Insegnare filosofia nei tecnici e professionali: toglie ore alle altre discipline o è in più, e verrà valutata? I problemi pratici di una scelta coraggiosa

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L’insegnante di filosofia Prof. Annalisa Boselli , che al momento svolge potenziamento in un istituto tecnico, commenta i recenti “Orientamenti per l’apprendimento della filosofia” pubblicati dal Ministero.

INSEGNARE FILOSOFIA NEI TECNICI E PROFESSIONALI: UN PROBLEMA PRATICO

“Da decenni ormai è attivo il dibattito sull’importanza dell’insegnamento della filosofia anche negli istituti tecnici e professionali. L’ultimo atto della vicenda – forse il più importante – è contenuto negli “Orientamenti per l’apprendimento della filosofia nella società della conoscenza” e nel Sillabo, due documenti elaborati da una commissione di esperti del mondo della scuola e dell’università.

Qui si mette in luce l’importanza della filosofia in tutti i campi del sapere e in tutte le preparazioni professionali, proprio in virtù della fluidità e velocità del mondo attuale e futuro, il cui posto professionale e umano è di difficile prevedibilità. Per questo motivo, capacità critica, di analisi, sintesi, di rimodulazione del proprio sapere, di adattabilità ai contesti più disparati, di vagliare i molteplici contenuti informativi sapendosi orientare nel flusso continuo di dati sono al primo posto nelle abilità del nuovo Millennio.

La filosofia incoraggia quella “visione dell’intero” tanto cara a Hegel; è quella abilità di andare oltre la sovra-specializzazione – così di moda oggi – alla ricerca di un principio di interpretazione dei fenomeni non puramente settoriale.

E’ quella capacità di conoscere se stessi e sapersi rapportare nel confronto con il mondo esterno, imparando a decifrare non solo i propri pensieri, ma anche i propri sogni. E le valenze pratiche in questo campo sono molteplici: pensiamo a un medico che sappia guardare al paziente oltre la sua specializzazione o a uno studente, in grado di capire le proprie vocazioni o a un uomo, capace di fare le scelte giuste di fronte alla vita.

Ma la filosofia è anche altro: è anche quella disciplina che incoraggia la creatività, cioè quella capacità unica e impagabile di riorganizzare informazioni, conoscenze, competenze, rivoluzionando anche la propria visione del mondo in funzione di qualcosa che non esiste ancora, per cambiarlo, migliorarlo in tutti i campi del sapere. E forse questo è proprio ciò che manca oggi nelle scuole, ovvero la percezione dell’altissimo valore sociale della creatività in ambito medico, economico, tecnologico, politico. E come Kant, Socrate e Cartesio ci dovrebbero aiutare in questa impresa? Intanto perché la filosofia è questo esercizio perenne del pensiero di rimettere tutto in discussione: il rapporto tra l’uomo e il mondo, tra l’uomo e i suoi simili, tra l’uomo e Dio; è analisi del linguaggio e di ciò che vi sta dietro, del processo cognitivo, dei contenuti della mente umana, dei valori, delle dottrine politiche ed economiche. Per dirla con Enzo Paci, è il “è il non arrendersi all’uomo così com’è; significa non darlo per scontato”: la conoscenza non è altro che un processo in continuo divenire, di rimessa in discussione delle precedenti “conquiste”, nella consapevolezza che nessuna di queste è mai definitiva e sempre aperta al cambiamento.

TAGLIO DI ORE? PIU’ DI 32 ORE A SETTIMANA? MATERIA CON VALUTAZIONE?

Ora, che la filosofia sia importante nell’educazione, a parte qualche eccezione, ormai sembra un dato acquisito. Il problema da affrontare è, semmai, pratico. E in questo i due documenti sopra citati affrontano solo in parte il problema, lasciando trovare alle singole scuole il modo per attuarlo.

Nei due documenti si parla di usare la quota di Autonomia; ma è difficile lasciar gestire la questione ai singoli istituti: nel caso di una rimodulazione complessiva, quale preside andrebbe a scontrarsi con docenti che si vedrebbero così tagliate le proprie ore? Viceversa, ampliando l’orario (oggi sono 32 ore alla settimana), siamo sicuri che i ragazzi resterebbero a scuola una o due ore in più alla settimana, considerando che si esce intorno alle 13.15/13.35 per una materia opzionale?

Poi andrebbe definito cosa si intenda per materia opzionale: viene valutata o no? E se non lo fosse perché mai uno studente la dovrebbe scegliere e, se lo fosse, perché aggiungere volontariamente una materia in più da studiare?

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