Immissioni in ruolo 2019, Anief: 80mila posti vacanti, solo uno su quattro andrà in ruolo

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comunicato Anief –  Comincia a prendere corpo l’enorme danno prodotto al sistema scolastico con il no all’inserimento nelle GaE dei diplomati magistrale prodotto dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato a fine febbraio: 

nei prossimi mesi, riferisce la stampa specializzata, “le sentenze di merito, che via via giungeranno, insieme a quelle già emesse, svuoteranno le suddette graduatorie ad esaurimento”, dove in tutti “sono presenti 67.312 insegnanti, di cui 42.000 diplomati magistrale, ossia il 65% del totale”.

Quel che preoccupa ancora di più è l’apatia del Miur, che “per porre rimedio alla situazione” venutasi a determinare, è rimasto fermo al “concorso straordinario, che è stato avviato e dovrebbe concludersi entro il mese di luglio 2019 con la pubblicazione delle graduatorie di merito. Al riguardo il condizionale è d’obbligo, considerata la lentezza che caratterizza le procedure concorsuali”, sottolinea Orizzonte Scuola. Nel frattempo, “il Ministro non sembra avere dubbi sul fatto che il prossimo anno scolastico inizierà regolarmente e che le procedure concorsuali, insieme alla GaE, permetteranno di coprire le cattedre vacanti in tutti i gradi istruzione”.

Anief, invece, non ha dubbi che qualora si arrivasse a settembre senza introdurre norme straordinarie sul reclutamento, per la scuola si prospetta un nuovo anno scolastico all’insegna dei posti scoperti e della mancanza di candidati, perché quelli che formati e disponibili a coprirli sono stati estromessi dalle graduatorie provinciali e costretti a collocarsi su un ristretto numero di istituti. Mentre il concorso straordinario, passato dal governo come la soluzione a tutto, coprirà soltanto un posto su cinque che ogni anno serve per garantire la continuità didattica.

Con l’aggravante ulteriore di 7 mila maestre prima immesse in ruolo con riserva, con tanto di anno di prova concluso, ed ora ricacciate all’indietro, come avviene con le pedine dei giochi di società, perché per essere rimesse in ruolo e confermate dovranno, secondo la logica del nuovo corso del Miur, dovranno rimettersi in pista e vincere per forza il nuovo concorso.

“Si sta dimostrando, numeri alla mano, che la situazione derivante dalla sentenza del Consiglio di Stato, sommata all’atteggiamento sempre più pilatesco del Ministero, produrrà un danno enorme alla scuola, ad iniziare da tanti alunni che si ritroveranno senza più il loro docente e per mesi alla ricerca di un sostituto”, commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

“Di riflesso – continua il sindacalista -, le conseguenze negative si ripercuoteranno anche agli altri settori scolastici, perché la blindatura delle GaE danneggia tutti i docenti, prescindendo dal livello di insegnamento. Paradossalmente, infatti, a settembre il Miur sarà riuscito nell’intento di creare un mostro organizzativo: 150 mila supplenze, di cui la oltre la metà su posti a tutti gli effetti vacanti e disponibili, dovevano essere coperte in parte con assunzioni a tempo indeterminato ed in parte con supplenze annuali, ma tutto questo diventerà un’impresa impossibile. Perché i docenti precari già selezionati, formati e pronti a subentrare, sono stati messi da parte. Con il risultato che gli alunni si ritroveranno dall’altra parte della cattedra dei precari inesperti e senza abilitazione, mentre chi l’ha conseguita ed insegna da tempo potrebbe ritrovarsi addirittura senza lavoro. Ecco perché – conclude Pacifico – invitiamo tutti ad aderire allo sciopero di venerdì prossimo 8 marzo.”.

Continuano i ricorsi di Anief in tribunale con l’udienza della Cassazione prevista per il prossimo 12 marzo, e la prossima decisione sul reclamo collettivo presentato dal giovane sindacato al Consiglio d’Europa perché sia l’UE ad imporre la fine dell’abuso di precariato pur in presenza di chiare direttive della stessa Unione europea che ne condannano la pratica, oltre i 36 mesi, in presenza di posti vacanti e disponibili: Anief, infine, rende pubblico di aver richiesto l’assorbimento nei ruoli dello Stato di tutto il personale precario storico anche attraverso specifiche proposte emendative al decreto Concretezza.

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