Le famiglie italiane scelgono lo studio dello spagnolo perché è la lingua del futuro

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Mauro Fradegradi – Cara redazione di OS, mi spiace leggere una così agguerrita e poco felice arringa difensiva della lingua francese.

Il Comitato Docenti per la Tutela della Lingua Francese non tiene in considerazione aspetti molto più importanti di quelli che tratta per tentare di salvaguardare la propria lingua d’insegnamento.

Fermo restando che i docenti di lingua straniera dovrebbero essere tutti coesi, aiutarsi e non farsi la guerra tra di loro, mi tocca purtroppo fare le scarpe ai colleghi di lingua francese perché riflettano un attimo. Innanzitutto, non vorrei mai che dei colleghi perdessero il proprio lavoro, ma questa difesa pubblicata da OS a questo link Il francese scompare dalle scuole italiane, lo spagnolo spopola presuppone che per i colleghi di francese sia invece auspicabile che i colleghi di altre lingue perdano il loro lavoro.

Io non voglio affatto questo, ma forse ho un’impostazione mentale diversa, e forse è per questo che insegno spagnolo, una lingua che è prima di tutto una cultura e una visione del mondo precisa, né sciovinista né ghettizzante né classista, ma solidale, inclusiva, amicale e tollerante.

Riflettiamo:

1) Il francese, come dice il Comitato, è parlato in 5 continenti. Lo spagnolo no, è vero, è parlato “solo” in 22 paesi di quattro continenti. E chiuderei qui il confronto. 2) Per il Comitato, il francese è la seconda lingua più importante per il nostro paese grazie a un volume d’affari notevole e per confermarlo elenca grandi marchi per gonfiarsi il petto. Mi vien da dire che se una lingua straniera bisogna studiarla soltanto per il suo valore economico allora non la si studi. Una lingua può aiutare per il mondo del lavoro, ma non deve essere il suo principale scopo. Le lingue straniere servono per accedere a mondi e a culture diverse e attraverso questo sguardo “altro” riscoprire noi stessi e la nostra cultura. Viaggiare, divertirsi, conoscere persone, sentirsi a casa anche al’estero, leggere, informarsi, godersi un film o una serie tv in lingua originale, etc… a questo servono le lingue. Una lingua straniera è prima di tutto un mezzo per raggiungere una felicità cosmopolita, plurale e colorata; una passione che ne stimola mille altre. Limitare una lingua al solo uso lavorativo è, oltre che minimizzarla, strumentalizzarla in assenza di altri argomenti.
E qui, purtroppo, ai 5 continenti e alle grandi marche, si chiudono gli argomenti del Comitato in difesa della lingua francese. Mi tocca quindi dire che:

1) Lo spagnolo è la seconda lingua nativa del mondo dopo l’inglese, è la seconda più diffusa e la seconda più studiata, sempre dopo l’inglese. Insomma 572 milioni di hispanohablantes sparsi per il mondo…

2) Si parla in 22 paesi del mondo e il fatto che sia la seconda più studiata la rende una lingua di scambio internazionale tanto quanto l’inglese (vuoi per cultura, lavoro, studio, arte, etc…).

3) La Spagna è il terzo paese più visitato al mondo, dopo Francia e Stati Uniti. Ok, vince la Francia, ma la Spagna è terza per affluenza turistica e gode di altri primati di cui non gode la lingua francese.

4) Nel 2060 gli Stati Uniti saranno il secondo paese di lingua spagnola dopo il Messico. Ripeto, gli “Stati Uniti”, meta imprescindibile per quasi tutti i cervelli in fuga e i ricercatori che vogliono un percorso di eccellenza nel loro curriculum.

5) Per i maggiori paesi anglofoni, Regno Unito, Stati Uniti e Australia, lo spagnolo è la prima lingua straniera studiata perché considerata la più importante per il futuro.

6) Per la stessa Francia lo spagnolo è la lingua straniera più importante dopo l’inglese e lo testimonia il recente inserimento dello spagnolo nelle scuole francesi.

7) E l’Italia? L’italia è il terzo paese al mondo per presenza di nativi di lingua spagnola sul territorio nazionale e il quarto al mondo per numero di studenti di lingua spagnola, sempre dietro Stati Uniti, Brasile e …Francia! Il primo, come già detto, diventerà il secondopaese per numero di hispanohablantes nel mondo, il secondo invece dal 2005 ha scelto come prima lingua straniera proprio lo spagnolo.

Questa è solo una sintesi, molto rapida, dei dossier che l’Instituto Cervantes diffonde ogni anno utilizzando come fonti i propri istituti sparsi per il mondo e i dati UNESCO e ONU. Condivido qui sotto il link all’ultimo dossier per farsi un’idea migliore e precisa.

Concludo, ripetendo che non voglio assolutamente che i miei colleghi di francese o tedesco perdano il loro posto di lavoro, ma nemmeno che attacchino i colleghi di spagnolo arrampicandosi sugli specchi. Anche perché la domanda di spagnolo nelle scuole è in continua crescita.

Per esempio: in un plesso del Comprensivo dove lavoro, l’anno scorso, su 32 iscritti in prima media, 28 hanno fatto richiesta di spagnolo. Se questo è il dato micro, può comunque dare un’idea del macro. Io, obiettivamente, so che per certe zone d’Italia, le frontaliere, è necessario studiare le lingue confinanti e infatti non mi lamento né reclamo. Peccato che altri colleghi questa oggettività riguardo la materia di discussione non l’abbiano e mi tocchi dover alzare un po’ il tono per risistemare un gli equilibri. Credo, in ultimo, che non vadano depennate le cattedre di francese così come se niente fosse, ma il Ministero non può non considerare questa domanda crescente e quindi regolarne e migliorarne l’offerta. Magari rivedendo e riconvertendo le cattedre di francese senza per forza farle sparire. Compito ovviamente non facile, soprattutto per un Ministero che tante sane e giuste riforme per la nostra scuola non le vede proprio… Grazie per l’attenzione,

https://cvc.cervantes.es/ lengua/espanol_lengua_viva/ pdf/espanol_lengua_viva_2017. pdf

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