ITP Sardegna. Contributi previdenziali, l’INPS scarica le proprie difficoltà sui lavoratori

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Coordinamento ITP Sardegna –  Il 31 maggio 2017 l’INPS ha pubblicato la Circolare n. 94 nella quale chiarisce la materia relativa alla “Prescrizione dei contributi pensionistici dovuti alle Gestioni Pubbliche”.

 Il documento viene diffuso solo il 10 ottobre 2017 dall’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna – Ambito Territoriale Scolastico di Cagliari, con una circolare diretta agli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado e per loro tramite al personale scolastico di ogni categoria (docente, educativo, ATA), alle organizzazioni sindacali e alle associazioni professionali dei comparti Scuola e Ministeri dell’ATS di Cagliari, alle organizzazioni di patronato dell’ATS di Cagliari. In questa circolare si precisa che la norma dispone la “riduzione del termine di prescrizione della contribuzione previdenziale e assistenziale obbligatoria da dieci a cinque anni … a far data dal 1 gennaio 2018” e “Per ciò che concerne, invece, la CPI e la CTPS, la non computabilità dei periodi di attività lavorativa non coperti dal versamento di contributi, derivante dall’espressa esclusione dal campo di applicazione dell’art. 31 citato e l’impossibilità per l’Istituto di ricevere il versamento della contribuzione prescritta, ai sensi dell’art. 3, comma 9 della L. n. 335/1995, comportano l’applicazione alle fattispecie in esame dell’art. 13 della L. n. 1338/1962 e della facoltà ivi prevista per il datore di lavoro di sanare gli effetti pregiudizievoli cagionati al lavoratore con l’omissione del versamento di contribuzione, ormai prescritta, richiedendo la costituzione di una rendita vitalizia”. Infine la circolare si conclude precisando che “Il personale destinatario della presente, entro il termine sopra riportato, potrà eventualmente chiedere all’INPS la sistemazione della propria posizione assicurativa pregressa, alla luce del termine prescrizionale previsto dalla normativa. Si precisa che detta richiesta deve essere presentata direttamente all’INPS ed esclusivamente per via telematica (RVPA – richiesta variazione posizione assicurativa dipendenti pubblici – https://www.inps.it/NuovoportaleINPS/default.aspx?itemdir=50113&lang=IT) previa acquisizione del PIN dispositivo INPS. La richiesta NON deve essere presentata a questo Ufficio o all’Istituto Scolastico di appartenenza, non competenti alla ricezione della medesima”.

Alla luce di queste preoccupanti informazioni, moltissimi insegnanti ma non solo, anche tantissimi dipendenti di altri comparti dello Stato hanno verificato il proprio estratto conto contributivo, scoprendo con grande disappunto, che in tantissimi casi risultano scoperti dalla contribuzione interi periodi, mesi, anni sia prestati con contratto a tempo indeterminato che a tempo determinato, quindi dopo il passaggio in ruolo. La preoccupazione e il disappunto crescono di tono alla luce del perentorio termine indicato, il primo gennaio prossimo, per poter sanare la propria posizione contributiva prima che cada in prescrizione. Le considerazioni che si possono trarre da questa situazione, quali possono essere? Per prima cosa, lo scriteriato atto con il quale è stata disposta la soppressione dell’INPDAP, l’ente che gestiva la previdenza dei dipendi statali, e il trasferimento delle sue funzioni all’INPS, ha gettato quest’ultimo nel caos burocratico, risultando in tutta evidenza l’INPS non in grado di svolgere questo compito. La seconda cosa è che di questa difficoltà l’INPS cerca di trarsi d’impaccio scaricando questo problema sulle spalle dei lavoratori dipendenti dello Stato. La terza considerazione è che, alla luce di un termine prossimo alla scadenza, quello della prescrizione, una gran mole di lavoratori si trova improvvisamente davanti alla possibilità di perdere intere annualità di contributi pagati, con l’obbligo stringente di dimostrare il contrario all’ente che dovrebbe d’ufficio invece conoscere lo stato esatto di contribuzione del dipendente, trovandosi in grandissima difficoltà, dovendo produrre documenti datati anni se non decenni, che nella maggior parte dei casi non sono più rintracciabili, persi o distrutti. La quarta consapevolezza che emerge è che i lavoratori a questo punto corrono il rischio di veder la propria pensione, al momento della cessazione del servizio, falcidiata dalla mancanza di contribuzioni che invece il lavoratore ha versato alla cassa di previdenza, e che lo Stato che le ha

amministrate non riconosce più per propria inadempienza. Infine, la quinta e ultima considerazione ci dice che l’iniquità di questo stato di cose, e il grave danno che i lavoratori dipendenti dello Stato sono costretti a subire è palese e non deve essere permesso, dalle associazioni di categoria, dalle forze politiche, dalla società civile. A queste parti sociali e alla stampa ci appelliamo perché si possa evidenziare e risolvere questa emergenza.

Cagliari, 10/11/2017

Il Coordinamento I.T.P. Sardegna

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