Istituti superiori come College, vera svolta per la nostra scuola. Lettera

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Inviato da Cristina Sbarra –  E’ recente la proposta del gruppo di Firenze: aboliamo le classi alle Superiori e promuoviamo i ‘corsi’, per cui eventualmente si boccerebbe solo ad alcuni corsi e ad altri no (https://www.orizzontescuola.it/scuola-secondaria-ii-grado-gruppo-firenze-abolizioni-classi-organizzazione-per-corsi-disciplinari/ ).

Questo per eliminare il fenomeno degli abbandoni scolastici da ‘stress da bocciatura in una classe’. Mi pare auspicabile e finalmente una proposta innovativa, ma anche potenzialmente risolutiva.

Mi permetto di far notare, infatti, che non sarebbe solo risolutiva per lo stress da bocciatura per gli studenti, ma anche per lo stress correlato del lavoro degli insegnanti. Sappiamo bene quanto è critico ‘gestire una classe difficile’, specialmente ai giorni nostri, con i genitori sul piede di guerra ad ogni ‘sospiro’ dei propri figli, che sono spesso annoiati e svogliati e che si rifugiano facilmente nelle realtà virtuali dei social, per alienarsi dalle proprie responsabilità!

Facciamo dunque in modo che se le prendano, queste responsabilità, una volta per tutte, almeno alle Superiori: e dunque che si scelgano pure i corsi preferiti, aggiungo io. Ci vuole un cambiamento di paradigma, altro che lamentele e aggiustamenti di riforme che operano sempre sullo stesso modello, con tagli e finanziamenti “pon-pon” di qua e di là. Il problema lo si aggira, ma non lo si risolverà mai, a codesta maniera. Prendiamo coraggio e rivoltiamo la Scuola: adottiamo il modello Finlandese, dove sappiamo che le cose vanno meglio. Adottiamo lo ‘Stile College’: insegnanti che tengono i propri corsi, e studenti che sgambettano per andare a seguirli. Alcuni obbligatori, altri no. Le classi spariranno, e così pure i consigli di classe e i coordinatori; solo collegi docenti, aree e dipartimenti, forme di tutoring per gli studenti …e tutti gli organi collegiali necessari. Che gli studenti siano finalmente più responsabilizzati nella scelta del proprio Curricolo: facciano pure ‘storia della cucina’ o ‘tecniche digitali di audio-video’ al posto di Chimica o Fisica (tanto per fare un esempio esagerato), ma alla fine del percorso, sappiano che essi non potranno iscriversi né a Medicina né a Economia, né ad altre facoltà di tipo scientifico. Lo stesso potrebbe valere per le materie letterarie: se uno non fa Latino, Greco o Storia e Geografia allora può scordarsi di iscriversi a Lettere moderne, Classiche o Giornalismo.

Pensate come sarebbe bello: l’insegnante che entra nella sua aula (l’aula dell’insegnante!) e finalmente vede davanti a sé una platea interessata (o anche solo presunta tale), alla quale può mostrare le proprie fonti, la propria libreria, i propri materiali, organizzati per argomento, per unità didattiche…

Gli studenti che entrano in un’aula che non è più ‘la loro classe’, dove spesso fanno come vogliono, ma è l’aula dell’insegnante, e che già per questo fatto, si mettono nella condizione dell’ascolto (condizione che è sempre più difficile da raggiungere, nelle nostre classi, specie in certe materie).

Ci pensi, signor Ministro. Forse sarebbe la vera svolta, per la nostra scuola sofferente. E molto probabilmente a costo zero. Lo facciamo questo cambio di Paradigma?

E’ probabile che, come la Rivoluzione Copernicana, non sia rimandabile ancora per molto.

Scuola secondaria II grado, Gruppo Firenze: chiediamo abolizione classi e materie

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