Il vero volto della scuola. Lettera

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Inviata da Gaia Gentili – Dirigente Scolastica ISC Cupra Marittima e Ripatransone (AP) – Sono un’operatrice scolastica, nel senso di chi opera concretamente mettendoci le mani e la faccia, ed assisto, sgomenta, alla descrizione deformata del vero volto della Scuola, che passa, anzi corre, sui media tradizionali e
digitali da parte di persone non addette ai lavori che, a vario titolo di giornalisti, genitori, professionisti, comuni
cittadini, esprimono, legittimamente, le proprie opinioni su diversi temi attuali del mondo scolastico e che ingenerano l’immagine di un volto tumefatto, corrugato ed accigliato, in sostanza poco rassicurante per studenti, famiglie e la collettività tutta.

Vorrei provare, per dovere, ma soprattutto per amore, a restituire dignità a quel volto sfigurato, non dal tempo che scorre, ma dal “nostro” tempo, quello della confusione comunicativa.

Premetto che il mio intervento non ha valenza polemica, né di difesa d’ufficio della Scuola e dei docenti, ma si propone l’intento di cancellare le cicatrici inferte al volto scolastico, provando a spiegare come stanno le cose a chi ( è necessario in un processo di comunicazione efficace) si porrà in atteggiamento di “ascolto attivo”, senza pregiudizio alcuno e senza la pretesa di possedere verità assolute in tasca, che sono quelle che maggiormente feriscono la Scuola.

Parto dall’attuale protagonista delle disquisizioni pubbliche e private che rappresenta una delle tante “espressioni” della Scuola: la DAD ( Didattica A Distanza) o didattica on line. E’ di chiara ed inequivocabile evidenza che la DAD non è una traslazione tout court della didattica ordinaria all’interno di un mezzo tecnico-informatico, ma, se utilizzata con buon senso, può rappresentare, una discreta sostituzione di quella in presenza, come di fatto sta rappresentando nella situazione emergenziale vissuta attualmente da Scuola e studenti.

Chi non è esperto di didattica ritiene che la modalità “regolare ed obbligatoria” di DAD sia la cd lezione live, perfetto surrogato di una lezione in presenza, in quanto sincrona, escludendo che i docenti possano effettuare lezioni on line in altre modalità. In realtà, qualunque modalità didattica on line, sincrona o asincrona (live,video/ audolezione, mail,
chat, piattaforma, registro elettronico), scelta dal docente, se opportunamente pianificata in base all’obiettivo da raggiungere e se garantisce un feed-back positivo dagli studenti, non soltanto è legittima, ma ha la stessa dignità di una live e, a scanso dell’ equivoco di un minor impegno dei docenti, comporta una progettazione molto più onerosa di una
live. La modalità asincrona, inoltre, è raccomandata per tutti quegli studenti con bisogni educativi digitali speciali, vale a dire coloro che devono condividere device e connettività con genitori e fratelli e, per questi motivi, non sono in grado di connettersi ai prescritti orari delle modalità sincrone, rischiando di perdere l’attività svolta, mentre nelle modalità asincrone sono in grado di recuperare attività e materiali didattici nel momento in cui hanno la disponibilità della strumentazione digitale.

La modalità asincrona, inoltre, garantisce più efficacemente i percorsi personalizzati, perché in questo momento è ancor più fondamentale superare le disuguaglianze: ciascun docente/team fornirà il
supporto formativo e didattico che riterrà più idoneo ad accompagnare in maniera individualizzata ciascuno studente, attività improponibile in una live.

Altra disquisizione quotidiana che imbruttisce la Scuola nel periodo pre-pasquale, lasciando passare l’immagine di un volto indifferente e rilassato, è quella inerente alla sospensione delle attività didattiche, giusto calendario scolastico regionale, per le vacanze pasquali: in primis va precisato che trattasi di una scelta ministeriale per garantire un minimo di ordinarietà nella scansione del tempo scolastico, in secundis la questione non è sul fatto che in ogni caso sia docenti che studenti sono a casa e, dunque, non avrebbe senso la sospensione della sospensione, bensì sul fatto che entrambe
le categorie hanno profuso un impegno smisurato, ormai da un mese, ed hanno diritto ad un momento di intervallo per una metariflessione sul lavoro svolto ed una riorganizzazione per quello che verrà e sarà quello di fine anno, impegnativo in tempi ordinari, figurarsi in tempi emergenziali.
Ultima questione, per ordine di trattazione ma non di importanza, è quella del lento e ritardato svolgimento del “programma”: la Scuola da sempre si occupa della formazione, vale a dire di educazione attraverso l’istruzione( educa per mezzo della conoscenza disciplinare), ed ora più che mai l’obiettivo non è completare un programma ministeriale, che peraltro non esiste dalle Indicazioni Nazionali, ma è far perdere il meno possibile ai nostri giovani ( perché inevitabilmente qualcosa perderanno), è garantire loro tutti gli strumenti possibili per un proficuo prosieguo del percorso formativo che verrà, è coaudiuvarli nel trasformare la complessità in opportunità, per far sì che riescano sempre a trovare un modo per guardare oltre e non un alibi per dichiararsi impotenti.

Da dirigente e da genitrice colgo anche questa occasione per ringraziare ed abbracciare virtualmente tutti i docenti per tutte le attività, formalizzate e non, in cui si stanno prodigando per garantire la massima vicinanza ai nostri ragazzi e, soprattutto, per la passione che li conduce sempre oltre i limiti umani e tecnologici, malgrado ci sia ancora spazio per
polemiche sterili volte a denigrare, svilire e rinnegare tutto (poco o tanto che sia) ciò che hanno sempre disegnato, come ora: il vero volto rassicurante e sorridente della Scuola.

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