La terza fascia delle graduatorie di istituto è il motore della scuola. Lettera

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Inviato da Angelo Girolami – Gli ultimi anni scolastici, in particolare l’a.s. 2015/2016, sono risultati abbastanza tesi: molti docenti sono entrati di ruolo a settembre, ottobre, novembre e addirittura a dicembre. Sono stati mesi durissimi con continui spostamenti.

Oggi a scuola ci sono quattro categorie di insegnanti: i docenti di ruolo e supplenti.
Questi ultimi si dividono, a loro volta, in docenti: abilitati prima del 2009, abilitati dopo il 2009 e docenti non abilitati.
Il comma 110 della legge 107 ha permesso la partecipazione al concorso esclusivamente ai docenti abilitati dopo il 2009 (inseriti nelle G.I.) mentre i docenti abilitati prima del 2009 (inseriti nelle GaE) man mano passano in ruolo ogni anno per anzianità di servizio.
Oggi, il nuovo sistema di formazione e reclutamento, delineato dal decreto legislativo n. 59/2017, è cambiato e spero che possa porre definitivamente fine al fatto “ io sono abilitato e tu non lo sei!”, discriminazioni solite in ambiente scolastico.
Fortunatamente i docenti della scuola secondaria di I e II grado potranno partecipare al concorso, superato il quale si potrà accedere ad un percorso triennale di formazione iniziale e di tirocinio.
Il TFA, fortunatamente, ha smesso di esistere.
D’altro canto, sono profondamente in disaccordo con la definitiva e recente sentenza di accoglimento sul ricorso relativo agli insegnanti(diplomati)tecnico – pratici (ITP).
Noi, insegnanti LAUREATI, ci siamo sentiti scavalcati. Ci siamo ritrovati in una dimensione temporale in cui una laurea tra le mani non ha più senso o meglio ne ha poco, nonostante gli anni di sacrifici, infinite ore dedicate allo studio, sforzi fisici e non solo.
Chi scrive, è un giovane docente precario laureato, credente nella nuova riforma di reclutamento docenti, che spera di poter rientrare nella fase transitoria e che, mosso dalla passione e dall’amore per l’insegnamento, sta acquisendo, per scelta, i 24 CFU in materie antropo – psico – pedagogiche, necessari per la partecipazione al prossimo concorso a cattedra, nonostante sia già in possesso di 18 CFU nelle materie sopracitate, due anni di esperienza e diversi titoli culturali, quali master e certificazioni informatiche.
La terza fascia delle GI è il motore della scuola: non siamo tutti dei falliti, ripiegati sull’insegnamento, che non sono riusciti a valorizzare in altro modo il titolo di studio posseduto.
Tra tanti, c’è chi, nella scuola, ci crede fortemente e vive ogni giorno per il mondo scolastico. Siamo docenti che considerano la qualità del tempo che si trascorre in classe, promuovendo la maturità emozionale e psicologica degli allievi.
Puntiamo al recupero dei valori e al recupero dell’amore liquido, di quell’immagine poetica di cui parlava Zigmunt Bauman che, al giorno d’oggi, sembra essere dimenticato.

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