I ricorsi per le graduatorie ad esaurimento: nervo scoperto del governo

Di Lalla
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Federico Antonio Dalla Grana – Sono un insegnante di sostegno precario da 14 anni, con la specializzazione ottenuta nel biennio 1999/2001 (l’ultima specializzazione biennale che valeva quasi come una mini laurea!). Sono veramente sbigottito da quanto sta avvenendo nel mondo della scuola specialmente con l’ultima serie di ricorsi dei docenti precari. Il ricorso è infatti un "mezzo" giuridico che ha di per sè una natura di eccezionalità, è l’estrema ratio che l’ordinamento ha previsto per tutelare l’interesse legittimo del singolo.

Federico Antonio Dalla Grana – Sono un insegnante di sostegno precario da 14 anni, con la specializzazione ottenuta nel biennio 1999/2001 (l’ultima specializzazione biennale che valeva quasi come una mini laurea!). Sono veramente sbigottito da quanto sta avvenendo nel mondo della scuola specialmente con l’ultima serie di ricorsi dei docenti precari. Il ricorso è infatti un "mezzo" giuridico che ha di per sè una natura di eccezionalità, è l’estrema ratio che l’ordinamento ha previsto per tutelare l’interesse legittimo del singolo.

In passato questo strumento giuridico, almeno nella scuola (ma non solo), non veniva usato con una tale frequenza. Le motivazioni a mio avviso dell’uso uso abnorme del ricorso vanno ricercate nel cambiamento che c’è stato nel sistema politico ( sarebbe più corretto parlare della sua irreversibile crisi), capace solo di esprimere maggioranze poco rappresentative delle varie e complesse componenti
sociali del paese che non vedendo tutelati i propri interessi hanno avuto come unico modo quello di adire in giudizio, tentando di limitare o di cancellare gli abusi delle elite che governano.

Nell’ultimo decennio i governi che si sono succeduti ne hanno combinate di tutti i colori, ma il sistema ingiusto delle graduatorie e del reclutamento dei docenti non è cambiato minimamente. Si è passati da Berlinguer, che nello stesso tempo in cui istituiva le Siss faceva i concorsi ordinari e riservati, alla Moratti che istituiva il superpunteggio per il servizio in scuole disagiate, a Fioroni che nello stesso tempo in cui giustamente bloccava le graduatorie con un piano di immissioni in ruolo manteneva attive le Siss (un vero e proprio controsenso con 2-3 centomila precari!!), per non parlare poi della Gelmini che in tempo di crisi ha aggiunto ai disoccupati totali anche quelli della pubblica istruzione (unico governo in Europa a non proteggere i posti di lavoro!!).

Sembra che chi governa non abbia minimamente la conoscenza di quali siano i problemi reali e di come sia possibile evitarli o comunque farne fronte. Si vuole far passare tagli per una riforma, e facendo ciò a mio avviso si manca profondamente di rispetto alla scuola come istituzione che affranca l’individuo dalla barbarie del sonno e delle tenebre.

L’ultimo nervo scoperto di questo sistema malato sono i ricorsi per l’attribuzione degli scatti di anzianità ai precari e quello dell’Anief sull’inserimento a pettine, che hanno evidenziato per l’ennesima volta, anche se in forma più conclamata, come anche questo governo non sia in grado di voltare pagina e modificare radicalmente il sistema delle graduatorie. Così ancora ricorsi e controricorsi quando da parte del governo sarebbe più semplice immettere in ruolo i docenti precari e nel fare ciò non andare a commettere gli stessi errori del passato.

Certamente i ricorsi a cui mi riferivo sono pienamente legittimi, ma in una democrazia troviamo veramente che sia giusto arrivare a questo punto per vedere riconosciuti dei diritti che invece dovrebbero essere dati per scontati?

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