Il contentino del part-time per gli ex Co.co.co. Lettera

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Inviato da Vincenzo Minici – Un contesto dissacratorio che mortifica il lavoro nella sua concettualità: Metro unico con cui si misura l’utilità sociale. 

Mai come negli ultimi anni il tema della qualità del lavoro si è offerto alla riflessione pubblica quale argomento di straordinaria e, talvolta, drammatica attualità. A preoccupare, in particolare, è la crescente precarizzazione lavorativa di intere fasce della popolazione che, per periodi sempre più lunghi, vengono costrette ai margini del sistema produttivo e professionale, con pesanti ricadute economiche, sociali, psicologiche ed esistenziali.

Gli ex cococo D.M. 66/2001 PRECARI DA PIU’ di 20 ANNI(Sic!), hanno avuto il loro misero contentino (sic!) a seguito della previsione in legge di stabilità 2018 (c. 619-621) dove sono stati sottoposti a stabilizzazione a partire dall’1° settembre 2018, dopo aver partecipato a una procedura selettiva per titoli e colloqui, a valere sui posti accantonati e congelati in organico di diritto del personale ATA.

La motivazione politica che ha accompagnato la misura in legge di bilancio 2018 è partita dal presupposto che le risorse finanziarie che oggi vengono spese per remunerare gli ex cococo, dopo un percorso storico di oltre 20 anni, possono essere allo stesso modo impiegate per finanziare l’agognata Stabilizzazione.

Ebbene, i 789 cococo, avendo superato le procedure selettive vengono assunti a tempo indeterminato dal 1° settembre 2018 con contratto part-time (imposto ex lege – SIC!) al 50% sui 445 posti accantonati. Questo in ragione del fatto che il DPR 119/2009 (art. 4, c.5) prevede il 50% del congelamento del posto in presenza di un cococo.

Ma il part-time applicato, non è sufficiente però a garantire una remunerazione adeguata a quella già percepita prima dai cococo (vale a dire oltre €.1000,00 mensili), che si è vista dimezzare con il part-time a (€.677,55).

ALLORA..SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO?

Gli ex cococo, costretti da sempre nel limbo di opportunità capestro, per lo più prive di prospettive a lungo termine, è a tutti gli effetti cittadini di serie B, che non possono costruire il proprio futuro, e nemmeno contribuire allo sviluppo del Paese, e ciò in netto contrasto con quanto stabilito dalla Costituzione.

Art. 3, comma 2: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Mi auguro che non sia troppo chiedere a chi ha la pazienza di leggere questo mio assunto, di adoperarsi affinchè sia garantita a tutti gli ex cococo un’equa retribuzione che permetta al lavoratore e ai suoi familiari un’esistenza libera e dignitosa, secondo quanto previsto dal dettato costituzionale, ed altresì, commutare questo deplorevole part-time in FULL-TIME.

Ringrazio quanti hanno prestato attenzione e hanno avuto la pazienza di leggere questo doloroso e triste e doloroso epilogo di chi per più di 20 anni è stato sfruttato dallo Stato senza ne diritti e ne tutele.

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