Lettera a Bussetti: esame di Maturità deve verificare capacità critiche e creative degli studenti

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Inviato da Gianni Mereghetti (Insegnante) – Carissimo signor ministro, sto facendo come insegnante di commissione questi esami di stato che il suo predecessore ha deciso di cambiare togliendo la terza prova e sopprimendo la cosiddetta tesina. Facendo gli esami mi stanno aumentando i dubbi sulle scelte di chi l’ha preceduta, soprattutto per quanto riguarda la tesina per il colloquio.

Spero che lei prima di eseguire quanto già deciso si prenda uno spazio di riflessione, perché togliere semplicemente qualcosa non rende migliore l’esame. Infatti ciò che manca delle scelte già fatte è una riflessione su che tipo di esame debba essere questo di fine corso degli studi superiori. Qui sta il problema, che non si è mai aperto un confronto sul significato di questo esame per cui se ne vedono di tutti i colori sul modo con cui è condotto e si arriva ad un ministro che toglie una prova ed elimina la tesina senza che se ne capisca il perché.

Signor ministro, spero che lei abbia il coraggio di bloccare queste decisioni e di aprire un confronto sul senso di questo esame.

Per questo io le suggerisco innanzitutto di riportare l’esame di stato a quello che dovrebbe essere, non una riverifica di ciò su cui gli studenti e le studentesse sono già stati interrogati o su cui hanno dovuto fare prove scritte, ma un’occasione per verificare le loro capacità critiche e creative. Questa è la funzione dell’esame di stato, ma in questi vent’anni non è mai stato così, forse anche per colpa di noi insegnanti che lo abbiamo vissuto come momento per vedere se gli studenti e le studentesse sono capaci di rispondere alle nostre domande.

Se vogliamo certificare quello che gli studenti sanno non vi è bisogno di un esame di stato, lo possiamo trarre dal lavoro fatto in cinque anni! L’unica ragione per un esame di stato è che si vada a verificare le capacità sintetiche e quelle critiche e creative. Mantenere tutto l’attuale portato di verifica nozionistica appesantisce e nulla più.

In questo senso mi permetto fare due osservazioni sull’esame come è attualmente configurato.

La prima è che è giusto eliminare la terza prova, ma perché siamo stati noi insegnanti a farla diventare nozionistica. In origine doveva essere una prova pluridisciplinare e doveva verificare la capacità di creare nessi tra ciò che si studia delle diverse discipline, altra caratteristica imprescindibile di una reale maturità. Che la terza prova venga sostituita dalle prove Invalsi non è poi convincente, anche su di esse si dovrebbe aprire un dibattito, perché non si capisce bene cosa verifichino. Questo comporta il forte rischio che l’ultimo anno sia condizionato dalle prove Invalsi, cioè che la preparazione sia in funzione di superarle e bene. Tutto da discutere!

La seconda osservazione riguarda la tesina. Signor ministro torni indietro perché la tesina è ciò che meglio si adatta ad un esame che verifichi le capacità di rielaborare criticamente il sapere e di farlo diventare conoscenza. Togliere la tesina è un delitto, è quanto mai assurdo e rasenta l’irrazionalità di un procedere senza capo né coda. Rimetta la tesina e la rifaccia diventare il centro del colloquio, sarebbe un bene per gli studenti che si misurano con i loro interessi e con la realtà, nello stesso modo sarebbe un bene per gli insegnanti che potrebbero all’esame imparare qualcosa di nuovo. Al posto di togliere la tesina si dovrebbe togliere il bombardamento su tutte le discipline cui sono sottoposti studenti e studentesse, che dovrebbero sapere tutto di tutto, impossibile!

Queste sono solo alcune osservazioni di una riflessione che sarebbe ora fare per cambiare questo esame ma in modo ragionevole.

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