Inizio lezioni ad ottobre, le motivazioni dei contrari

Di Lalla
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red – Contrari gli studenti dell’Unione degli Studenti, l’On. Mariangela Bastico "La Gelmini per la scuola punta al minimo", il sen. Giambrone (IdV): "Macelleria culturale e dei precari"

red – Contrari gli studenti dell’Unione degli Studenti, l’On. Mariangela Bastico "La Gelmini per la scuola punta al minimo", il sen. Giambrone (IdV): "Macelleria culturale e dei precari"

Unione degli Studenti: studenti contrari ad inizio lezioni ad ottobre

"E’ una proposta di legge inutile quella dell’onorevole Costa, tanto è vero che – nonostante la visibilità mediatica che sta riscuotendo – la proposta è stata presentata a maggio 2008 e non ci risulta che a tutt’oggi ne sia stata calendarizzata la discussione in parlamento.

Probabilmente, nell’era del federalismo, qualcuno si è scordato che ormai sono le regioni a decidere sui calendari scolastici, e le singole istituzioni scolastiche possono ulteriormente adettare i calendari alle esigenze della comunità scolastica e del territorio. Iniziare le lezioni ad ottobre comporterebbe uno slittamento degli esami di maturità a fine luglio, dato che i giorni di lezione devono essere almeno 200.

Inoltre, dubitiamo che iniziare le lezioni un mese più tardi possa favorire il turismo, occorrerebbe ridisegnare l’intero calendario lavorativo e non solo quello scolastico. Altrimenti, oltre a non favorire il turismo si creerebbe un ulteriore problema alle famiglie, che non saprebbero a chi affidare i propri figli più piccoli negli orari di lavoro."

On. Bastico: "La Gelmini per la scuola pubblica punta al minimo"

Il Pdl vuole scippare alle Regioni anche la competenza sul calendario scolastico e il ministro Gelmini si dice interessata. Questa è la negazione del federalismo: il governo mette in pratica l’esatto contrario di ciò che sbandiera ogni giorno.
L’nizio e la fine dell’anno scolastico e le vacanze sono definite, fin dai tempi dei provvedimenti Bassanini, dalle Regioni, in quanto queste devono coniugare le caratteristiche del territorio, climatiche, culturali, economiche e sociali, con le esigenze della scuola e delle famiglie. E così è avvenuto in questi anni, nel rispetto della normativa nazionale che prevede 200 giorni di scuola minimi.

Ora o la Gelmini vuole ridurre, anche attraverso questa modalità, il tempo scuola, dopo aver ridotto il tempo pieno e le ore di lezione nella scuola superiore, perseguendo così il suo disegno di scuola pubblica minima, oppure pensa di costringere i ragazzi ad andare a scuola fino alla fine di giugno e a svolgere la maturità a fine luglio, in condizioni climatiche assai poco competitive."

Sen. Giambrone: Macelleria culturale e dei precari

"Dopo la macelleria sociale, arriva quella culturale. Ridurre il tempo scuola con una didattica già penalizzata dai numerosi tagli della coppia ‘Gelmini-Tremonti’ significa abbassare ulteriormente l’asticella del sapere. Non lo permetteremo". Così il senatore Fabio Giambrone, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Istruzione commenta il ddl presentato in Senato dalla maggioranza che
prevede di spostare l’inizio dell’anno scolastico al 30 settembre.

"Mentre le scuole sono sempre più povere: senza risorse, senza materiale didattico, senza supplenti, senza corsi di recupero, la maggioranza tira fuori dal cilindro il taglio alle ore scolastiche infischiandosene dei giorni di lezione che, secondo la normativa europea, devono essere duecento".

"Il pretesto è sempre quello economico e cioè che l’attuale calendario danneggia il turismo (ma quale? Quello dei campi da golf della Brambilla?), senza pensare neanche per un attimo che un mese in meno significa anche meno lavoro per tanti precari e tante difficoltà in più per i genitori che lavorano. Se pensano di fare cassa sempre sulla pelle degli insegnanti, degli studenti e delle loro famiglie si sbagliano di grosso".

"L’Italia dei Valori farà una dura battaglia dentro e fuori le aule parlamentari contro chi vuole destrutturare la scuola colpendo il diritto alla conoscenza, con il beneplacito di un Ministro che anziché difendere l’Istruzione, non fa altro che affondarla".

La proposta

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