Lettera di una neo dirigente: ognuno combatte la sua battaglia

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Inviato da Matilde Iaccarino – Sono una neo dirigente napoletana e dirigo l’ IC Tancredi- Amicarelli di Monte S. Angelo sul Gargano, provincia di Foggia.

Vi scrivo per raccontare la mia esperienza, la mia giornata.

La mattina inizia con l’ennesima nota o decreto del ministero dell’ Istruzione che ogni giorno aggiunge un tassello ad un quadro normativo sempre più complesso, cercando di leggere tra le righe di paragrafi spesso volutamente vaghi, cercando l’equilibrio tra la legge, la deroga, e il mondo reale lì fuori. Ma chi dirige una scuola non dirige solo un edificio,( aperto, chiuso, lavoro agile, aperto a singhiozzo, cercando di salvaguardare la salute di tutto il personale) sente su di sé il peso di una comunità, dei genitori, degli alunni, dei docenti, di tutti, tutti.

Il diritto allo studio: come assicurarlo? Aule virtuali per tenere insieme i nostri alunni, per condividere un sorriso, una risata, per “ fuggire” da case affollate, da stanze della disperazione di genitori, fratelli che hanno perso il lavoro e sono alla finestra ad aspettare che passi. Certo, c’è la didattica a distanza, ovvero la finta normalità, una idea vaga di ordine in giornate contraddittoriamente tutte uguali ma confuse. In realtà per me significa semplicemente far sapere ai miei alunni che i loro amici ci sono e ci sono davvero , esistono lì fuori con le loro facce, i loro sorriso e sbadigli, con le loro voci, condividere con loro, fare scuola con tutto ciò che questa abusata formula si porta dentro: come assicurare tutto questo? Non mi interessano brandelli di programma che risultano pezzi di un mondo che va in pezzi; non mi interessano i “compiti”, che l’unico compito che val la pena di fare è ricostruirsi la Vita, quella con la V maiuscola. Ma quante ore di lezione? Quali materie? A che ora? Sappiamo quanto sia difficile trovare la connessione, i pc, i tablet, la stanza silenziosa, senza fratellini urlanti, ma in tutto questo mondo compresso, chiuso in casa a doppia mandata, proviamo ad aprire la finestra . Ecco a cosa serve la “ didattica a distanza”: ad aprire una finestra sul mondo, a farci respirare. E allora cari genitori non correte dietro ai compiti che non riuscite a far fare, non abbiate timore di perdervi nel surf tra lezioni, videolezioni, tra orari complessi per tenere dentro tutti. Quel che conta è la cura. Io voglio solo che i miei alunni sappiano che la cura di loro non viene mai meno, che in qualunque stanza, in qualunque condizione, la scuola c’è.

Ai miei docenti cosa chiedo? Orario di servizio? Registro elettronico? Diario di bordo? Cosa fare? Come valutare? Molte volte io non ho avuto la risposta pronta e giusta e ho dovuto fare i conti con molti dubbi. In questo nuovo universo non ci sono linee guida, indicazioni incontrovertibili, le stiamo scrivendo insieme, giorno per giorno modificando, sistemando, ascoltando le famiglie, i ragazzi, i bambini. Una scuola in movimento su un terreno che sussulta. Un’isola di felicità che però si connette al mondo nella sua declinazione migliore. Alle famiglie in difficoltà ho dato tablet e pc in comodato: ho compilato schede, tolto la polvere dai notebook, visto mamme giovani giovani sorridere come se avessero avuto il regalo di Natale, ho sentito dire grazie tante volte e le mie mani dentro i guanti di lattice sono state strette con forza da altre mani. Basta questo a rendermi felice, mentre con il team digitale faccio il conto di giga, schede, connessione, pc che ci mancano e quanto ancora dobbiamo fare. La solitudine del dirigente: io ho avuto la fortuna di non sperimentarla mai. Sono una fortunata,lo so, ho avuto sempre tanti tanti docenti con me che hanno dato tutto senza che chiedessi nulla o poco.

Dopo una giornata di messaggi, riunioni a distanza, di occhi che bruciano,la notte si apre con il resoconto delle domande a cui non ho saputo rispondere e che ti restano nella testa, divisa tra la norma e la deroga, il diritto e l’etica.
Alla fine ho fatto pace con le mie ansie perché ho capito che siamo tutti dalla stessa parte, io, i genitori, i docenti , i miei ragazzi, che navighiamo nello stesso mare, con gli stessi timori, ma con la profonda consapevolezza che noi tutti stiamo scrivendo questa pagina di storia, dietro uno schermo, dietro una tastiera, nelle giornate lunghe e vuote, inventando ogni giorno una nuova normalità.
Una neo dirigente felice ( nonostante tutto )

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