Invalsi, i numeri della protesta

Di Lalla
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red – Comunicati stampa del Ministero, dell’on. Bastico e dei Cobas

red – Comunicati stampa del Ministero, dell’on. Bastico e dei Cobas

Miur: Solo 0,13% classi non ha svolto test Invalsi

Il Miur rende noto che, su un campione di 2.300 classi, solo 3 non hanno svolto il test Invalsi. Quindi la percentuale di classi che non hanno eseguito il test è pari allo 0,13%. È logico quindi ritenere che, su tutto il territorio nazionale, la percentuale delle classi dove il test non è stato svolto sia dello 0,13%.

Bastico (Pd): "No a boicottaggio test Invalsi. Ma definite obiettivi e fattori di qualità per tutte le scuole"

"Non condivido il boicottaggio delle prove invalsi promosse dai Cobas, in quanto è una forma di lotta controproducente che valorizza la posizione di chi, come la Gelmini, fa della valutazione una sorta di ideologia,di cui
non chiarisce le finalita’, se non un generico collegamento con la premialità. Ritengo che sarebbe stata e sia ancora necessaria una discussione vera, da condurre nelle Commissioni parlamentari competenti, per chiarire a cosa serve la valutazione degli studenti: a premiare i docenti? le scuole? a penalizzare quelle peggiori? a mettere in luce che le scuole danno dei risultati differenti? Sono tutti obiettivi scontati o sbagliati. Infatti compito del ministro non è "mettere la medaglietta" alle scuole migliori, ma individuare, anche attraverso la valutazione, quali sono i fattori che producono alta qualità in alcune scuole per riprodurli e per portare tutte le scuole, tutte e non una di meno, a conseguire quei risultati.

Le criticita’ dei test invalsi sono tante, ma possono essere corrette nel futuro. Quello che manca completamente – e spetta al Ministro farlo – e’ la definizione degli obiettivi di apprendimento, cioè che cosa devono sapere i ragazzi, al termine della scuola elementare, della scuola media, dell’obbligo scolastico.

Solo definendo gli obiettivi si può valutare se sono conseguiti oppure no e quanto grande e’ la distanza dell’obiettivo".

Cobas: L’indignazione contro gli ignobili quiz Invalsi è esplosa oggi in massa nelle scuole superiori di quasi tutte le città.

In centinaia di scuole i plichi dell’Invalsi non sono stati nemmeno aperti e scaricati nelle segreterie e da stasera, probabilmente, finiranno nell’immondizia. In tante altre scuole i presidi-padroni, che sono stati convinti in questi mesi dal MIUR e dal governo di essere i proprietari delle scuole, ne hanno fatto di tutti i colori per costringere docenti e studenti a piegarsi e a svolgere quei grotteschi, truffaldini e distruttivi quiz Invalsi, che insultano la scuola pubblica e ogni didattica di qualità e che vorrebbero costringerci a buttare alle ortiche ogni serio insegnamento per passare il tempo ad addestrare gli studenti a insulsi quiz da scuola-guida.

Le minacce a docenti e studenti sono state le più assurde e inqualificabili: a tanti docenti è stato impedito fisicamente di entrare nelle proprie classi (come alla nostra responsabile di Trieste, Daniela Antoni, il cui preside si è piazzato sulla porta impedendole l’accesso e provocandole un collasso); altri sono stati incredibilmente sostituiti da bidelli ed addetti di segreteria come in alcune scuole di Torino. In molte scuole, parecchie decine di studenti sono stati ammassati in aula magna, dove qualche docente, prono ai nuovi padroni, ha “somministrato” l’amarissima medicina dei quiz. In molte scuole gli studenti sono usciti dalle classi o dalla scuola, oppure hanno consegnato in bianco i quiz; e in altrettante, i presidi-padroni, che si giocavano oggi il loro nuovo ruolo di “proprietari” degli istituti, sono arrivati a minacciare, come in alcune scuole di Roma, gli studenti del secondo anno che non intendevano fare i quiz di “denuncia penale”.

 Insomma, parecchie centinaia di presidi hanno introdotto oggi orripilanti forme di “fascismo scolastico”: ne terremo conto d’ora in poi in termini legali (inevitabili denunce alla magistratura), sindacali e politici (se dichiarano guerra ai docenti e agli studenti avranno adeguate risposte). Malgrado tutta questa indegna esibizione di muscoli dei nuovi padroni, nonostante il gravissimo deficit di democrazia sindacale, che ha impedito ai COBAS di svolgere assemblee nelle scuole, oggi si è confermato che la nostra campagna ha smascherato la colossale truffa Invalsi, e che almeno il 20% della categoria e degli studenti si è sottratto, in una forma o nell’altra, al ricatto e alle minacce. Da domani entreranno in campo le elementari: e lì saranno anche i genitori a darci una mano, intervenendo perché sia garantita la normale attività didattica o lasciando addirittura i figli a casa.  

Fino al 13 maggio proseguirà la mobilitazione. Indignati in massa contro l’interruzione illegale della didattica, contro la scuola-quiz, non collaboreremo neanche nei prossimi tre giorni allo svolgimento dei quiz Invalsi.

CHI FA I QUIZ INVALSI AVVELENA ANCHE TE: DIGLI DI SMETTERE.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS

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