Its: oltre l’80% il tasso di occupabilità dei giovani a un anno dal diploma

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Comunicato Job&Orienta – A dieci anni dalla legge che li ha istituiti, oggi gli Istituti tecnici superiori (Its) sono 101, distribuiti nelle aree produttive più diverse, dalla moda all’agroalimentare, dal turismo alla meccatronica: in comune hanno tutti l’alta specializzazione tecnologica e dei tassi di occupabilità senza pari nel mondo dell’istruzione post-diploma.

 Gli Its sono accademie di eccellenza la cui offerta si configura in percorsi formativi riferiti alle aree tecnologiche considerate prioritarie per lo sviluppo economico e la competitività del Paese. Rappresentano un’opportunità di assoluto rilievo nel panorama formativo italiano in quanto espressione di una strategia fondata sulla connessione delle politiche d’istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali, con l’obiettivo di sviluppare le vocazioni dei singoli territori e rispondere ai fabbisogni di innovazione e di trasferimento tecnologico delle piccole e medie imprese.

Oggi, a Job&Orienta, si sono svolti gli stati generali degli Its, percorsi che anno dopo anno si confermano la migliore opportunità per i giovani desiderosi di inserirsi rapidamente nel mondo del lavoro. Secondo l’ultimo rapporto del Monitoraggio nazionale (aggiornato al 31 ottobre 2018) realizzato da Indire per conto del Miur, l’82% dei diplomati Its trova lavoro entro un anno dalla fine degli studi el’87% di loro ha un’occupazione coerente con il proprio percorso.

In tale contesto il Veneto rappresenta una delle regioni più virtuose del panorama nazionale, con ben tre corsi delle Fondazioni Its regionali nelle prime dieci posizioni della classifica di eccellenza stilata dal Ministero dell’Istruzione. I percorsi Its sono realizzati grazie ad un contributo nazionale di circa 13 milioni di eurodistribuiti secondo criteri anche di merito: la quota viene infatti assegnata, in misura non inferiore al 30%, tenendo conto del numero dei diplomati e del tasso di occupabilità a dodici mesi dal diploma. Tale quota è da destinare all’attivazione di nuovi percorsi.

I 101 attuali Its collaborano a vario titolo con 8.700 imprese. Il numero più alto è localizzato in Lombardia (20), seguono Campania (9) Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Toscana e Veneto con 7 its ciascuno; Puglia con 6 Its; Sicilia e Calabria con 5 Its ciascuno; Marche, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo con 4 ITS ciascuno, e Sardegna con 3 ITS; Molise e Umbria con 1 ITS ciascuno. Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia sono le regioni ad avere almeno una Fondazione ITS in tutte le aree tecnologiche. Negli oltre 470 percorsi ITS formativi attivati risultano circa 11.350 iscritti.

«Questo decennale degli Its» spiega la coordinatrice della IX Commissione Conferenza delle Regioni e Province autonome Cristina Grieco «ci deve dare l’occasione di una riflessione importante. Sicuramente serve un’azione di promozione, perché nonostante tutto gli Its sono ancora poco conosciuti, anche dal mondo stesso della scuola: motivo per cui molti docenti ancora non indirizzano i ragazzi a frequentarli. Bisogna inoltre lavorare per dare agli Its pari dignità rispetto ai percorsi accademici. Riguardo invece all’impegno economico, i finanziamenti dovrebbero acquisire un carattere di stabilizzazione: non devono cioè rappresentare una premialità, ma la base almeno minima per garantire la continuità dei percorsi».

«Per assicurare agli Its le migliori opportunità di sviluppo – assicura Salvatore Giuliano, sottosegretario di stato del Miur –, faremo tutto il possibile per mantenere anche nella prossima legge di bilancio i finanziamenti previsti già da quella precedente».

«La nostra associazione» spiega Alessandro Mele, presidente dell’Associazione Fondazioni Its Italia «sta promuovendo anche un nuovo programma per i “Campus tecnologici Its”: la sfida sta nel dare “consistenza” a un sistema, capace di rispondere alle esigenze del territori garantendo visibilità, sedi dedicate, laboratori tecnologici. Consideriamo che oltre il 50% dei giovani diplomati non scelgono l’università, e molti degli iscritti non arrivano alla laurea, quindi l’80% dei giovani è senza un titolo che li abiliti ad entrare nel mondo del lavoro in modo qualificato. In questo scenario, gli Its sono la migliore risposta alla disoccupazione giovanile e alla grande carenza di tecnici specializzati nel secondo paese manifatturiero d’Europa».

A testimoniare ulteriormente gli ottimi risultati di questi percorsi formativi ci sono le esperienze raccontate a JOB&Orienta dagli studenti.Francesca Buchignani, ad esempio, ha frequentato l’Its toscano Mita, specializzato nel settore moda, ha svolto il tirocinio presso la casa di moda Balenciaga ed è stata qui assunta come analista dei consumi. Giulia Curti, invece, si è iscritta all’Its per le nuove tecnologie della vita (Milano), si è specializzata nel settore tecnologie industriali ed è riuscita ad inserirsi rapidamente nel settore farmaceutico in Doc srl. E ancora Alessio Priori, da allievo dell’Its BioCampus di Latina, ha avuto due esperienze di tirocinio: al caseificio Brunelli e presso l’azienda di confezionamento alimentare La Rocca, dove è stato assunto come tecnico superiore del controllo qualità.

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