A Grosseto bambini ‘morosi’ senza pasto a mensa

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Diverse decine di  studenti degli istituti comprensivi di Grosseto (scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo grado), non mangeranno più alla mensa scolastica se le loro famiglie non salderanno il conto dell’anno passato o degli anni precedenti.

Lo prevede il regolamento del servizio di refezione scolastica approvato dal consiglio comunale di Grosseto lo scorso maggio. A cinque mesi dall’annuncio della mini rivoluzione, scrivono i quotidiani locali, dopo due posticipi del termine delle iscrizioni – dal 31 luglio al 30 settembre e poi dal 30 settembre al 12 ottobre – e numerosi solleciti, il Comune ha deciso di passare all’azione: mangia chi ha pagato. Una decisione che ha provocato aspre critiche da parte dell’opposizione.

“Sulla vicenda – ha detto il sindaco -, non accettiamo strumentalizzazioni né letture becere o facili. Il nuovo regolamento sul servizio di refezione scolastica, approvato lo scorso maggio dal Consiglio comunale, è frutto di un’attenta disamina. Il provvedimento non tocca, tuttavia, le famiglie in difficoltà che, infatti, beneficiano dell’esenzione dal pagamento dei pasti. In questi 5 mesi, gli uffici comunali hanno lavorato costantemente, in maniera trasparente e con tutte le modalità possibili, per sollecitare i morosi a sanare la propria posizione e ristabilire la legalità. Sono oltre 1000 le famiglie morose, con una media annua che va man mano aumentando. Una situazione, questa – prosegue il sindaco -, non più tollerabile soprattutto nei confronti delle famiglie che regolarmente provvedono al pagamento, ma anche nei confronti di quelle che in questi mesi hanno provveduto a regolarizzare la proprio posizione debitoria. Non più tollerabile anche nel rispetto dell’intera collettività”.

Il numero dei morosi, lo scorso maggio, era esattamente di 1042 unità, a monte di un un totale di circa quattromila iscritti al servizio. Ieri mattina però erano solo 56 le famiglie la cui situazione era ancora pendente. In tutto il territorio comunale, alla fine, si è registrato un unico caso di un bambino che non è stato recuperato dai genitori a cui è stato comunque somministrato il pasto. I genitori hanno comunque informato la scuola che stanno provvedendo a saldare la loro quota.

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