I docenti con Laurea in Scienze Motorie? Tutti fuori dal concorso per dirigente scolastico e tante grazie!

Di Lalla
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prof. Marco Indellicati – Egregio Ministro dell’Istruzione, con la presente mi rivolgo a Lei per far conoscere i motivi che mi hanno spinto a rassegnare le "dimissioni", irrevocabili ed immediate, dalla carica di "candidato al Concorso Ordinario per Dirigenti Scolastici" .

prof. Marco Indellicati – Egregio Ministro dell’Istruzione, con la presente mi rivolgo a Lei per far conoscere i motivi che mi hanno spinto a rassegnare le "dimissioni", irrevocabili ed immediate, dalla carica di "candidato al Concorso Ordinario per Dirigenti Scolastici" .

Tali dimissioni, che rappresentano per me un fatto doloroso, costituiscono tuttavia l’inevitabile epilogo di una situazione oggettivamente intollerabile.

Il mio non è un atto di rassegnazione, né tantomeno un gesto aventiniano, un “rendere le armi” ma un atto forte di testimonianza di chi sente il dovere di difendere la propria professionalità da una deriva “neo-assolutistica” che crea talmente tanta tensione nell’ambiente della Scuola da condurre al delirio di onnipotenza anche chi farebbe bene a limitare le proprie velleità (più precisamente “sottoposti”).

Mi riferisco in particolare all’atteggiamento della sua schiera di "Dirigentini" e dei suoi più stretti collaboratori che praticamente dal primo giorno del loro insediamento hanno manifestato aperta ostilità a chi verso laScuola nutre un vero e proprio sentimento di amore. Mi chiedo se sia possibile per persone di scuola, provare quell’ebbrezza del potere che stimola il sadismo, che diventa crudeltà, mobbizza, spettegola, inventa fandonie per screditare tutti e spiccare nella propria nullità.

Alla base delle mie dimissioni vi sono soprattutto i tentativi, dapprima velati, e poi sempre più manifesti, di indebita e gratuita persecuzione rinvenibile in diversi e ripetuti episodi nel corso di questo anno, così per dire, scolastico.

I miei tentativi, portati avanti con rinnovata disponibilità, di confronto civile, di confronto chiarificatore, da “uomo libero” da qualsiasi appartenenza e “forte” della passione per il proprio lavoro, non hanno prodotto alcun risultato.

Non ho, con questa mia, l’arroganza di tentare di innescare meccanismi di tipo “ispettivo”, ma semplicemente sento la necessità di manifestare a Lei il grande, profondo disagio che avverto pensando che dovrò passare ancora tanti anni scolastici in questo clima insopportabile.

Lascio il mio "incarico" con la consapevolezza di avere sempre operato nell’esclusivo interesse della scuola, avendo come mio unico punto di riferimento i valori che sono stati di mio padre e che, oggi, sempre più corroborano in me: il rispetto per le istituzioni, l’amore per la scuola, per la cultura, per l’arte, il rigore morale. Valori, questi, e lo scrivo con amarezza, assolutamente sconosciuti ai membri dell’attuale Governo della scuola, tutti accomunati dal fatto di non sapere qual è la differenza tra l’essere e il dover essere.

Una differenza, questa, che invece io conosco bene.

Colgo l’occasione per ringraziarla della sua preziosa attenzione.

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