I docenti del Nord pagati di più, effetto regionalizzazione. Possibile scenario

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L’istruzione gestita direttamente dalle Regioni, è questa la grande riforma che questo Governo e maggioranza si prestano a portare a termine.

Regionalizzazione della scuola

La scuola è uno dei settori che sarà oggetto di delocalizzazione in alcune regioni del Nord. Prima tra tutte il Veneto, ma a ruota seguiranno Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio. Una tendenza che sta contagiando anche il Sud, con regioni quali la Puglia.

E’ nel contratto di Governo la volontà di dare maggiore autonomia alle Regioni, in attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, per, come si legge nel contratto di Governo tra Lega e M5S, portare “anche a rapida conclusione le trattative tra Governo e Regioni attualmente
aperte… ”

Con la regionalizzazione le regioni interessate potranno gestire autonomamente i concorsi, bandendoli solo a livello regionale, ed anche gli organici, aumentando il numero di docenti e ATA.

Potranno essere, inoltre, gestiti dalla Regione in cui si è assunti anche i possibili trasferimenti in altre Regioni, attraverso un meccanismo simile a quello del trasferimento all’interno della Pubblica Amministrazione, con finestre limitate.

Bussetti favorevole

Secondo il Ministro si tratta di un “modello virtuoso di gestione più capillare delle scuole. Ci potrebbe essere una fase transitoria in cui i professori potrebbero passare alla Regione su base volontaria. I programmi e gli ordinamenti restano invece allo Stato”.

Differenziazione stipendi

Le Regioni avranno anche il potere di stanziare fondi per la didattica e per gli stipendi dei Docenti. A dirlo ad Orizzonte Scuola l’assessore all’istruzione veneta Donazzan che ha apertamente parlato di possibilità di aumenti stipendiali ai docenti della Regione assegnati tramite meccanismo meritocratico. “Lo stipendio netto di un insegnante -ha detto la Donazzan – è di 1.200-1.300 euro al mese. Un modello che non può reggere. Infatti è scomparsa quasi del tutto la figura del maestro, proprio perché molti uomini si rifiutano di lavorare con compensi simili e preferiscono fare altro.”

La domanda che molti si sono posti è, questa possibilità di contribuire da parte delle Regioni agli stipendi dei docenti è sostenibile in tutte le Regioni italiane?

La preoccupazione di molti è che mentre i docenti del Nord potranno usufruire di risorse aggiuntive, quelle del Sud, soprattutto in regioni in difficoltà come Calabria o Sicilia, vedranno i propri stipendi al palo.

Una situazione che non è da dare come scontata, ma che potrebbe essere uno dei possibili scenari della regionalizzazione.

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