Legge bilancio, PSI: bene alternanza e abolizione titolarità di ambito, male tutto il resto

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Comunicato PSI Scuola – Approvata in maniera quantomeno discutibile la legge di bilancio e per il mondo dell’istruzione si delinea un orizzonte preoccupante.

Andando oltre i comprensibili proclami di una maggioranza che ha nelle parole l’arma vincente e nei fatti il suo “tallone d’Achille”, la legge di bilancio approvata nell’ultimo momento utile e con un voto di fiducia a forte dubbio di costituzionalità, conferma come a Lega e 5 stelle manchi una visione d’insieme e futura dell’istruzione statale in Italia.

A fronte di 15.000 scuole primarie, 135000 classi, sono previste, per “potenziare” il tempo pieno, 2000 assunzioni ovvero 1 insegnante ogni 7 scuole, 1 insegnante ogni 70 classi.

Assunzione di 290 educatori sufficienti a coprire solo parte delle necessità.
Molte incertezze per ciò che riguarda il sostegno e l’uso del termine “razionalizzazione” che in genere prelude ad un taglio di personale.

Per il personale ATA non è previsto alcun incremento nelle assunzioni e rimarranno scoperti quindi oltre 20000 posti ma è previsto un aumento del carico di lavoro.

Incremento da 1000 a 1500 euro del bonus “asili nido” per tutti e senza distinzione di reddito. E’ la resa di uno Stato che dovrebbe garantire pari opportunità e non tagliare fondi all’istruzione statale per concederli a quella privata.

Le risorse per il rinnovo contrattuale dei docenti restano immutate e, al pari di quanto avverrà per gli altri dipendenti statali, gli aumenti contrattuali rimarranno limitati a pochi euro netti.

La cosiddetta “quota 100”, per il personale scolastico sarà imbrigliata in finestre di uscita rigide che, anche a limiti raggiunti, faranno slittare di diversi mesi l’uscita dal lavoro.

Preoccupante infine la possibilità per le donne di rimanere al lavoro fino al nono mese di gravidanza.

Nel buio di questa legge esistono dei flebili bagliori.

Bene la rimodulazione dell’alternanza scuola-lavoro soprattutto per quanto riguarda la riduzione nei Licei, la cancellazione degli ambiti, la restituita titolarità di cattedra a tutti i docenti.

Su tutto ciò pendono due minacce: i tagli previsti per gli anni 2020 e 2021 ed il rischio di una regionalizzazione selvaggia dell’Istruzione. Regionalizzazione che il PSI teme possa concretizzarsi presto nell’accordo che lo Stato presenterà alle Regioni a metà febbraio.

Luca Fantò

Referente nazionale PSI scuola

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