Il 70% dei diplomati prosegue gli studi

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A un anno dal diploma, il 66,8% dei diplomati si iscrive ad un corso di laurea (il 51,1% ha optato esclusivamente per lo studio, il 15,7% frequenta l’università lavorando); il 19,8% ha preferito inserirsi direttamente nel mercato del lavoro.

La restante quota, infine, si divide tra chi è alla ricerca attiva di un impiego (8,3%) e chi invece, per motivi vari (tra cui formazione non universitaria, motivi personali o l’attesa di chiamata per un lavoro già trovato), non cerca un lavoro (5,1%).

E’ quanto emerge dal Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati di scuola secondaria di secondo grado, realizzato da AlmaDiploma e dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.

A tre anni dal diploma aumenta la quota di occupati: è dedito esclusivamente al lavoro il 24,6% dei diplomati, è impegnato contemporaneamente nello studio e nel lavoro il 20,4% dei diplomati, mentre si dedica esclusivamente agli studi il 46,6% degli intervistati, il 5,3% è alla ricerca attiva di un impiego, mentre il 3,4% non cerca un lavoro. Tra i diplomati, il numero di coloro che ha scelto esclusivamente lo studio universitario è nettamente più elevato tra i liceali (67,1%) rispetto ai diplomati del tecnico (37,3%) e del professionale (14,3%).

Rimane assai elevata, ancora dopo tre anni dal diploma, la quota di liceali che studiano – esclusivamente – all’università: 59,6%, rispetto al 33,4% dei tecnici e al 15% dei professionali.

Erano già convinti tra i banchi della scuola secondaria di secondo grado di volerla fare se è vero che alla vigilia dell’Esame di Stato tra i diplomati del 2017 l’87,1% di coloro che avevano dichiarato di volersi iscrivere all’università ha successivamente confermato le proprie intenzioni. All’opposto, l’8,4% ha cambiato idea. La quota di chi ha rivisto le proprie scelte è decisamente consistente tra i diplomati professionali (34%) e i tecnici (14%), tra i liceali la quota dei ripensamenti è praticamente irrilevante (4,7%).

Tra i diplomati del 2017 iscritti all’università, la scelta si è orientata soprattutto verso un corso di laurea nell’area economico-sociale (21,8%; è il 34,3% tra i tecnici), umanistica (19,5%; è il 33,1% tra i diplomati professionali), ingegneria o architettura (18,5%, valore che sale al 22,5% tra i tecnici) e scientifica (16,4%; 16,5% sia tra i liceali che tra i tecnici).

Infine, tra chi prosegue gli studi con l’iscrizione all’università, la motivazione principale è di natura lavorativa (68,2%): il 45% dei diplomati intende infatti migliorare le opportunità di trovare lavoro, il 22,1% ritiene che la laurea sia necessaria per trovare lavoro e l’1,1% dichiara di essersi iscritto non avendo trovato alcun impiego. Il 30,2% è spinto invece dal desiderio di potenziare la propria formazione culturale.

Uno specifico approfondimento attiene alle attività di Alternanza Scuola-Lavoro.

Anche se sui diplomati del 2017 queste esperienze non riguardano ancora la totalità dei diplomati, l’indagine rileva che, ad un anno dal titolo, il 20,2% di quanti hanno svolto l’alternanza scuola-lavoro è stato successivamente richiamato dall’azienda i cui ha svolto questa attività.

Sono soprattutto i diplomati tecnici (23,3%) e professionali (24,8%) ad aver ricevuto una successiva proposta di collaborazione dall’azienda. Inoltre, tra quanti hanno svolto attività di alternanza scuola-lavoro durante gli studi e risultano occupati al momento dell’intervista, il 33% dichiara di lavorare, ancora dopo un anno dal diploma, nell’azienda presso cui ha svolto tale esperienza (è il 31,4% tra i tecnici e il 39,7% tra i professionali).

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