Invalsi, come inciderà sulla libertà di insegnamento

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inviato da Marco Barone – E’ stato presentato il rapporto delle prove Invalsi 2013, non entrerò nel merito delle Regioni migliori o peggiori, degli alunni maschi o femmine, italiani o stranieri, mi soffermo invece su quello che è la vera incidenza del sistema Invalsi e del servizio nazionale di valutazione che si realizzerà in modo ancora più invasivo nell’esercizio ordinario della libertà d’insegnamento e contestuale attività didattica.

inviato da Marco Barone – E’ stato presentato il rapporto delle prove Invalsi 2013, non entrerò nel merito delle Regioni migliori o peggiori, degli alunni maschi o femmine, italiani o stranieri, mi soffermo invece su quello che è la vera incidenza del sistema Invalsi e del servizio nazionale di valutazione che si realizzerà in modo ancora più invasivo nell’esercizio ordinario della libertà d’insegnamento e contestuale attività didattica.

Come ho avuto più volte modo di scrivere il sistema Invalsi, cuore vitale del SNV, non potrà che condizionare l’attività didattica per ovvi motivi. Per far superare quelle prove agli studenti dovrai prepararli ma dovrai anche prepararli affinché possano rispondere così come il Sistema Invalsi vuole che si debba rispondere per evitare di far entrare la scuola nella griglia dal valore negativo ed incrementare in modo altrettanto negativo la media della Regione ivi considerata, perché poi è di questo che anche si parlerà.

Veniamo al dunque della questione attività didattica. Nel rapporto si precisa che la restituzione dei risultati a tutte le singole scuole è inoltre programmata per settembre (lo scorso anno conclusa in dicembre), sì da rendere la lettura degli stessi meglio fruibile per le scuole a fini di riflessione sulla propria programmazione didattica.

A sostegno di tali processi l’INVALSI ha anche avviato i primi contatti con talune Università per la definizione di un archivio a sostegno delle esperienze di uso delle prove INVALSI a fini di ricerca didattica e di riflessione sulla propria attività didattica. Nell’appena pubblicato Regolamento sul SNV si immagina- continua l’Invalsi- che le scuole – anche, ma non solo, sulla base delle risultanze delle rilevazioni nazionali sugli apprendimenti dei propri studenti, altri stimoli dovendo provenire dalle informazioni statistiche e amministrative sulle singole scuole, che lo stesso INVALSI, anche d’intesa col MIUR, sta provvedendo ad alimentare – riflettano sui processi organizzativi e didattici in essere al proprio interno, per verificarne l’adeguatezza al contesto entro cui operano e al fine di migliorare gli esiti formativi, da intendere in senso ampio, dei propri alunni. Certo, si parla di riflessione, ma riflessione vuol dire condizionamento diretto.

Ogni dubbio viene meno, le prove Invalsi condizioneranno l’attività didattica ed anche la libertà stessa d’insegnamento, ciò è un dato non contrastabile e di fatto.

Pre-Test
Come prima cosa, all’interno del rapporto, è stato dedicato spazio, a ciò che è stato sottovalutato e forse neanche conosciuto da molti, ai così detti pre-test.

L’Invalsi rende noto che il pre-test è stato svolto su alunni degli stessi livelli scolari coinvolti nell’indagine principale. Questo significa che agli studenti frequentanti, ad esempio, la classe II della secondaria superiore, vengono somministrati gli stessi fascicoli che, dopo le opportune verifiche e sulla base dell’analisi dei risultati, sono stati somministrati a studenti che frequentavano la classe II nel precedente anno scolastico. Il periodo scelto per effettuare la prova sul campo è in linea di massima l’ultima parte dell’anno, per garantire la maggior somiglianza del campione con gli studenti che prendono parte alla rilevazione principale. Gli studenti coinvolti nel pre-test sono stati, per tutti i livelli, approssimativamente 11.000: circa 4.200 nella scuola primaria, 4.100 nella scuola secondaria di I grado e 2.450 nella secondaria di II grado. Il numero di classi coinvolte è stato pari a 168 per la primaria (84 classi II e 84 classi V), 162 classi per la secondaria di I grado (81 classi prime e 81 classi terze) e 98 per la secondaria di II grado, comprensive di tutte le varie tipologie di istituto (Licei, Istituti Tecnici e Istituti Professionali).

La cosa interessante, che ben conferma ciò che ho sempre sostenuto ovvero che la somministrazione, tabulazione e correzione delle prove Invalsi non è di competenza del personale scolastico e tanto meno attività funzionale, è che le prove del pre-test sono state somministrate da personale esterno alle scuole, debitamente reclutato dall’INVALSI mediante selezione comparativa volta a garantire il rispetto della procedura, la correttezza e l’attendibilità delle somministrazioni. Le persone incaricate di ricoprire il ruolo di somministratore sono scrupolosamente formate a cura dell’Istituto stesso.

Invalsi ed Università
Per le scuole del II ciclo, l’ufficio statistico del MIUR sta iniziando a restituire informazioni sulla eventuale performance universitaria dei loro ex alunni. Più in generale, l’INVALSI restituirà informazioni atte a comparare gli apprendimenti degli alunni di un dato anno scolastico e quelli, relativi allo stesso grado scolastico, di anni precedenti e si restituiranno informazioni sugli apprendimenti pregressi – sì da poter stimare l’evoluzione nel tempo degli apprendimenti, meglio approssimando il concetto di valore aggiunto – nonché sulla successiva performance, in termini di apprendimenti, dei propri ex alunni.
Si giungerà alla costruzione di una ampia banca di item tra loro confrontabili, a precisare i percorsi parzialmente adattivi della prova stessa e le modalità di restituzione dei risultati che in questo caso dovranno pervenire anche ai singoli studenti, sì da renderli utilizzabili anche a fini di orientamento in tema di successive scelte universitarie.
Si ricorda infatti che, a regime, la collocazione temporale della prova è nel gennaio-febbraio, in modo da poter eventualmente costituire elemento utile da considerare nell’esame di Stato conclusivo del II ciclo – una questione più complessiva che non spetta all’INVALSI definire – e di fornire informazioni potenzialmente utili alle Università e ai singoli studenti circa l’eventuale successivo percorso di studi universitari di chi stia completando il II ciclo.

Soppressione prova in V primaria e I secondaria ed Invalsi ad ottobre
Si procederà ad una soppressione delle rilevazioni universali poste a fine anno scolastico in V primaria e I secondaria di primo grado, passando a una rilevazione, che si svolgerà per la prima volta nell’ottobre 2014, collocata all’avvio della I secondaria di primo grado. Tale rilevazione sarà mirata a fornire informazioni sullo stato di partenza delle classi che prendano l’avvio nel segmento secondario di primo grado e, allo stesso tempo, a misurare il grado di conseguimento dei traguardi educativi di chi abbia completato il percorso della scuola primaria – informazione che potrà essere fornita alle scuole di provenienza di tali alunni. In tema di nuove rilevazioni, va infine ricordato che l’INVALSI sta procedendo nel processo di introduzione d’una prova universale in V superiore

Invalsi al computer
Stante l’obiettivo di pervenire a una prova che possa universalmente – su poco meno di 500mila studenti del V anno di scuola secondaria superiore – essere somministrata su computer, sta procedendo lo sforzo di costruire una ampia banca di item da cui le prove di ciascun singolo studente possano venire tratte. Tutti gli item in questione, e gli aspetti pratici della loro somministrazione su computer, verranno testati nel corso del prossimo anno scolastico, verificandone l’intrinseca validità ed esaminandone la comparabilità.

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