioni, dove vi invitiamo a scriverci cosa ne pensate.

E, dal momento che siamo in tema di inviti, c’è un altro “luogo” presso il quale vorremmo invitarvi: la nostra pagina Occhicielo – Educare con le fiabe, dove potrete respirare un po’ dell’atmosfera da fiaba creata per noi da Angela Joanna Grancagnolo con la nuova, sognante, copertina densa di emozioni dai colori fluo. Vi aspettiamo!

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