Liceo Scienze Umane, ridefinire rapporto fra scienze umanistiche ed economico-giuridiche

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Comunicato SISUS (Società Italiana di Scienze Umane e Sociali) – Premessa. Il Liceo delle Scienze Umane – opzione economico sociale, o semplicemente LES, rappresenta un modello di licealità centrato sulla comprensione della contemporaneità.

Le sue categorie epistemologiche di riferimento sono la complessità, la didattica per competenze, la relazione tra scuola e territorio. La presenza di due lingue straniere risulta centrale in quest’ottica.

La sfida, nuova per il sistema scolastico italiano, che questo liceo ha sposato, è coniugare il Diritto e l’Economia politica con la Sociologia, l’Antropologia e la Psicologia. Una novità tra le più rilevanti della riforma, e radicale per la scuola italiana, che lo differenzia in modo sostanziale dal Liceo delle Scienze Umane

La centralità della didattica per competenze sviluppata sull’articolazione dei saperi per macroaree e lo sconfinamento disciplinare comportano in questo indirizzo il ripensamento della struttura delle discipline apprese spesso in Italia soltanto tramite il loro sviluppo storico mentre nel LES si
lavora riorganizzando i saperi per problemi e macroaree. Va sottolineato che, ben prima dell’Alternanza Scuola Lavoro, in questo indirizzo e nelle sperimentazioni che lo hanno preceduto la relazione tra scuola e territorio, tra sapere e saper fare, sono stati centrali, con le esperienze dello stage e di transizione scuola lavoro.

Il LES, servendosi di teorie e metodologie delle discipline d’indirizzo, orienta gli studenti a leggere, interpretare e comprendere i fenomeni sociali. Al di là della denominazione, l’autonomia di questo indirizzo di studi è data da questi tre pilastri: studio della contemporaneità, didattica per competenze, rapporto scuola-territorio. Si tratta di un modello di licealità all’avanguardia, che il sistema scolastico italiano e le famiglie ancora hanno bisogno di conoscere, superando pregiudizi e vecchi steccati disciplinari.

SISUS, come ente che ha collaborato sin dalla nascita alla costruzione di questo profilo liceale, si inserisce in questo dibattito con la volontà di accogliere la fecondità delle diverse riflessioni.

Non si tratta di considerare solo la presenza o l’assenza di alcune discipline o il“peso” ad esse assegnato ma soprattutto di assicurare all’interno del curricolo la presenza e la coerenza di alcuni snodi problematici in cui i diversi saperi possano dialogare. Questa deve essere infatti la vera
novità di questo Liceo: non solo attuare una didattica per competenze (che, è, o dovrebbe essere, patrimonio di tutti gli ordini di scuola) ma porre al centro dell’educazione l’ideale di humanitas innestandola nel paradigma della complessità.

In questo percorso liceale bisogna quindi superare la chiusura dentro programmi e indicazioni che appartengono in modo esclusivo a questa o quella disciplina per educare al confronto tra diversi modelli teorici e diverse metodologie, tentando di “tenere in soluzione” ipotesi capaci di produrre effetti nella realtà circostante.

Abbiamo più volte sottolineato un vizio d’origine di questo Liceo: le Scienze Umane sono discipline che “nascono” già in stretta connessione poiché per affrontare i problemi della contemporaneità necessitano di un approccio interdisciplinare; è impossibile spacchettare le discipline e confinarle
entro precisi recinti disciplinari o chiuderli nell’arco di un solo biennio.

In tal senso riteniamo discutibile il fatto che tra le Scienze Umane il ruolo principe (riconoscibile fino dalla denominazione) spetti alla Sociologia come disciplina che, in dialogo con l’Economia e il Diritto, costituisce l’asse portante del curricolo tanto da rimanere la sola (rispetto al panorama
delle scienze umane) nelle indicazioni dell’ultimo anno quale disciplina da verificare per l’esame di Stato.

L’autonomia dell’indirizzo dal Liceo delle Scienze Umane non può essere giustificata solo da una maggiore presenza dell’Economia e della Sociologia nel monte ore, mentre restano confinate al primo biennio la Psicologia e l’Antropologia. Sono proprio i recenti sviluppi delle scienze economiche a richiamarci l’intreccio con le teorie della scelta razionale e la psicologia da una parte e le teorie politiche e dell’eticità dall’altra.

Le proposte Alla luce di tutto questo, ribadiamo e precisiamo le proposte già avanzate nel Libro Bianco per il LES di recente pubblicazione:
• rivedere il curricolo complessivo e definire gli intrecci tra le discipline. Auspichiamo la creazione di una apposita commissione che possa mettere mano alla revisione degli OSA.
• evitare nel quadro orario la rigida divisione delle discipline,mantenendo la dizione “Scienze Umane e Sociali” e invitare le scuole a presentare alla commissione una loro ipotesi di articolazione del curricolo, salvaguardando e valorizzando la loro autonomia e le esigenze dei territori
• Rafforzare l’insegnamento di Metodologia della Ricerca al quarto e quinto anno e prevedere lavori di ricerca con l’uso di metodologie attive e laboratoriali come quelle dell’Alternanza Scuola Lavoro.

D’altronde ci conforta in questo senso anche la scelta ministeriale della prova scritta multidisciplinare agli esami di Stato di quest’anno: un primo passo verso quella interazione dei saperi indispensabile per capire la complessità e leggere la realtà. Gli insegnanti devono saper cogliere questo come punto di partenza – nel LES, ma non solo – per un lavoro integrato nei consigli di classe, dalla programmazione alla valutazione. Certamente non possono essere lasciati soli in questo impegno; risulta infatti necessaria a nostro avviso la continuazione del sostegno del MIUR e della Direzione Generale degli Ordinamenti per la formazione a sostegno di:
• una attività guidata di progettazione per competenze da essere poi condivisa nei dipartimenti e nei consigli di classe delle singole reti di scuole;
• Una formazione comune per i docenti di Economia e Diritto, Scienze Umane e Sociali e Statistica.

Amelia Stancanelli, presidente nazionale SISUS

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