Il futuro dell’integrazione

Di Lalla
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Pasquale Pizzimenti – Buonasera, ho letto con grande attenzione l’articolo pubblicato dal Prof Gianfranco Palmariggi sul sito di Orizzonte Scuola e con mio grande plauso concordo pienamente con quanto dallo stesso segnalato ed evidenziato. Personalmente non faccio parte integrante del Sistema scuola, ma vivo diciamo "in uno stato di limbo" che mi porta a conoscere per via indotta quasi tutti i problemi con i quali il mondo della scuola è costretto oggi a convivere. Mia moglie è una docente di scuola media, oggi impegnata sul sostegno.

Pasquale Pizzimenti – Buonasera, ho letto con grande attenzione l’articolo pubblicato dal Prof Gianfranco Palmariggi sul sito di Orizzonte Scuola e con mio grande plauso concordo pienamente con quanto dallo stesso segnalato ed evidenziato. Personalmente non faccio parte integrante del Sistema scuola, ma vivo diciamo "in uno stato di limbo" che mi porta a conoscere per via indotta quasi tutti i problemi con i quali il mondo della scuola è costretto oggi a convivere. Mia moglie è una docente di scuola media, oggi impegnata sul sostegno.

Vivo con lei ogni giorno la sua realtà, il suo entusiasmo e la sua attenzione verso questo mondo così importante ed oggi più che mai poco attenzionato. Mondo che ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà sempre per l’uomo la culla di tutti i suoi sogni ed il luogo al quale affidare con grande fiducia quello che di più caro si ha: i nostri figli.

Questa mia riflessione e consequenziale esternazione nascono da una cocomitanza di sensazioni, dichiarazioni ed avvenimenti che si sono verificati nel corso di questo 2011.

Le dichiarazioni e l’alto senso di responsabilità del nostro carismatico Presidente della Repubblica; le esternazioni del Ministro dell’Istruzione, stanca forse di essere additata quale origine di tutte le difficoltà del mondo della scuola; le dichiarazioni poco "umane", incostituzionali e contro i diritti di ogni italiano della Lega; le vicende dei comuni cittadini costretti in molti casi a convivere con problematiche di natura occupazionale, economica ed assistenziale mi portano a concordare in pieno e a partecipare a quel sistema che sento nascere dal profondo della coscienza di ogni singolo cittadino.

E’ il momento di impegnarsi per traghettare il nostro futuro e quello dei nostri figli. Corre l’obbligo di ricercare una situazione di stabilità, di riconoscere le capacità di ogni singolo individuo,di eliminare logiche d’appartenenza o classiste.

I miei nonni mi hanno insegnato che "andare a letto custodendo nel cuore quello che di buono si è fatto è una delle più grandi soddisfazioni che l’uomo possa riconoscersi, dopo tutto siamo solo un periodo di tempo finito". Questo è quello che noto ed ammiro in mia moglie, ogni giorno impegnata per i suoi alunni. Qualcuno di questi la considera come un terzo genitore, addirittura in qualche occasione gli stessi genitori dei ragazzi, la chiamano per vivere, discutere ed affrontare un problema dei figli. Molte volte anche i genitori che vivono questa piccola diversità hanno la necessità di un appoggio morale, di un consiglio, di un conforto, di sentire la presenza e l’appoggio morale di una persona che vive e che come loro ha a cuore i loro figli ed il loro futuro.

E’ una grande soddisfazione per me mia moglie, le sue capacità, la sua voglia di mettersi in gioco ed impegnarsi per il futuro dei ragazzi. Sento questo sentimento e penso che come me molte persone che vivono in questo limbo: genitori dei ragazzi, affini dei docenti e del personale scolastico e tutti gli altri che vivono, vogliono e vorrebbero questo mondo come il migliore possibile, perchè all’interno di esso vengo allevate, custodite, formate le gemme preziose della stirpe umana.

Oggi i tempi sono maturati per eliminare dal Pubblico (inteso come collettività) gli interessi dei privati, alcuni dei quali veri e propri speculatori. I nostri avi hanno lottato, Spedizione dei Mille, battaglia sul Piave, Resistenza della II G.M. ed altri ancora per il futuro della loro prole, di chi verrà. Questo è il mondo da custodire gelosamente ed al quale riconoscere particolari attenzioni e i sacrifici maggiori. I ragazzi sono i nostri sogni, rappresentano le noste aspirazioni, i nostri più alti valori ed è a loro che dobbiamo pensare.

La scuola come tutto ciò che è Pubblico, nasce per soddisfare le esigenze della collettività, quindi non può essere sostituita dai privati o da pseudo tali. Nella coscienza dell’italiano questo sentimento è presente, ne è un esempio lampante l’ultimo Referendum. Gli sforzi di qualunque Governo devono e dovrebbero, a mio modesto avviso, essere volti ad azioni che permettano di rendere efficiente le attività del Pubblico, mai ad indicare come possibili alternative al Pubblico il Privato, ove sempre entrano in gioco interessi di varia natura. In una realtà democratica alcuni serivizi devono essere garantiti come servizi universali. Sicuramente è necessario tendere al pareggio di bilanci ed in situazioni negative contenere al massimo le perdite, ma mai perseguire degli utili. Ciò che rende una Democrazia tale è garantire ad ogni individuo una propria dignità sociale ed
instradarlo verso comportamenti corretti, che tengano conto dell’esistenza e della coesistenza con gli altri.

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"Maria Carmela – Salve a tutti, mi collego alla lettera del mio collega Gianfranco Palmariggi, sono anch’io una (precaria) insegnante specializzata per l’integrazione degli alunni disabili per la scuola secondaria di secondo grado, adoro questo lavoro (SCELTO) di cui sono molto fiera e piena di orgoglio, e spero di continuarlo a fare! Condivido pienamente le affermazioni del mio collega e a queste vorrei aggiungere un mio pensiero.

Queste associazioni, fondazioni ed enti caritativi, che si confrontano con il mondo scolastico della disabilità guardandolo da lontano invece di formulare giudizi su un qualcosa di cui non hanno una conoscenza reale, concreta, quotidiana, dovrebbero occuparsi di valorizzare di più questa figura che dal 1977 ha lottato per costruirsi come figura professionale e per rendere “vivi” nella quotidianità i diritti di tantissimi allievi disabili. E se queste vogliono occuparsi di qualcosa di veramente problematico, che svalorizza il ruolo di questa figura professionale, io ho da suggerire qualcosa.

Da anni si assegnano a vari allievi disabili, come insegnanti di sostegno, docenti soprannumerari non specializzati, chiamati prima degli insegnanti specializzati non di ruolo presenti negli elenchi di sostegno, vestendoli di una professionalità e di una competenza che giuridicamente e per meritocrazia non potrebbero vestire ma soprattutto svolgere! Fare integrazione richiede competenza e questa è legata a un determinato e speciale percorso di studio. Assegnare ad un allievo disabile un insegnante non specializzato (soprattutto quando può avere un insegnante specializzato) significa calpestare il suo diritto allo studio! E assistere a ciò non è motivante per un insegnante specializzato per l’integrazione degli alunni disabili!

E mentre le norme restano “lettera morta” (che personalmente mi sembra una problematica di cui occuparsi) ci si permette di formulare “da lontano” giudizi su una realtà che non si conosce!

Una giovane e precaria insegnante specializzata per l’integrazione degli alunni disabili"

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