La scuola ormai gravita intorno all’Alternanza Scuola Lavoro. Lettera

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Flavia Coral – Ho appena letto l’articolo odierno a commento del concorso per dirigente scolastico, concernente la prova preselettiva. Condivido a pieno quanto asserito:

la scuola dovrebbe trasudare cultura e invece in questi ultimi decenni si percepisce che tutto viene realizzato in funzione dell’abbattimento della cultura. Qual è l’obiettivo? Creare una società di esecutori docili e condizionabili ?

Approfitto per un’ulteriore considerazione, avendo constato in prima persona gli effetti dell’alternanza scuola lavoro in un liceo, ottimamente organizzata per merito esclusivo dei docenti che si sono adoperati per realizzare percorsi che avessero significato e senso in una realtà liceale. Bisognerebbe rivoluzionare i programmi, in funzione  dell’ ‘ASL, altrimenti con 30 ore in meno (capitato) in una classe, non si arriva a dare un senso al programma stesso che non può essere decurtato a caso. Bisognerebbe svolgere gli interventi didattici in maniera significativa in funzione del fatto che a turno mancano in classe studenti impegnati negli stage…

Bisognerebbe creare il percorso formativo calato sulle aspettative ed esigenze del discente che deve sapersi organizzare in modo tale da essere efficiente durante le 8 ore previste dallo stage, informarsi su quanto svolto in classe , mettersi in pari e al rientro sostenere eventuali verifiche e intanto compilare diari di bordo, scrivere relazioni… Il risultato è una scuola con docenti  in fibrillazione per riuscire a soddisfare richieste di varia natura (RAV incluso) ragazzi capaci in affanno e allievi in difficoltà che non riescono a stare al passo…

In pratica c’è una scuola che gravita intorno all’Alternanza…quando un ragazzo liceale sa di dover continuare il suo percorso operando una scelta universitaria oculata…ma non sarebbe sufficiente potenziare l’orientamento e ridurre le 200 ore obiettivamente troppe?

Vi prego di scusare eventuali refusi dovuti ad uno scritto realizzato di getto da parte di una docente che ama il suo lavoro e che da tempo nutre un senso di disagio e insoddisfazione perché in un tipo di percorso formativo che prevede la riflessione, la discussione, lo sviluppo di capacità critiche, analitiche…sembra che tutto ciò debba essere sacrificato in nome dell’acquisizione di capacità di lavorare in team, saper condividere successi e fallimenti, magari con vergogna quest’ultimi, capire se si hanno capacità di leader o di sottomesso… Grazie per la cortese attenzione P.S. per inciso i quiz da preparare in 20 giorni erano 4000

Dirigenti scolastici manager. Per essere uomini di cultura, bisogna averla. Lettera

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