La scuola che manca. Lettera

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Inviata da Maria Pia Labita maestra di Palermo – Ci arriva un disegno di ***: ”Maestre mi mancate!”
Interpreta sicuramente il pensiero di tutti i compagni che, in questi infiniti giorni di tempo sospeso, ci
hanno inviato tanti disegni e messaggi di affetto.

Prima classe di scuola primaria. Ormai sono passati tanti giorni dall’inizio della clausura. Non sento il bisogno di uscire di casa se non sul balcone da dove, ogni tanto, intravedo di fronte un mio piccolo alunno: ***.

Mi chiama “Maestra”…e per scherzo gli dico a voce alta che a lui potrei fare didattica a distanza! Sul registro elettronico, da giorni, tutti i bimbi ci restituiscono i compiti assegnati e si cerca di mandare un messaggio personalizzato per ognuno.

Quanto lavoro di ricerca dietro a questi pochi compiti che rappresentano un ponte fra noi maestre/i e loro! Si, ricerca, proprio così.

Dobbiamo adattare il nostro METODO, cercare altre STRATEGIE per motivarli, raggiungerli ad ogni costo perché si attenui la distanza, perché si sentano rassicurati che la scuola c’è ed è capace di grande flessibilità
e adattamento.

Tutti riscopriamo il valore della scuola, luogo di incontro, scambio e crescita.

Penso ai piccoli con disabilità ai quali è difficile spiegare perché si è costretti al confino.

Però poi la tristezza che mi vela l’animo lascia un po’ di spazio alla speranza.

Prima o poi passerà e, mi auguro, dopo una tale tempesta, che la SCUOLA possa dare un largo contributo per la costruzione di una nuova VISIONE della Società dove riscoprire i valori di una vera Comunità.

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