La scuola non insegna più a scrivere? Lettera

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Inviato da Francesco Cutolo – Indagini OCSE, PISA, INVALSI ecc., confinano sempre più l’importante abilità dello scrivere ad un’insufficienza inesorabile, nella migliore delle ipotesi concedendo la bonarieta’ di una sorta di attenuante generica legata all’ignoranza funzionale.

Ma è davvero così? Solo chi vive fuori dal mondo della scuola può dire questo, chiaramente mistificando il dato reale, in quanto il vero gap è legato alla lettura. Non sappiamo più leggere.

Prima dello scrivere viene il leggere. Il leggere, meglio se ad alta voce, è infatti più legato ad una dimensione intellettiva, che richiede non solo il riconoscimento e la decodifica dei molteplici codici, ma anche la capacità di elaborarazione e di astrazione relativa alla informazione appresa: non è mai neutro rispetto all’apprendimento. Altra cosa è la scrittura, intesa come codifica del pensiero, restituito sottoforma di gesto grafico che rispetta regole morfosintattiche apprese come paradigmi e regole dell’esposizione. Scrivere richiede altresì un coordinamento oculomanuale fine, affinché si realizzi un elaborato tecnicamente valido e corretto. Purtuttavia è nella lettura il deficit vero. Non sappiamo più leggere.

Leggere richiede concentrazione e spesso bambini, adolescenti ma anche adulti sono presi dal multitasking; i media e la tecnologia a portata di mano possono essere sì delle potenti fonti del sapere sempre ed immediatamente disponibile e recuperabile ma anche dei potenti distrattori. Un’informazione persa in Internet è infatti sempre recuperabile, basta saperla cercare, ma ciò che si è letto e non si è tramutato in conoscenza nel profondo della nostra mente non è più possibile recuperarlo.

Per utilizzare un lessico legato “all’intelligenza artificiale” di un moderno device, è come se avessimo sempre attiva la memoria RAM, con decine di applicazioni sempre attive senza andare o meglio andando parzialmente a incidere la memoria ROM, dove sono conservate le informazioni durevoli, strutturanti del pensiero e trasversali a tutte le abilità, in primis alla scrittura.

Leggere distrattamente, un testo, un’informazione, un’immagine, ma in senso più ampio, noi stessi e la realtà che ci circonda, significa stratificare difficoltà a leggere la vita e la propria dimensione, quindi di conseguenza anche scrivere diventa un processo superficiale e approssimativo. Lettura e scrittura sono sì dicotomiche, ma saper leggere, “in tutte le dimensioni”, equivale a saper vivere a darsi una concreta speranza di sopravvivenza.

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