Il patteggiamento del Voto Unico Concordato. Lettera

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Inviato da Bianca Maria Cartella – In principio fu la 107 del 2015 (detta Buona Scuola) da cui scaturirono deleghe, decreti e note ministeriali.

Tutto rigorosamente redatto da chi MAI aveva messo piede in un’aula scolastica. In principio fu la 107: una capillare distruzione del sistema scuola. Poi una serie di decreti legislativi, decreti ministeriali, circolari e note esplicative inneggianti al patteggiamento del VUC (Voto Unico Concordato).

Lor Signori hanno deciso che durante l’esame di Stato conclusivo del I ciclo di istruzione (terza media) i candidati svolgeranno una sola prova scritta riguardante le lingue straniere: una prova unica divisa in due sezioni. Gli insegnanti delle due lingue straniere correggeranno questa prova unica, la valuteranno e, alla fine, patteggeranno un VUC che ATTENZIONE! si raccomanda che NON sia la media tra le due valutazioni.

Quindi, per la prova scritta di lingue straniere: giornata unica, prova unica, foglio unico, voto unico. Docenti: due!

Ora, premesso che migliaia di insegnanti patteggeranno il VUC di lingua straniera – perché obbligati dalle norme vigenti – penso sia opportuno rilevare qualche incongruenza.

  1. Gli studenti non hanno prestazioni identiche nelle due lingue straniere studiate, quindi, perché un VUC?
  2. Gli insegnanti valutano le competenze mediante la certificazione delle competenze quindi, che senso ha un VUC sulla prova scritta?
  3. Ogni prova d’esame è corretta da UN docente di riferimento, il quale propone UNA valutazione poi ratificata collegialmente, quindi, perché i docenti di lingua straniera devono esprimere un VUC pur essendo due docenti distinti?
  4. In un’epoca in cui ogni valutazione fa media, perché si raccomanda di esprimere un VUC che non sia la media tra le due valutazioni di lingua straniera?
  5. Se la prova di lingua straniera è unica, perché si raccomanda di prevedere un congruo intervallo temporale tra le due sezioni? Forse per evitare eventuali inferenze linguistiche? No, Lor Signori non sanno neanche cosa siano!

E allora, visto che il patteggiamento del VUC era questione a me sconosciuta, intendo pubblicamente ringraziare, nell’ordine:

Mattarella, Renzi, Giannini (firmatari della 107/2015); Mattarella, Gentiloni, Fedeli, Madia, Padoan (firmatari del D. Lgs. 62/2017); Fedeli (firmataria del D.M. 741/2017); De Pasquale (firmataria della Nota 1865/2017); Palermo (firmataria della Nota MIUR 7885/2018).

Grazie per aver reso, anche la scuola, sede di patteggiamenti. Fortunatamente la Vera Scuola è molto altro.

Pensavate di semplificare le procedure? Ebbene no! Non le avete semplificate perché, di fatto, avete reso ridicola una procedura rigorosa e seria.

Pensavate di firmare delle direttive conformi alla Costituzione? Ebbene no! Perché il patteggiamento del VUC non è in alcun modo contemplato all’art. 33 della Costituzione che prevede libertà nell’insegnamento con riferimento al profilo metodologico e contenutistico e libertà dell’insegnamentocon riferimento all’ambito organizzativo e strutturale.

Pensavate di implementare la comunicazione? Ebbene no! Non l’avete implementata perché, di fatto, avete obbligato i docenti a concordare -senza criterio- valutazioni che possono anche essere legittimamente discordanti.

Pensavate ci fosse qualcosa da salvare nella 107? Ebbene no! E’ tutta da buttare via perché la Vera Scuola è una cosa seria; il patteggiamento del VUC no.

Bianca Maria Cartella

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