Incompatibilità, docente condannato a restituire al Miur 146.000 euro: svolgeva anche attività imprenditoriale
La Corte dei Conti di Venezia ha condannato un docente a restituire al Miur 146.000, 00, in quanto non ha rispettato le prescrizioni, previste dal DPR n. 3/1957 e dal D.L.vo 297/94, in materia di incompatibilità con la professione docente.
La Corte dei Conti di Venezia ha condannato un docente a restituire al Miur 146.000, 00, in quanto non ha rispettato le prescrizioni, previste dal DPR n. 3/1957 e dal D.L.vo 297/94, in materia di incompatibilità con la professione docente.
Com'è noto, i docenti (come anche il personale ATA) non possono svolgere, in quanto incompatibili, le seguenti attività, indicate dall'articolo 60 del citato DPR:
- esercizio del commercio e dell’industria;
- impieghi alle dipendenze di privati;
- cariche in società costituite a fine di lucro, eccetto quelle per le quali sia lo Stato a nominare, con contestuale autorizzazione del Ministro competente.
Abbiamo approfondito l'argomento in "Attività e cariche incompatibili per il personale docente ed ATA della scuola".
Ritornando al caso di Venezia, il docente suddetto è stato condannato proprio per il fatto di svolgere attività imprenditoriale, in quanto titolare di una ditta individuale tramite la quale svolgeva l'attività di sub-agente assicurativo.
Il processo è scaturito da un'indagine della Guardia di Finanza, che ha contestato al professore il fatto di svolgere contemporaneamente attività imprenditoriale e attività di insegnamento (all'epoca dei fatti contestati il docente insegnava presso l'Istituto Cini-Vendramin Corner di Venezia e il Cestari-Righi di Chioggia. Il duplice "lavoro" è stato svolto dallo stesso per 5 anni dal 2010 al 2015, procurandogli incenti guadagni.
L'insegnante si è difeso affermando di aver chiesto l'autorizzazione al dirigente scolastico, tuttavia quest'ultima è stata chiesta per svolgere attività libero-professionale. Essendo, però, quella svolta un'attività imprenditoriale la Corte dei Conti non ha avuto alcun dubbio, condannando, come suddetto, il docente in questione.