Insegnanti e forme psichiatriche gravi: occorre trovare alternativa al licenziamento

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Il caso che stiamo per affrontare (debitamente camuffato) tratta di un docente cui sono stati richiesti, nell’arco di circa due lustri, una decina di accertamenti medici d’ufficio a causa delle tante bizzarrie attuate nella scuola in cui insegnava.

Purtroppo però la CMV non è mai riuscita a portarne a buon fine neanche uno, poiché il professore in questione si è sempre rifiutato di produrre i certificati psichiatrici richiesti fin dalla prima convocazione.

In seguito non si è mai più presentato alle visite successive richieste d’ufficio dall’amministrazione, perché ogni nuova convocazione veniva interpretata dal docente come atto persecutorio, mobbing, abuso di potere e, come tale, rigettata.

Chiamato a occuparmi del caso anni or sono, potei toccare con mano la questione accertando che la forma psicotica in atto determinava un delirio persecutorio che induceva il docente a sottrarsi ostinatamente a qualsiasi accertamento in CMV.

Nonostante la legge (DPR 171/11) preveda la risoluzione del rapporto di lavoro per il dipendente che non si presenti per due volte consecutive in CMV, l’USR ha assunto nel tempo provvedimenti estemporanei che consentissero l’allontanamento dell’insegnante dalle classi e la contestuale conservazione del posto di lavoro.

L’ultimo provvedimento (sospensione disciplinare di 6 mesi per l’ennesima mancata presentazione in CMV), lungi dall’indurre il professore a recarsi all’accertamento medico, ha visto precipitare ulteriormente la sintomatologia psicotica, con l’invio di lettere deliranti al dirigente scolastico. Il suddetto carteggio presenta una sintomatologia da manuale: manie di persecuzione, farneticazioni, deliri, insalate di parole, accuse, millanterie, denunce… il tutto tradotto, per giunta, in francese.

L’USR, secondo prassi, vuole procedere ora al licenziamento, ma il dirigente tenta un ultimo disperato passo perché il docente, peraltro con anzianità di servizio superiore a 20anni, possa fruire della dispensa dal servizio ed essere posto in quiescenza. Presa carta e penna, il preside scrive una toccante lettera all’USR. Saprà la burocrazia tenerne conto e trovare una via d’uscita al licenziamento?

La lettera del dirigente scolastico all’USR

Oggetto: Situazione contrattuale e medico-sanitaria del prof. Mario Rossi.

Si segnala la situazione attuale del prof. in oggetto – peraltro già nota da tempo a codesto Spettabile Ufficio – che è stato sospeso per sei mesi per essersi rifiutato, in ripetute occasioni, di sottoporsi ad accertamento medico d’ufficio.

Appare oramai acclarato che il docente in questione non si sottoporrà mai ad una visita medico collegiale, ritenendo tale richiesta un atto persecutorio nei suoi confronti e che non accetterà alcuna decisione da parte dell’Amministrazione di appartenenza.

Tale situazione si verifica come ultimo atto di innumerevoli bizzarrie, già riportate in significative relazioni predisposte per visite mediche collegiali precedenti, che sembrano inequivocabilmente moltiplicarsi e aggravarsi.

Il docente, attualmente sospeso, si reca peraltro tutti i giorni presso la biblioteca comunale del paese (sobbarcandosi anche un lungo tragitto in macchina dal domicilio) ove rimane per lo stesso numero di ore che costituiva il suo orario di permanenza a scuola.

Lo scrivente DS ha inoltre ricevuto, ultimamente, alcune lettere (si veda in particolare l’ultima) che lasciano desumere una situazione critica e assai deteriorata circa le condizioni in cui versa l’insegnante medesimo.

A tal proposito il sottoscritto ha voluto sentire il dott. Lodolo D’Oria, già a suo tempo interpellato come consulente per la prevenzione dello Stress Lavoro Correlato in questo Istituto nonché proprio per stilare la relazione d’invio del prof. in CMV. Il suddetto medico mi ha confermato trattarsi dell’evidente aggravamento di un pesante quadro psicopatologico a verosimile prognosi infausta. Questo quadro è inconfutabilmente di pertinenza medica – conferma Lodolo D’Oria – e per sua natura non ha nulla a che vedere con la dimensione disciplinare o sanzionatoria (licenziamento), ma richiederebbe il provvedimento di dispensa dal servizio (possibile anche per l’anzianità di servizio del docente superiore ai 20 anni).

Considerato che il docente vive da solo, non ha contatti con nessuno, presumibilmente ha come unica fonte di reddito il suo stipendio di docente, il suo licenziamento finirebbe per determinare scenari ancora più complessi e difficilmente risolvibili.

Chiedo pertanto di valutare attentamente per il docente un possibile percorso alternativo al licenziamento per riconoscere comunque una dispensa dal servizio per motivi di salute, soprattutto alla luce delle evidenze mediche ampiamente documentate in questi anni e da tempo agli atti della scuola nonché dell’USR.

Anche se la suddetta soluzione non costituisce la soluzione del problema, potrebbe almeno garantire al docente una fonte di reddito indispensabile nell’immediato e una qualche tutela sociale.

Riflessioni

Casi del genere sono per fortuna rari, tuttavia va sottolineato che la questione è prettamente medica e non disciplinare. In circostanze simili dovrebbe essere pertanto contemplata una possibilità alternativa al licenziamento, magari conferendo alla CMV la possibilità di operare sulla base degli atti a disposizione allorquando questi sono abbondanti, significativi e la storia clinica è lunga nonché eloquente come nel presente caso.

Indubbiamente apprezzabile, infine, il gesto del dirigente che scrive all’USR per tutelare il suo dipendente anziché volersene sbarazzare il prima possibile. È tutt’altro che raro assistere a presidi che, in simili circostanze, ricorrono alla sciagurata formula del trasferimento per incompatibilità ambientale,arrecando danno al collega pari grado cui viene assegnato il docente e all’insegnante stesso sottoposto a ulteriori e pericolosi stress per il cambiamento di sede.

PS proprio adesso, prima di andare on-line, mi è giunta la notizia che l’appello del dirigente caduto nel vuoto e il docente è stato licenziato. La burocrazia ha vinto ed ha creato un nuovo caso sociale umiliando l’uomo.

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