Lettera di solidarietà ai diplomati magistrali

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Inviato da Matteo Viti – Gentile redazione, sono un docente  della scuola primaria di ruolo dal 2006.

 Domenica 21 gennaio, ho partecipato nel pomeriggio ad un flash mob in piazza dei Mercanti a Milano dal titolo “Costruiamo la scuola”, per sostenere i miei colleghi diplomati magistrali, che in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 20 dicembre, sono a rischio di licenziamento. L’evento si è caratterizzato per la sua impostazione creativa e giocosa e ha visto come protagonisti non solo i docenti coinvolti direttamente dalla sentenza, ma anche docenti di ruolo solidali e genitori che hanno accompagnato i loro figli. L’obiettivo della manifestazione era quello di richiamare all’attenzione dell’opinione pubblica questa vicenda che coinvolge decine di migliaia di lavoratori del comparto della scuola, molti dei quali già immessi in ruolo dopo essere stati valutati positivamente da un’apposita commissione.

Quello che mi rammarica è che questo fatto non stia riscontrando la dovuta visibilità negli organi di stampa e in generale nei mass media.

Durante l’arco della mia carriera professionale ho avuto a che fare con colleghi e colleghe in possesso del diploma magistrale, spesso accompagnato da almeno una laurea e/o da corsi di specializzazione al sostegno ad alunni con disabilità e di aggiornamento; tutti insegnanti con diversi anni di esperienza alle spalle, con cui ho potuto lavorare in sinergia per garantire il buon funzionamento della scuola.

In questi ultimi giorni ho letto attraverso rubriche su prestigiosi quotidiani nazionali lettere e articoli di persone che hanno screditato la posizione professionale dei diplomati magistrali, dando voce ad una generalizzazione che non tiene conto del reale valore del loro lavoro. Credo che difendere i diritti dei diplomati magistrali voglia dire riconoscere il loro ruolo e che grazie al loro contributo, alla loro professionalità e alla loro passione la scuola abbia fatto fronte ai numerosi cambiamenti che si sono succeduti nel corso degli ultimi due decenni.

Personalmente auspico che si trovi una soluzione che riesca a dipanare questa intricata matassa e che rispetti i diritti lesi dei lavoratori coinvolti.

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