Impronte digitali ai presidi, i sindacati protestano. Bussetti: è trasparenza, serve solo per presenza

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I dirigenti scolastici protestano via Twitter contro il decreto Concretezza che prevede che vengano prese le loro impronte per rilevare la loro presenza nelle scuole.

I sindacati della scuola stanno organizzando la protesta ed hanno anche raccolto 200 mila – tra email e lettere – di critica al provvedimento, si punta a ottenerne 500 mila. Previsto anche un presidio e un flash mob davanti al Senato quando ci sarà l’approvazione del decreto.

Maddalena Gissi della Cisl Scuola afferma: “La dirigenza è presente nelle scuole e si fa in mille parti per garantire e tutelare studenti e personale, la rilevazione delle impronte e una provocazione e vogliamo dare al ministro Bongiorno una risposta provocatoria: stiamo impacchettando le impronte e le consegneremo al ministro per censire quanti presidi ci sono: probabilmente la ministra neppure lo sa. Sono persone che garantiscono alla scuola legalità, presenza sul territorio, istruzione, è una dirigenza che merita il rispetto da chi governa. Come sempre il personale Ata – prosegue Gissi – dimenticato negli impegni che erano stati assunti, viene ricordato quando si tratta di fare tagli e agire per molestare il personale che garantisce apertura e vigilanza delle scuole: diciamo no ad una forma di ulteriore disprezzo: chi lavora nella scuola non può essere annoverato tra fannulloni, nella scuola non hanno mai dato notizia”.

La Flc Cgil da giorni chiede “la totale esclusione dall’obbligo di verifica biometrica dell’identità di tutto il personale appartenente alla comunità educante: docenti, personale ATA e dirigenti scolastici”.

Fermamente contrario anche Pino Turi, segretario della Uil Scuola, che parla di misure “inapplicabili nelle scuole, e che la scuola non merita”.

Contrario è anche Luigi Gallo Presidente della Commissione Cultura del Movimento 5 Stelle della Camera dei deputati: “La ministra Bongiorno – scandisce – ha la testa dura a mantenere uno strumento inutile e costoso”.

Replica la vicepresidente del Pd e capogruppo dem in commissione Cultura, Anna Ascani: “Se il Movimento 5 stelle, come dice Gallo, è contrario ai controlli con le impronte digitali sui presidi, perché alla Camera non ha votato, compatto, contro? I controlli sui dirigenti scolastici sono nel Decreto Concretezza grazie al voto decisivo dei M5S”.

Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti interviene sulla questione delle impronte digitali richieste ai presidi dal decreto Concretezza e, in linea con il ministro della PA Giulia Biongiorno, assicura che si tratta “solo di una questione di trasparenza per verificare la presenza e non per misurare l’orario di lavoro, che non è previsto per i dirigenti”. Quanto al fatto che i controlli non siano previsti per i docenti, fa notare che “l’insegnante la sua presenza l’attesta con la firma sul registro” e si dice convinto che le critiche risulteranno infondate “nel momento in cui la questione sarà regolamentata dal decreto”.

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