Interrogazione parlamentare su scuole non statali. Retribuzione docenti e alunni H

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Gli On. Ghizzoni e De Pasquale hanno presentato una interrogazione parlamentare per chiedere interventi legati alla retribuzione dei docenti precari che lavorano nelle private in cambio del solo punteggio valido per le graduatorie e la mancata accettazione di alunni H in questi isituti.

Gli On. Ghizzoni e De Pasquale hanno presentato una interrogazione parlamentare per chiedere interventi legati alla retribuzione dei docenti precari che lavorano nelle private in cambio del solo punteggio valido per le graduatorie e la mancata accettazione di alunni H in questi isituti.

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-02674
presentata da
MANUELA GHIZZONI
mercoledì 17 marzo 2010, seduta n.300

GHIZZONI e DE PASQUALE. –
Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
– Per sapere – premesso che:

prendendo spunto da una denuncia circostanziata e suffragata da testimonianze certe operata dalla trasmissione televisiva «Presa diretta», andata in onda su Rai Tre l’8 febbraio 2009, con precedente atto di sindacato ispettivo n. 5-01003 è stata segnalata all’attenzione di codesto Ministero, la realtà di molti istituti privati e paritari risultati vere e proprie «fabbriche di diplomi», dove sembra sufficiente pagare alcune migliaia di euro per ottenere un titolo di studio;

non solo, in tali realtà si utilizzano un gran numero di docenti precari che, pur di accumulare il punteggio necessario a mantenere una migliore posizione nelle graduatorie, accettano il compromesso di insegnare presso tali istituti privati senza percepire nessuna retribuzione, svilendo del tutto il proprio ruolo di insegnante;

è evidente come tale situazione rappresenti una grave lesione per i diritti degli insegnanti e al tempo stesso la negazione del principio costituzionale che riconosce il diritto allo studio di ogni cittadino e cittadina, garantendo l’accesso a strutture idonee e di eccellenza per la propria formazione ed istruzione;

nella risposta alla suddetta interrogazione, resa in data 17 giugno 2009, nonostante quella che agli interroganti appare una certa genericità e reticenza, si affermava che «La vigilanza sulle istituzioni scolastiche paritarie è esercitata dagli uffici scolastici regionali, che ogni anno predispongono un piano di interventi atti ad accertare il permanere delle condizioni richieste dalla legge per il riconoscimento della parità scolastica. (…) per un approfondimento di tutte le questioni che interessano questo delicato settore è stato di recente costituito un gruppo di lavoro tecnico di supporto alla parità, nel quale sono rappresentate le associazioni di gestori delle scuole paritarie maggiormente rappresentative. Il coinvolgimento delle predette associazioni consentirà al Ministero di definire congiuntamente strategie di intervento per una valorizzazione della funzione svolta dalla scuole paritarie e per l’eliminazione delle cause che determinano discredito nell’opinione pubblica nei confronti delle stesse scuole». Al contempo, ammettendo la necessità di «verificare con i mezzi a disposizione dell’amministrazione scolastica, l’esistenza della grave circostanza, come illustrata nella trasmissione televisiva, che vede il docente acquiescente a prestare servizio senza il corrispondente riconoscimento economico» e disponendo che il direttore scolastico regionale per la Campania (regione presa ad esempio come caso lampante delle suddette denunce portate alla luce dall’inchiesta della trasmissione televisiva) predisponesse «un’ulteriore visita ispettiva a tappeto per tutti gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado della Campania, e non per la sola provincia di Salerno, per verificare la frequenza degli alunni, la presenza del contratto di lavoro, i registri e quant’altro il dirigente tecnico incaricato ritenga di verificare»;

a seguito delle visite ispettive effettuate, è stata decretata la revoca della parità scolastica, con decorrenza dall’anno scolastico 2009-2010, ad alcune istituzioni scolastiche paritarie delle province di Salerno e di Napoli, mentre si rimaneva in attesa di conoscere eventuali osservazioni dopo le ispezioni avviate da parte dell’ispettorato del lavoro della Campania;

nonostante il rinnovato interesse sull’operato di tali istituti e le verifiche operate dalle competenti strutture ministeriali, previa sollecitazione parlamentare, non sono mancate, anche di recente, ulteriori notizie di comportamenti e criteri gestionali al limite della legittimità;

in particolare, sono state molteplici le segnalazioni di esplicito rifiuto o di indisponibilità organizzativa nell’accettazione di iscrizione di alunni con disabilità, in palese contrasto con la legge 10 marzo 2000, n. 62, norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione, nonché con il recente n. 83 del 10 ottobre 2008, nel quale all’articolo 3, comma 4, lettera d) si sancisce che il gestore o il rappresentante legale della gestione delle scuole paritarie deve dichiarare, sotto la propria responsabilità di impegnarsi «ad applicare le norme vigenti in materia di inserimento di studenti con disabilità, con difficoltà specifiche di apprendimento o in condizioni di svantaggio». Condizione questa che, così come le altre previste dal citato decreto ministeriale, dovrà essere verificata dal locale Ufficio scolastico regionale;

anche in questo caso si tratta di gravi situazioni che, pregiudicando il diritto allo studio sulla base di inaccettabili discriminazioni della condizione personale, necessitano interventi immediati e rigorosi per il ripristino della legalità, per la revoca delle autorizzazioni illecitamente ottenute, nonché per operare l’indispensabile distinzione tra gli istituti che applicano lealmente e integralmente la disciplina in materia di parità scolastica e quelle che invece operano in maniera fraudolenta, per il solo scopo della massimizzazione del profitto, a scapito della vocazione formativa e dei diritti degli alunni e delle loro famiglie -:

quali siano i risultati del gruppo di lavoro tecnico di supporto alla parità, e se siano state effettivamente definite congiuntamente le citate strategie di intervento, di cui in premessa;

quali siano gli esiti degli impegni assunti in occasione della discussione dell’interrogazione 5-1003 con riferimento all’adozione di un’apposita circolare per evitare il ripetersi dei deprecabili abusi segnalati relativamente all’impiego di docenti senza retribuzioni;

con riferimento agli episodi di rifiuto all’iscrizione opposta alle famiglie degli alunni con disabilità, quali iniziative intenda assumere per avviare un’approfondita e rigorosa ispezione in tutta Italia, al fine di verificare la puntuale applicazione della normativa in materia di riconoscimento delle scuole paritarie, eventualmente adottando i necessari provvedimenti sanzionatori volti a debellare comportamenti che screditano la scuola tutta, danneggiano gli alunni e le loro famiglie, pregiudicando le previsioni costituzionali in materia di diritto all’istruzione.
(5-02674)

La riposta all’interrogazione

L’onorevole interrogante segnala nuovamente fenomeni, riferibili ad alcune scuole paritarie, che sono stati anche oggetto della trasmissione televisiva di RAI 3 «Presa diretta», andata in onda in data 8 febbraio 2009.
Sull’argomento si è già riferito in questa stessa sede il 17 giugno 2009, in risposta all’atto del medesimo interrogante n. 5-01003.
Va premesso che, come già fatto presente nella precedente occasione, il Regolamento recante la disciplina delle modalità procedimentali per il riconoscimento della parità scolastica e per il suo mantenimento, adottato con il decreto ministeriale n. 267 del 29 novembre 2007 in attuazione della legge n. 27 del 3 febbraio 2006, stabilisce che il gestore della scuola paritaria si impegna a «stipulare contratti individuali di lavoro per il coordinatore delle attività educative e didattiche e per il personale docente della scuola conformi ai contratti collettivi di settore»; dispone inoltre che «L’ufficio scolastico regionale accerta comunque la permanenza dei requisiti prescritti … mediante apposite verifiche ispettive che potranno essere disposte in qualsiasi momento».
La vigilanza sulle istituzioni scolastiche paritarie è dunque esercitata dagli Uffici scolastici regionali mediante la predisposizione di un piano di interventi volto ad accertare la permanenza delle condizioni previste per il riconoscimento della parità scolastica, fermo restando che, in presenza di specifiche segnalazioni, vengono dagli uffici medesimi disposti puntuali accertamenti.
In merito all’affermazione secondo cui taluni docenti precari, «pur di accumulare il punteggio necessario a mantenere una migliore posizione nelle graduatorie, accettano il compromesso di insegnare presso tali istituti privati senza percepire nessuna retribuzione», va preliminarmente ricordato che, in applicazione dei principi posti dalla legge n. 62 del 2000 sulla parità, la legge n. 333 del 20 agosto 2001 ha, fra l’altro, disposto che «I servizi di insegnamento prestati dal 1o settembre 2000 nelle scuole paritarie di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali».
Ciò premesso, confermo che in occasione delle visite ispettive disposte dai Direttori degli Uffici scolastici regionali vengono verificati gli atti relativi sia agli alunni che ai docenti. Per i docenti si verifica il possesso del titolo professionale e la presenza del contratto di lavoro. Si controllano inoltre i registri di presenza e quelli dei docenti. Dalla documentazione agli atti della scuola non si desume l’esistenza della grave circostanza di docenti consenzienti a prestare servizio senza il corrispondente riconoscimento economico. Tali circostanze sono eventualmente accertabili con gli strumenti disponibili da parte di altre autorità – quali l’autorità giudiziaria e le Direzioni regionali del lavoro, opportunamente interessate dalle Direzioni scolastiche regionali ricorrendone i presupposti.
A quest’ultimo proposito, ricordo che, rispondendo all’atto n. 5-01003, facevo presente che la Direzione scolastica regionale

la Campania aveva interessato la Direzione generale del lavoro della Campania per l’eventuale intervento degli ispettori del lavoro. La stessa Direzione scolastica regionale prosegue nell’azione di controllo e monitoraggio dell’attività delle scuole paritarie, in specie degli istituti paritari di istruzione secondaria di secondo grado, basata su una capillare verifica degli atti di funzionamento, avvalendosi anche di visite ispettive a cura di dirigenti tecnici ed assumendo, ove del caso, provvedimenti che hanno portato anche alla revoca della parità scolastica.
Quanto, poi, all’iscrizione degli alunni diversamente abili, come è noto, la legge n. 62 del 2000 prevede che «le scuole paritarie, svolgendo un servizio pubblico, accolgono chiunque, accettandone il progetto educativo, richieda di iscriversi, compresi gli alunni e gli studenti con handicap»; prevede inoltre, tra i requisiti per ottenere il riconoscimento della parità e per il suo mantenimento, l’impegno all’applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di studenti con handicap o in condizioni di svantaggio.
Anche con riferimento a questa disposizione legislativa, gli Uffici scolastici regionali svolgono una doverosa attività di vigilanza e controllo. In particolare, in relazione a notizie di stampa circa casi di scuole paritarie che non avrebbero iscritto alunni diversamente abili, gli uffici scolastici regionali interessati stanno svolgendo gli opportuni approfondimenti; va da sé che, qualora a seguito degli approfondimenti in corso dovessero trovare conferma le notizie riportate dagli organi di stampa, saranno adottati dai competenti uffici i consequenziali provvedimenti.
Vengo, infine, alle cosiddette fabbriche di diplomi e ai lavori del gruppo tecnico di supporto alla parità.
Il suddetto gruppo di lavoro ha presentato un documento di base sia sulla situazione esistente sia sulle prospettive.
In particolare, per quello che concerne la presenza, pur marginale, di situazioni che discreditano il ruolo svolto dalle istituzioni scolastiche paritarie, è stato evidenziato che le misure messe in atto fino ad ora possono essere ulteriormente migliorate per superare le situazioni rilevate e rendere più funzionale il servizio.
Il documento prodotto dal gruppo di lavoro è oggetto della massima attenzione.

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