La scuola regionalizzata. Un’ipotesi contro le pari opportunità su tutto il territorio nazionale

Di Lalla
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Cisal Scuola Nazionale – Non abbiamo ancora digerito la circolare del Miur che ha previsto il taglio di 25.558 posti, la maggior parte dei quali (22.000 circa) da realizzare in organico di diritto ed i rimanenti (3.600 circa) nel successivo organico di fatto. Una politica di decurtazioni che respingiamo fortemente e  che, a nostro parere,  risulta  essere   penalizzante per la scuola  statale, soprattutto nelle Regioni del Sud, dove il calo demografico si fa sentire in modo più consistente, con conseguente perdita di posti di lavoro soprattutto dei precari. Come se non bastasse, ci troviamo di fronte a nuove prese di posizioni e dichiarazioni del Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, relative alla proposta di riforma scolastica avanzata dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.

Cisal Scuola Nazionale – Non abbiamo ancora digerito la circolare del Miur che ha previsto il taglio di 25.558 posti, la maggior parte dei quali (22.000 circa) da realizzare in organico di diritto ed i rimanenti (3.600 circa) nel successivo organico di fatto. Una politica di decurtazioni che respingiamo fortemente e  che, a nostro parere,  risulta  essere   penalizzante per la scuola  statale, soprattutto nelle Regioni del Sud, dove il calo demografico si fa sentire in modo più consistente, con conseguente perdita di posti di lavoro soprattutto dei precari. Come se non bastasse, ci troviamo di fronte a nuove prese di posizioni e dichiarazioni del Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, relative alla proposta di riforma scolastica avanzata dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.

La CISAL scuola non può condividere un sistema scolastico regionalizzato che pone vincoli di accesso al personale esterno ad una specifica Regione e che preveda il reclutamento del personale per chiamata diretta da parte degli istituti. La scuola è prerogativa nazionale, per cui le richieste avanzate dalla Lega trovano la CISAL Scuola pronta ad una forte opposizione.

La convinzione che si possano mettere in atto sistemi d’istruzione regionali diversi che andrebbero inevitabilmente a penalizzare ancora di più il personale precario ci lascia a dir poco esterrefatti. Condividiamo la necessità di dare stabilizzazione agli organici, ma bisogna ricercare strumenti più idonei a garanzia degli studenti che del personale della scuola. La proposta più sensata, è quella di bandire urgentemente i concorsi pubblici e su base nazionale, prevedendo nel frattempo la possibilità di conferire incarichi più a lungo termine.

Il primo maggio, la Cisal festeggerà proprio nella capitale del mezzogiorno d’Italia, Napoli, l’uguaglianza, uno dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. Un valore caratterizzante l’ossatura della nostra democrazia e che ci spinge a lottare contro ogni forma di disparità e di diseguaglianza. Una valore che si deve ergere a garanzia di pari opportunità su tutto il territorio nazionale per il personale che lavora nella scuola.Oltre ad essere una questione di giustizia sociale e di parità di diritti, l’integrazione è anche una necessità anche per realizzare una più salda coesione sociale ed economica: pietra angolare per costruire  una società più armonica,  autenticamente democratica e proiettata in un futuro di serena convivenza  e benessere. 

Animata da queste motivazioni, la CISAL  Scuola si augura che le forze politiche, e sociali di questo Paese accantonino l’idea irresponsabile della costituzione delle graduatorie regionali degli insegnanti, e puntino, invece, a ridare al nostro sistema di istruzione certezze,  strumenti.

Il Segretario nazionale
-Prof. Raffaele Di Lecce-

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