Insegnanti vogliono essere pagati di più, non premiati con il bonus

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Alcuni  docenti  dell’ IC “Japigia 1-Verga”, plesso Verga di Bari protestano contro il “Bonus Renzi”, per la valorizzazione del merito. Il loro documento

No al bonus merito

“Per molti di loro è il terzo anno consecutivo. Nella piena libertà individuale di pensiero e di azione i docenti hanno rifiutato la logica di un bonus che maschera la qualità di un insegnante dietro criteri quantitativi, dimenticando il delicato equilibrio di relazioni, saperi, metodologie e tecniche di apprendimento che ogni giorno faticosamente si conquistano all’interno di una classe, dove ogni alunno è una persona con bisogni diversi.

I docenti ribadiscono le loro motivazioni da tre anni a questa parte: il cosiddetto bonus per la valorizzazione del merito, imposto dal governo con la legge 107, non è altro che l’ennesimo tentativo di frantumare un’intera categoria di lavoratori mettendo tutti contro tutti, nonché di ledere la libertà di insegnamento con il suo potere di condizionamento, limitando fortemente l’autonomia professionale.

Questo non vuol dire che si sottraggano ad una valutazione del proprio lavoro, non significa che non debbano essere compensate le ore in più che si dedicano ad attività per la crescita di tutti gli alunni e dei più “deboli”, ma…VOGLIONO ESSERE RETRIBUITI, NON PREMIATI! Per anni si è lavorato gratis e proprio su questo senso di abnegazione e dedizione ha “marciato” chi li ha governati di volta in volta!

Tutto il loro rispetto va ai comitati di valutazione che hanno ovunque cercato criteri e descrittori capaci di quantificare il merito, ma ogni scuola ha creato il suo elenco, guardando nel proprio orticello o magari cercando con lungimiranza e competenza, ma con quale risultato? Sempre e solo una manciata di banconote per dire “bravi!”: è questa logica mercenaria che rifiutano. Per non dire che se si va in un’altra scuola quei criteri di merito sono magari “insignificanti” o “inutili”.

I docenti devono essere valutati da criteri nazionali e solo in piccola percentuale, ben stabilita, da criteri legati al contesto e all’utenza con cui si lavora.

I docenti devono essere giustamente retribuiti e devono essere “pagate” le ore aggiuntive di qualsiasi tipo, con un riconoscimento economico dignitoso!

Basta con le elemosine, basta con uno sfruttamento che schiaccia e mortifica la dignità di una persona e di un serio professionista! Basta con questa manciata di denaro, lanciata per “abbagliare”! Povero chi cade in questo tranello… Ricordano che il potere contrattuale degli insegnanti è ridotto al minimo e gli stipendi sono bloccati da un decennio…salvo poi piccoli cambiamenti che, come sempre, si rivelano “contentini”.

Possibile non sia stata vista la mercificazione della loro passione, dell’aggiornamento a loro spese, dei corsi fatti ovunque pur di migliorare, dei libri letti, dei progetti elaborati con i colleghi in ore e ore di programmazione a casa, a scuola, delle verifiche studiate e inventate, mai elaborate o previste prima, così come le strategie, perché imprevedibile è l’alunno che si ha di fronte, e tanto, tantissimo ancora …VORREBBERO essere valutati con la prospettiva di una crescita professionale che Li accompagni negli anni, un curriculum vitae che sia una presentazione ovunque si vada … e invece ancora una volta non se ne parla neanche … non conta cosa abbia fatto un insegnante per la sua crescita professionale, conta il “momento”, pagato con quello che il governo passa e passa anche la sua vita di insegnante, ignorata da politiche miopi e mendaci! Se cambia scuola non è più nessuno! Deve ricominciare, come se non avesse mai fatto niente!

E se si ferma, non ha mai fatto niente! Che dignità è questa? Cosa sia il lavoro reale di un insegnante? Chiedono ai governanti di provare a valutarlo! Loro stanno aspettando da anni che accada, che qualcuno voglia capirlo e riconoscerlo! Ringraziano gli alunni e le famiglie per averlo capito e riconosciuto … ma questo non deve, non può bastare più!”

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