Immissioni in ruolo, negli occhi dei neoassunti la speranza del futuro. Lettera

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Preside lascia la scuola

Inviata da Prof. Pier Paolo Segneri – È davvero emozionante scorgere la speranza dipinta negli occhi di centinaia d’insegnanti. Mi riferisco a tutti quei professori che sono speranza per gli altri e che, nei giorni scorsi, sono venuti a Latina per ottenere l’entrata in ruolo per le varie classi di concorso delle materie letterarie.

Sono arrivati da ogni angolo della regione Lazio portando davvero una speranza nel cuore: ottenere finalmente la tanto agognata cattedra. Tra loro, c’era anche il sottoscritto. Ed ero lì non soltanto per scrivere questo articolo. Ho guardato e osservato ciascuno dei miei colleghi scrutando i loro occhi: timidi, tesi, protesi, intensi, gioiosi, stanchi, felici, adrenalinici. Mai vista tanta partecipazione emotiva in un contesto formale e procedurale come quello vissuto dai professori giunti in questo inizio d’agosto a Latina.

Come se fossero tornati studenti per un giorno. Infatti, il 7, 8 e 9 Agosto, nel capoluogo pontino, si sono svolte le operazioni d’immissione in ruolo di tantissimi docenti a seguito del Concorso 2016. La convocazione si è tenuta in un clima serio, sereno e accogliente, presso la sede del Liceo Scientifico “G.B. Grassi”, in Via Padre S. Agostino, n° 8. C’è da dire che l’istituto scolastico ospitante, rispetto all’esperienza negativa dello scorso anno, che aveva avuto un’eco anche sui giornali e che, però, era stata vissuta in altre scuole e in un’altra situazione, ha dimostrato di saper gestire in modo ottimale l’afflusso di tanti professori, familiari e accompagnatori.

Inoltre, le procedure d’immissione stabilite dal Miur (Ministero dell’Università, Ricerca e Pubblica Istruzione) stavolta, dopo quanto accaduto un anno fa, sono state un po’ diverse: più snelle,  meglio coordinate, più ordinate. Certo, la tensione dei professori si avvertiva nell’aria, anche perché ciascuno di noi sperava e ha sperato fino all’ultimo di ottenere il posto sognato nell’istituto desiderato. E le procedure d’immissione non davano alcun conforto in tal senso, anzi: il rischio di dover ripiegare verso altri lidi era molto alto. Alla fine, comunque, tutti o quasi tutti sono usciti dal “Grassi” soddisfatti e sorridenti.

Un plauso, perciò, va anche ai funzionari preposti al compito di svolgere le operazioni e a quello di sovraintendere ogni fase della delicata procedura d’immissione in ruolo. Anche a loro va un esplicito ringraziamento perché hanno saputo organizzare bene i lavori, tenere abbastanza d’occhio i tempi e dare la necessaria serietà allo svolgimento delle operazioni, in un’aula magna fresca e confortevole, dotata di aria condizionata.

Encomiabile anche il lavoro delle sigle sindacali presenti, che hanno vigilato attentamente sulla regolarità di ogni passaggio formale: Cgil Latina, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda degli insegnanti e Anief, quest’ultima rappresentata da Rosa Rivieccio, Corrado Falcone e Floriana D’Antonio.

Insomma, nei giorni scorsi, a Latina, dopo lunghi anni di pazienza e di gavetta professionale, dopo contratti a tempo determinato che duravano anche una sola settimana o quindici giorni al massimo, dopo gli spezzoni di ore prese per sopravvivere, dopo anni di precariato, di studio e aggiornamento continuo, dopo l’abilitazione, le supplenze, i sacrifici, le sostituzioni e una vita vissuta alla giornata, finalmente, come ultima tappa di un calvario infinito, per molti colleghi insegnanti, c’è stata la tanto sospirata immissione in ruolo come docenti di Lettere. Insegnanti che sono giunti nel capoluogo pontino da tutte le province del Lazio e, soprattutto, da Roma.

Purtroppo, non tutte le ciambelle riescono col buco e, infatti, alcuni nominati delle classi di concorso A011 e A013, immessi in ruolo il 7 Agosto, sono stati riconvocati il 21 di questo mese in Via Legnano n. 34, nella sede dell’Ambito Territoriale di Latina. Evidentemente, ci sono state inadeguatezze gravi nelle disponibilità delle cattedre. Si vedrà. Ora, davvero, si spera soltanto che questo ulteriore disguido non abbia ripercussioni sui docenti e che non rappresenti un altro calvario per qualcuno. Abbiamo già dato.

Auguri, comunque, a tutti loro e a tutti coloro che sperano e credono nella scuola.

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