La proposta Pittoni e le strade percorribili, merito incluso

Di Lalla
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Comitato Precari Liguri della Scuola – Introduzione Sulla genesi della situazione corrente. La proposta: mettere le code dove sono inattaccabili. Brunetta: PEC e internet, per davvero. Valutazione: sperimentazione dell’ "anno pre-prova" per i docenti precari. Come costruire le condizioni per assorbire il precariato e limitare il ricorso ad esso.

Comitato Precari Liguri della Scuola – Introduzione Sulla genesi della situazione corrente. La proposta: mettere le code dove sono inattaccabili. Brunetta: PEC e internet, per davvero. Valutazione: sperimentazione dell’ "anno pre-prova" per i docenti precari. Come costruire le condizioni per assorbire il precariato e limitare il ricorso ad esso.

-) Introduzione

Le Graduatorie ad Esaurimento sono liste di insegnanti abilitati (quindi specializzati, perfezionati, masterizzati e spesso addottorati) che raccolgono più di 200.000 precari dei quali circa 120.000 ogni anno sono assunti con contratto a tempo determinato.
Il Senatore Pittoni promuove l’idea di assegnare un punteggio aggiuntivo ai docenti che decidono di permanere nelle graduatorie di origine.

Nella presente nota si promuove una proposta alternativa, ma giuridicamente sostenibile, tesa a soddisfare le reciproche esigenze: quelle dei lavoratori precari della scuola e quelle della Pubblica amministrazione, nell’ottica della qualità del servizio e di una sperimentazione della valutazione che possa fungere da ulteriore tassello per la costruzione di un percorso sensato sul tema.

Si ricorda il fatto che, in una recente conferenza stampa, la Ministro Gelmini ha invocato proposte sul tema della valutazione degli insegnanti (http://video.palazzochigi.it/09062011gelmini.mov) e con la presente il Comitato Precari Liguri della Scuola spera di poter essere audito nelle opportune sedi per portare il proprio contributo.

La proposta Pittoni pare votata al fallimento e alla generazione di nuovo contenzioso che, viste le premesse, vedrà ancora una volta soccombere la normativa ministeriale.

Per la realizzazione della proposta contenuta in questo trattatello, occorre una sinergia tra la Ministra Gelmini e il Ministro Brunetta che dovrà dare un contributo significativo concretando le enunciazioni relative all’implementazione di procedure informatiche appropriate ai tempi correnti.

-) Sulla genesi della situazione corrente.

Pare abbastanza evidente il fatto che, nell’arco di quattro anni (data in cui il Ministro Fioroni dichiarò la chiusura delle Graduatorie Permanenti che divennero "ad Esaurimento"), statisticamente siano nate ben più che legittime motivazioni allo spostamento dei cittadini- lavoratori sul territorio nazionale. Quand’anche il lavoratore si sposti "meramente" per questioni legate alla ricerca del posto di lavoro. D’altro canto non si possono accusare le giovani generazioni di "bamboccionismo" per poi imbrigliarle in recinti inaccettabili.

E’ altrettanto evidente il fatto che se la Lega Nord avesse voluto davvero tutelare gli interessi degli insegnanti settentrionali, avrebbe fattivamente operato per significative assunzioni nell’arco degli ultimi quattro anni sfruttando il periodo di chiusura delle graduatorie medesime e le iscrizioni generalmente autoctone del periodo appena concluso, al contrario le 150.000 assunzioni concordate dal Ministro Fioroni (Governo Prodi) sono rimaste sulla carta e questo traguardo, nelle migliori delle ipotesi, sarà raggiunto solo dopo otto anni, dovendo gestire nel frattempo la mobilità territoriale.

Ancora, e’ altrettanto evidente il fatto che il meccanismo istituito nel 2009 dalla Ministro Gelmini fosse molto buono e sostanzialmente ispirato alla "Proposta scientifica per un veloce assorbimento delle Graduatorie ad Esaurimento" promossa dal Comitato Precari Liguri della Scuola e per larga parte ancora più che valida.

Il meccanismo delle "code" prevedeva la possibilità di inserirsi in quattro province: oltre alla provincia scelta nel biennio precedente, si dava la possibilità di aggiungere opportunità lavorative mettendosi "in coda" in ulteriori 3 province dove, senza danno per alcuno, i docenti si sono potuti collocare scegliendo generalmente quelle nelle quali le opportunità di lavoro erano più promettenti.

Oggi si deve scegliere una sola provincia: o la va, o la spacca.

Il meccanismo delle "code" era eccellente per diversi motivi.
Il primo era legato al fatto che "costringeva" i lavoratori a distribuirsi dove effettivamente c’era bisogno di loro ("contra bamboccionismo"!).
Il secondo è legato al fatto che, avendo più opzioni a disposizione, il lavoratore vedeva limitati i rischi di "sbagliare scommessa" (a pari punteggio, ci si può trovare, nel territorio nazionale, in una situazione lavorativa ottimale o pessima).
Il terzo, di grande interesse per l’Amministrazione Pubblica, portando abilitati dove questi mancano, evitava la costituzione di masse di insegnanti non abilitati richiedenti corsi abilitanti, ed interessanti elettoralmente.

Ricorsi scellerati hanno distrutto un meccanismo buono che avrebbe potuto essere ritoccato in sede sindacale, invece che distrutto, danneggiando tutti. Sarebbe bastato consentire ad ogni aggiornamento di scegliere la provincia di appartenenza, mantenendo le code (magari in numero a piacere).

Il risultato vero è che, oggi, gli insegnanti precari sono tutti più deboli ed esposti nuovamente alle problematiche che li spingono nella direzione della "guerra tra poveri".

-) La proposta: mettere le code dove sono inattaccabili.

Il posto giusto dove collocare gli insegnanti precari al fine di garantire ai meritevoli abilitati (specializzati, perfezionati, specializzati e spesso addottorati) un posto di lavoro sono le Graduatorie d’Istituto.

Oggi un docente sceglie dove inserirsi nella Graduatoria ad Esaurimento. Se sbaglia la propria scelta è condannato alla disoccupazione, allorquando una scelta indovinata produce reddito. Possiamo affidare il futuro di insegnanti laureati, abilitati, specializzati, spesso masterizzati, perfezionati e addottorati ad un tiro di moneta?

Contrariamente agli insegnanti iscritti alle Graduatorie ad Esaurimento (quelli laureati e abilitati all’insegnamento), gli aspiranti docenti iscritti alle Graduatorie d’Istituto non hanno superato alcuna prova selettiva per l’accesso alle medesime. Per iscriversi alle Graduatorie d’Istituto è sufficiente la Laurea e sono circa 500.000 le persone iscritte in queste liste.

Queste iscrizioni, tuttavia, non costando nulla e, non essendo selettive, statisticamente negli anni provocano un graduale accumulo di punteggio e una conseguente aspettativa di regolarizzazione: i corsi abilitanti, ope legis.

Oggi un docente sceglie di inserirsi nelle Graduatorie d’Istituto in 15 scuole, indipendentemente dalla scelta effettuata per le Graduatorie ad Esaurimento. Occorre offrire l’opportunità agli iscritti alle Graduatorie ad Esaurimento di allargare questa possibilità cancellando, per loro, i vincoli: "nella stessa provincia" e "per un massimo di 15".

Potendo scegliere ad esempio 100 scuole, senza vincolo provinciale, il docente abilitato e iscritto alle Graduatorie ad Esaurimento andrebbe a collocarsi nella cosiddetta "prima fascia delle graduatorie d’istituto", superando gli aspiranti docenti, semplici laureati (futuri richiedenti corsi abilitanti ope legis), che sono iscritti nella "terza fascia delle graduatorie d’istituto".

E’ del tutto evidente il fatto che la modalità proposta in qusta sede danneggierà quei docenti non abilitati che lavorano da anni. Per loro si propone un corso abilitante secondo seguenti modalità: chi non è un
"turista dell’istruzione" avrà di certo lavorato almeno 3 anni nel corso degli ultimi 5 o 5 anni nel corso degli ultimi 10. A titolo risarcitorio, per loro è possibile immaginare un corso abilitante perché se si mettono limiti temporali sensati, ci si toglie dalla scomoda posizione del "todos caballeros".

E’ del tutto evidente che a queste persone, come a quelle già abilitate, occorre garantire l’inserimento nelle Graduatorie ad Esaurimento.

-) Brunetta: PEC e internet, per davvero.

La proposta di cui sopra ha un grande limite di tipo burocratico/organizzativo derivante dalle modalità ottocentesche di ricerca/chiamata degli insegnanti. Le scuole sono spesso inchiodate a lunghe ed estenuanti telefonate per tutta l’Italia (perché nelle Graduatorie d’Istituto, scelta una qualsiasi provincia, ci si può iscrivere liberamente). Ma l’introduzione della PEC e semplici procedure informatiche possono velocizzare il tutto.

Vediamo come, con un esempio.

La Scuola "Don Milani" di Milano abbisogna di un insegnante di lettere dal giorno 12 ottobre al giorno 13 novembre. Compila allora un apposito modulo on line in una pagina riservata del sito dal MIUR. A questo
punto l’applicazione sul sito del ministero consulta le Graduatorie d’Istituto della scuola "Don Milani" di Milano ed emette un messaggio di Posta Elettronica Certificata a tutti i docenti inoccupati in graduatoria, assegnando a ciascuno un codice di accettazione e indicando un indirizzo web dove inserire questo codice. Parallelamente, ad abundantiam e per ovvi motivi di praticità, si avvisano con un SMS dell’avvenuto invio della PEC questi docenti accreditati. Ad una scadenza opportunamente fissata, il sistema prende atto delle dichiarazioni di disponibilità e avvisa, sempre con una nuova PEC sia il docente disponibile primo in graduatoria che la scuola. Il giorno della presa di servizio, la scuola comunica al sistema l’avvenuto perfezionamento e firma del contratto di supplenza, oppure l’assenza del candidato e, in questo caso, il sistema convoca immediatamente il
secondo.

Al fine di evitare disponibilità opportunistiche, nel caso di rinuncia a seguito di disponibilità abusivamente esplicitata, il sistema provvederà alle seguenti penalità:
-) cancellazione dalle Graduatorie d’Istituto di quella scuola per quella classe di concorso per 18 mesi.
-) cancellazione dalle Graduatorie d’Istituto di quella scuola per altre classi di concorso per 12 mesi.
-) cancellazione dalle Graduatorie d’Istituto di scuole viciniori per tutte le classi di concorso per 6 mesi.
Possono essere previste ulteriori penalità in caso di recidiva. Tali penalità devono essere conservate all’aggiornamento dei punteggi, onde evitare che il meccanismo sia inefficace al termine del triennio di validità delle Graduatorie d’Istituto.

E’ del tutto evidente il fatto che a seguito di questa procedura, lo stipendio dell’insegnante precario dovrebbe essere pagato dal Tesoro (sgravando le scuole da onerosi anticipi) ed essere massimamente trasparente e verificabile.

Data la gestione informatica della cosa, non è impossibile immaginare anche una "disponibilità variabile" dei docenti che, potendo accedere al proprio profilo, potrebbero cambiarlo a piacere aggiungendo o togliendo scuole in funzione della propria disponibilità istantanea.

-) Valutazione: sperimentazione dell’ "anno pre-prova" per i docenti precari.

Il meccanismo sopra esposto garantisce velocità di reperimento del supplente, anche punendo comportamenti opportunistici. Al fine di rendere il meccanismo ancora più funzionale alle esigenze dell’amministrazione, si propone il seguente meccanismo sperimentale di "valutazione del servizio dell’insegnante supplente".

Già oggi gli insegnanti neo assunti devono affrontare "l’anno di prova" e risulta piuttosto insensato il fatto che il neo assunto sia sottoposto a valutazione, mentre il "pre-assunto" no. E’ parimenti insensato il fatto che "l’anno di prova" si realizzi dopo 5-10 o anche 15 anni di lavoro sul campo precedenti l’assunzione (lavoro per intero assolutamente non valutato).

E’ evidente il fatto che un "anno di prova" effettuato dopo così tanto lavoro sul campo, lo svuota di significato nelle motivazioni del docente, ivi inclusa la commissione giudicante che si trova a dover semplicemente certificare il passaggio in ruolo.

Si propone, quindi, la seguente modalità (da articolare o variare ai fini della costruzione di una sperimentazione sensata per l’intero sistema).

Al termine della supplenza, il Collegio dei Docenti, su proposta del Dipartimento Disciplinare, valuta l’operato dell’insegnante supplente. Se questo viene ritenuto positivo, l’insegnante supplente acquisisce il punteggio, se non viene ritenuto positivo, l’insegnante supplente non matura il punteggio.

Con questa modalità si eliminerebbero quei "turisti dell’istruzione" che, maturati i 6 mesi di punteggio, si ammalano o si dimettono, avendo conquistato i punti per la propria graduatoria, ma concretando un atteggiamento professionale inaccettabile. Si potrebbero parimenti perseguire tutti quei "malati immaginari" che, accettata una supplenza a 500 km di distanza, poi non si vedono a scuola per i più svariati motivi fin dal primo giorno.

Naturalmente la delibera del Collegio dei Docenti dovrebbe essere motivata, ma insindacabile.

Naturalmente tale valutazione dovrebbe essere predisposta per tutte le supplenze. Ogni territorio avrebbe quindi la possibilità di svolgere un’azione di filtro professionale che inibisca l’avanzamento "per anzianità" di docenti non preparati culturalmente o pedagogicamente.

Naturalmente tale "valutazione pre ruolo" dovrebbe essere utile al fine di alleggerire "l’anno di prova" che, ridicolmente, oggi avviene dopo 5- 10 anni di lavoro sul campo, non valutato.

-) Come costruire le condizioni per assorbire il precariato e limitare il ricorso ad esso.

Pare infine evidente quanto segue: al fine di limitare il ricorso patologico al precariato occorre costruire un sistema che all’interno del quale gli attori decisionali si impegnino a disincentivarlo. Perché questo avvenga, esistono due iniziative necessarie:

1) Riconoscere ai precari uno stipendio del 30% più elevato al fine di indennizzarli della precarietà e della saltuarietà lavorativa. In questo modo il legislatore sarà spinto a costruire modalità sensate di gestione del
fenomeno e il MEF lavorerà al fine di minimizzarlo. Oggi accade il contrario.

2) Attuare la legislazione europea che prevede l’assunzione a tempo indeterminato per tutti quei lavoratori assunti per tre anni con contratti a tempo determinato (anche quelli non abilitati, per i quali si richiederà un
percorso "ope legis", ma rigoroso). In questo modo il legislatore sarà spinto a costruire meccanismi di reclutamento sensati.

3) Al fine di evitare il mercimonio "punti in cambio di lavoro" e al fine di spingere le scuole paritarie verso contratti più dignitosi ("se non mi dai i punti, non lavoro certo gratis!"), si propone di abolire l’elargizione di
punteggio maturato nelle scuole paritarie a partire dall’anno scolastico 2012/13 (onde consentire a chi oggi lavora nelle paritarie di riconfigurarsi come meglio si crede).

http://precariliguria.blog.kataweb.it/

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