La Skullbreaker Challenge è arrivata anche in Italia. Possibili conseguenze fatali, cosa fare

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Dopo i selfie estremi, la Planking Challenge, e tanti altri, ora è la volta della Skullbreaker Challenge, l’ultima sfida social lanciata su TikTok tra gli adolescenti, che si sta diffondendo anche in Italia.

Da molti viene definito un “gioco”: due ragazzi invitano un coetaneo a saltare insieme, apparentemente per divertirsi. Quando il ragazzo all’oscuro di tutto si troverà con i piedi in aria, i due ai lati, di comune accordo, gli faranno una sorta di sgambetto per far cadere l’ignaro all’indietro. Le conseguenze, come è facile dedurre, possono essere anche fatali. Quanto di più lontano da un gioco, quindi. Perché i ragazzi sono così tentati dal cogliere le sfide social? Sono attratti dalla fame di provare emozioni forti. Emozioni che si manifestano nel mondo virtuale. Questa nuova sfida ha già allarmato tanti genitori, in tutto il mondo. Molti hanno lanciato messaggi via social affinché si presti attenzione sui contenuti che vengono diffusi nelle app o in rete e a cui possono arrivare i nostri figli.

Visto che i ragazzi passano la maggior parte del loro tempo tra i banchi di scuola sarebbe opportuno che anche gli insegnanti dedicassero del tempo a parlare del pericolo che si può correre o in cui si può mettere un compagno. Cercare di capire perché i ragazzi sentono l’impulso di doversi mettere continuamente alla prova, incuranti delle conseguenze che, fatalità, si ripercuoteranno solo su chi in realtà non è nemmeno a conoscenza di quanto gli sta per accadere.

Genitori, insegnanti, proprio per questo trasmettete il senso del limite. Parlate con i ragazzi, sensibilizzateli in modo che non si prestino e che abbiano il coraggio e la consapevolezza per tirarsi indietro nel momento in cui qualcuno volesse coinvolgerli. Fate conoscere loro le conseguenze che possono accadere. Ci sarà un motivo se la traduzione di Skullbreaker è “spacca testa”. Prestate attenzione ai contenuti che passano sui nostri cellulari attraverso le App, tra cui TikTok su cui si è diffusa quest’ultima pericolosa sfida social.

Non si tratta solo di narcisismo. Dobbiamo vedere questi fenomeni sotto una luce più ampia e considerare che il sistema limbico dei ragazzi, sede tra l’altro dell’emotività e dei comportamenti, si forma completamente intorno ai 20 anni. Anche per questo non hanno l’esatta contezza del pericolo che stanno correndo. Non lasciamoli da soli dietro a uno schermo. Interessiamoci alla loro vita online, aiutiamoli ad attivare il pensiero critico e non stanchiamoci di invitarli a irrobustire l’empatia.

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