La scuola potrebbe costringere al miglioramento delle infrastrutture telematiche sul territorio nazionale

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Le prove Invalsi non sono ancora tutte giunte a termine, ma già si anima la discussione sulla vera novità di quest’anno: l’uso dei computer. La critica principale rimane sempre la stessa: innovazione utile e apprezzabile, ma l’Italia non è ancora tutta all’altezza. 

Orizzonte Scuola ha già affrontato l’argomento, sia con articoli vari, sia con le lettere giunte in redazione. Anche il FattoQuotidiano.it riferisce una serie di difficoltà, ricordando che l’Italia non è sempre omogenea in fatto di tecnologia e infrastrutture relative. Le situazioni, poi, possono cambiare di giorno in giorno.

Il quotidiano online diretto da Peter Gomez prende come esempio, nell’articolo firmato da Alex Corlazzoli, gli esempi più estremi di cui, però, si deve tenere conto. Racconta, quindi, i disagi a livello informatico (nel senso più ampio, includendo quindi anche i computer, le  aule di informatica e l’accesso alla rete) riscontrati nelle scuole delle aree terremotate, di quelle nell’area montana, oppure nelle isole più piccole, dove portare cavi e installare antenne per agganciare il segnale non è poi così facile e non sempre è ‘economicamente conveniente’.

Dall’articolo si ricava anche che l’importanza dei computer nelle scuole non è ancora percepita come priorità, salvo poi ritrovarsi nelle situazioni in cui la carenza di queste strutture si tramuta in alcuni casi in un impedimento nell’espletamento delle procedure. In buona sostanza, da un lato l’Italia vuole essere al passo con i tempi e si sforza di organizzare situazioni coerenti con questo principio, dall’altro si registra un impedimento a livello strutturale che non è più giustificabile.

Quando si parla di opere infrastrutturali, il pensiero corre subito a strade, ferrovie, ponti; difficilmente si associa questo concetto a quello della fibra ottica o delle comunicazioni via etere. Lo stesso avviene per gli edifici scolastici, la cui ristrutturazione è intesa nella maggior parte dei casi in senso edilizio (di cui c’è innegabile urgenza), meno spesso la si collega con i cavi da passare (o potenziare) o con l’ammodernamento delle strutture per consentire alle scuole e alle Istituzioni di collegarsi in tempo reale a livello telematico.

Le prove Invalsi stanno portando nuovamente alla ribalta il divario che esiste fra le buone intenzioni e i dati di fatto. Un divario che si registra anche in molti altri settori. La scuola e l’istruzione sono diritti e obblighi primari e fondamentali nella crescita di una nazione.

Se è vero che anche dalle criticità c’è sempre da imparare, la speranza è che le difficoltà incontrate dalle scuole nell’adeguarsi alle nuove tecnologie possano fare da sprone per incitare chi si impegna a effettuare le scelte, considerando le infrastrutture nel senso più ampio del concetto.

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