Intervista a Toccafondi sulle scuole paritarie: sistema integrato che fa risparmiare allo Stato

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Red – Il quotidiano "Avvenire" ha intervistato Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’Istruzione con delega alle paritarie, a cui ha posto alcune domande relative ai fondi concessi dallo Stato.

Red – Il quotidiano "Avvenire" ha intervistato Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’Istruzione con delega alle paritarie, a cui ha posto alcune domande relative ai fondi concessi dallo Stato.

Toccafondi affronta i dati: "Le scuole paritarie ricevono 500 milioni, pari all’1,2% della spesa relativa alle scuole statali, e offrono servizio pubblico al 12% della popolazione scolastica. Le 13.657 scuole con le migliaia di insegnanti e oltre un milione di iscritti rappresentano una realtà pubblica che chiede attenzione e valorizzazione e non battaglie ideologiche."

Riguardo a cosa ne pensa il Governo del sistema integrato pubblico e privato, il sottosegretario ha risposto: "La scuola è tutta pubblica e non esistono due pesi e due misure. La visione moderna è quella di uno Stato inclusivo che si apre in maniera sussidiaria a chi dal basso cerca di dare risposte. Questo non vuol dire che lo Stato non esiste, deve fare le regole e deve farle rispettare. L’Italia è piena di esempi che ci ricordano che le persone unendosi hanno sempre cercato di dare risposte ai bisogni che incontravano, queste opere sono parte della risposta pubblica e rispettano norme e regolamenti statali e comunali. O si parte dalla realtà, anche storica del Paese, oppure si scivola nell’ideologia."

Riguardo alla questione fondi alle paritarie, per i quali si prevede un taglio del 50%, e quella sul reperimento dei soldi, ha risposto: "Il bilancio previsionale nel prossimo triennio prevede che a fronte di un contributo storico di 530 milioni di euro prevede in pratica un taglio del 50% del fondo. A questo si aggiunga anche il fatto che per il 2013, ad ora, in virtù di un passaggio normativo contenuto nel decreto 174, 160 milioni di euro sono congelati. Occorre precisare che si tratta di fondi solo virtuali per le Regioni, perché questi sono destinati direttamente alle scuole e sono solo di transito sui bilanci regionali ma sono fondi sui quali le scuole sanno di poter contare nel 2013. Il governo è cosciente che se non cambia qualcosa molte scuole saranno costrette o ad aumentare le rette alle famiglie o a chiudere e se le scuole chiudono la domanda di nuovi servizi arriverà ai comuni e allo stato con i costi che lei ricordava e con aumenti di spesa pubblica. Ancora una volta il realismo mi sembra più forte dell’ideologia".

Al taglio dei fondi si aggiungono altre tasse quali l’Imu, l’aumento dell’Iva, la Tares sui rifiuti. Il sottosegretario affronta così il problema " Stiamo lavorando per far comprendere che le scuole l’Imu non la devono pagare così come non la pagano le scuole statali o comunali. Se gestite da cooperative, ne ho viste molte gestite da coop di insegnanti o di genitori, dal 2014 saranno soggette non più ad Iva agevolata al 4% bensì al 10% con conseguente aumento dei costi e di rette. Inoltre la questione Tares: stiamo cercando una soluzione perché al momento mentre alle scuole si chiede un contributo a bambino alle paritarie il calcolo si fa sui mq, con costi altissimi. Insomma i problemi sono tanti ma cerchiamo in tutti i modi di porre rimedio perché siamo coscienti che stiamo parlando del sistema pubblico che si regge su due gambe: scuole pubbliche paritarie e pubbliche statali. Se cede una delle due gambe cede l’intero servizio. Perché la scuola è pubblica. Tutta."

Intanto l’Ocse conferma: le scuole paritarie sono un risparmio per lo Stato, che supera i 6 miliardi e 644 milioni di euro.

Il costo medio di uno studente delle scuole statali italiane è di 6.882,78 euro l’anno. Se si pensa che mediamente per uno studente di scuola paritaria lo stesso Stato spende 500 euro l’anno, il conto è presto fatto: per ogni studente delle paritarie lo Stato non spende (e dunque risparmia) 6.382,78 euro, che moltiplicato per il milione e 41mila iscritti attesta la cifra complessiva a 6 miliardi e 644 milioni di euro. Risparmio persino superiore a quello calcolato qualche anno fa dall’Associazione genitori scuole cattoliche, che era di 6 miliardi di euro.

Per il prossimo triennio sono previsti tagli del capitolo di bilancio (dei 530 milioni originari ne sono previsti 274 nel 2014, 270 nel 2015 e 270 nel 2016), ma anche parte di quelli faticosamente recuperati dal taglio 2013 risulta al momento congelata. Sono 160 milioni sui 223 "recuperati" con un accordo Stato-Regioni.

Nel decreto 174 del novembre 2012 (disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti locali), vi è un passaggio normativo in base al quale se le Regioni non effettueranno i risparmi di spesa imposti entro il 30 giugno, si arriverà alla decurtazione del fondo 2013 fino ad una cifra pari a 160 milioni di euro, attualmente "congelati": circa il 30% del fondo.

Contribuisce anche il capitolo dell’Imu, da cui lo scorso anno le paritarie non sono state esentate,e la tassa sui rifiuti Tares, che costringerebbe gli istituti paritari a pagare in base ai metri quadrati e non rispetto agli iscritti, come invece sembra essere previsto per istituti scolastici con altra gestione. Neppure le cooperative scolastiche si salveranno con l’aumento dell’Iva dal 4 al 10% a partire dal prossimo anno.

Un primo intervento dovrebbe riguardare proprio lo sblocco di tutti i fondi del 2013 e il reintegro per l’intero triennio 2014/2016.

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