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Insegnamento della storia: rafforzare studio 900. Ecco le indicazioni ministeriali

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Con le Nuove Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo di istruzione, vengono evidenziati gli obiettivi che devono essere perseguiti dai docenti delle diverse discipline nell’affrontare tematiche legate alla Cittadinanza.

Come abbiamo chiarito nel nostro articolo, le attività legate ai temi di Cittadinanza coinvolgono tutte le aree disciplinari e, conseguentemente, interessano tutti i docenti, non solo gli insegnanti dell’area storico-geografica

Nel documento vengono fornite, quindi, indicazioni sugli strumenti culturali necessari per affrontare i temi legati alla Cittadinanza e vengono proposti alcuni spunti di riflessione in merito ai contributi che le varie discipline possono offrire allo sviluppo delle competenze chiave.

STORIA: OBIETTIVI DELLA DISCIPLINA E SUO RUOLO NEL CURRICOLO

Una delle discipline, alla quale le Nuove Indicazioni dedicano uno specifico paragrafo, è la Storia che, riprendendo quanto già stabilito nelle Indicazioni nazionali 2012, contribuisce “all’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva”.

Lo studio della Storia, ribadiscono le Nuove Indicazioni nazionali, permette di “indagare come l’umanità, nel tempo e nello spazio, ha affrontato e risolto i problemi di convivenza, di organizzazione sociale, di approvvigionamento delle risorse, di difesa; come in funzione di tali soluzioni ha sviluppato la cultura, l’economia, la tecnologia, le arti e la letteratura. Attraverso l’analisi delle “strutture” politiche, economiche, sociali, culturali, tecnologiche, permette di rilevarne le costanti e le differenze nel tempo e nello spazio, di apprezzarne le evoluzioni, di comprendere meglio il presente e di pianificare le scelte future alla luce degli avvenimenti del passato

Questa disciplina, quindi, rafforzando le competenze nell’ambito storico, offre un importante contributo alla formazione di “una cittadinanza nazionale, europea e mondiale”.

RAFFORZARE LO STUDIO DEL NOVECENTO

Viene sottolineata, per quanto riguarda la dimensione nazionale, la necessità di prestare una particolare attenzione alle vicende del Novecento, analizzando le pagine più difficili della nostra storia nazionale con l’obiettivo di educare gli studenti alla memoria e alla consapevolezza del nostro “passato recente”.

I docenti di Storia sono, quindi, chiamati a fornire agli studenti gli strumenti necessari per acquisire e consolidare la conoscenza della nostra Costituzione.

Nelle Nuove Indicazioni nazionali viene sottolineato, infatti, quanto segue:

Particolarmente significativo risulta il ricordo delle lotte di liberazione e del successivo momento di concordia nazionale che ha consentito di elaborare e poi di consolidare la nostra Costituzione”

DIMENSIONI “GLOBALI” DELLA DISCIPLINA

Oltre alla dimensione nazionale viene evidenziata anche la dimensione “globale” della disciplina, il cui insegnamento, come già rimarcato nelle Indicazioni nazionali 2012, deve avere un orizzonte molto più ampio di quello nazionale,in una prospettiva di continuo dialogo tra presente e passato”.

Viene ribadito, quindi, che “I due poli temporali, del presente e del passato, devono avere entrambi il giusto peso nel curricolo ed è opportuno che si richiamino continuamente. È tuttavia evidente che proprio l’attenzione alle vicende complesse del presente chiamino in causa le conoscenze di storia generale, articolate nell’arco del primo ciclo, sulla base della loro significatività ai fini di una prima comprensione del mondo.”

La comprensione del mondo per gli studenti e la comprensione della realtà che li circonda potrà avvenire, quindi, solo nell’ottica di una globalizzazione planetaria, in quanto una visione solo nazionale o eurocentrica non risulta più adeguata per leggere e comprendere la complessità della “società planetaria del XXI secolo”, in sintonia con le Linee Guida per l’Educazione globale, del Consiglio d’Europa (2008), e come sottolinea il documento Educazione alla cittadinanza globale. Temi e obiettivi di apprendimento, dell’UNESCO (2012) la cui introduzione, da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite, risulta decisamente esplicativa:

L’educazione può farci comprendere in profondità che siamo tutti legati in quanto cittadini di una comunità mondiale e che le sfide che dobbiamo affrontare sono interconnesse.”

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