La Lega contro un progetto interculturale: no alla stregoneria in classe

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In un incontro organizzato per gli alunni di una scuola primaria in provincia di Brescia, da un’esperta di intercultura, secondo una rivista di area cattolica, La Nuova Bussola Quotidiana, i bambini sarebbero stati obbligati a bere pozioni magiche, dipingersi simboli sulle braccia e invocare gli spiriti

Ne parla TPI News.

Il senatore Simone Pillon, eletto alle ultime elezioni politiche tra le file della Lega, ha annunciato con un post pubblicato sul suo profilo Facebook di voler presentare un’interrogazione parlamentare sull’insegnamento della stregoneria a scuola.

Pillon ha scritto sul proprio profilo Facebook: “Nelle scuole della mia Brescia, dopo il Gender, sono arrivati a imporre la stregoneria, ovviamente all’insaputa dei genitori. Vogliamo insegnare ai nostri bambini l’italiano, la matematica, l’arte, la musica e lasciar perdere queste porcherie? Appena insediato farò una interrogazione parlamentare su questa vergognosa vicenda, perché è la Costituzione a garantire il diritto dei genitori, e solo dei genitori, a educare i propri figli”.

L’incontro con la scrittrice Parenzan faceva parte di un progetto interculturale promosso dalla biblioteca civica e finanziato dal Comune, deliberato dal consiglio d’istituto e presentato ai genitori. L’obiettivo era la conoscenza di cultura altra rispetto quella occidentale, attraverso la drammatizzazione e l’interpretazione teatrale delle fiabe.

Il dirigente scolastico ha minacciato azioni legali nei confronti di chi ha diffamato lei e la scuola.

Pillon in un altro post su Facebook ha ribadito che presenterà l’ interrogazione parlamentare per capire se “ siano state rappresentate davanti a bambini delle elementari pratiche di fatto proprie del rituale occultista ed esoterico (che esiste eccome, purtroppo), senza informare precisamente i genitori degli alunni su ciò che sarebbe stato detto e fatto, e senza ottenere il loro preventivo consenso, nel rispetto dell’art. 30 della Costituzione e dell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.

Il senatore conclude il post scrivendo: “Nessuna ridicola ‘caccia alle streghe’, ma difesa assoluta del diritto di priorità educativa dei genitori. Sulla difesa di questo principio andrò avanti senza il minimo scrupolo o riguardo. Stampa e troll se ne faranno una ragione”.

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