Invalsi secondaria II grado: domande possono “fare media”, ha partecipato il 97% delle classi

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La partecipazione complessiva delle classi (campione e non) della scuola secondaria di II grado, che ieri ha svolto la prova Invalsi, è stata del 97,07%.

Un risultato ben diverso da quell’anno precedente, quando la partecipazione si era fermata al 90%.

Un risultato sul quale ha sicuramente influito la revoca dello sciopero di Cobas e Unicobas dovuta alla concomitanza con un altro sciopero. Le manifestazioni organizzate dagli studenti non sono state sufficienti ad una azione concreta di boicottaggio.

Il grado di partecipazione delle classi alla prova di Italiano e di Matematica è tale da garantire ampiamente la significatività della rilevazione, per cui agli inizi del prossimo anno scolastico le scuole partecipanti riceveranno i risultati da analizzare per il miglioramento della didattica.

Già da ieri pomeriggio gli insegnanti sono al lavoro per la correzione delle risposte aperte alle domande di Italiano e Matematica e all’inserimento dei dati nella maschera predisposta dall’Invalsi. Un lavoro complesso, per il quale le scuole hanno tempo dal 15 al 19 maggio se non sono classi campione, secondo il calendario pubblicato dall’Invalsi.

I fascicoli delle prove, lo ricordiamo, rimangono nelle scuole, a disposizione per “ulteriori approfondimenti”.

E’ possibile valutare la prova come verifica utile per la “media” dell’alunno? Certamente dipende da quale è stato il precedente accordo con gli studenti, ma a questa domanda risponde

il responsabile nazionale dei test Invalsi, Roberto Ricci, ospite di Skuola.net.

“Non è necessaria una preparazione ad hoc per la prova, non danno voti, anche se gli insegnanti danno più peso del dovuto alla prova solo per impegnare gli studenti a svolgere seriamente la prova.

In realtà potrebbero nella correzione selezionare le domande più vicine alle cose che fanno tutti i giorni in classe ed, eventualmente, utilizzare solo quelle per dare un voto da far valere nella media.

Per incentivare l’attenzione degli studenti, secondo Ricci, le prove potrebbero essere utilizzate in senso positivo, magari premiando i più bravi senza per questo penalizzare chi è andato male”

Prove Invalsi, Ricci: boicottare serve a poco

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