Grande fratello fin dal nido? Genitori Age: no alle webcam

Di Lalla
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Ufficio stampa Associazione italiana genitori – Le cronache hanno parlato oggi di un asilo nido alla periferia di Ravenna in cui un sistema di webcam consente ai genitori di guardare a distanza i propri piccoli, in ogni momento, quando giocano, mangiano, hanno piccole scaramucce con i coetanei.

Ufficio stampa Associazione italiana genitori – Le cronache hanno parlato oggi di un asilo nido alla periferia di Ravenna in cui un sistema di webcam consente ai genitori di guardare a distanza i propri piccoli, in ogni momento, quando giocano, mangiano, hanno piccole scaramucce con i coetanei.

«Pare un’iniziativa volta più a sedare l’ansia e le preoccupazioni dei genitori, che a stimolare nei bambini l’autonomia e il desiderio di esplorare il mondo: i bambini devono crescere, staccandosi dai genitori, sia pure in contesti protetti proporzionalmente alla loro età», afferma Davide Guarneri presidente dell’Associazione italiana genitori (Age).

Secondo l’Age è molto più importante promuovere formazione rivolta ai genitori, così che sappiano gestire le proprie emozioni, assumendo stili educativi positivi, incoraggianti. «Rifiutandoci di accettare questa iniziativa come risposta ad alcuni (rari) casi di abusi compiuti all’interno di strutture per minori, ribadiamo quanto già in altre simili occasioni abbiamo sostenuto: l’educazione si poggia su rapporti fiduciari tra genitori e educatori».

«Più significativo realizzare accordi e percorsi formativi comuni, piuttosto che puntare su reciproci sospetti e controlli. Vogliamo davvero creare una società nella quale con le telecamere gli uni controllano gli altri? – si chiede Guarneri -. Il vero controllo di tipo sociale è nella costruzione di relazioni vere tra insegnanti e genitori, in un contesto positivo: più le scuole sono aperte ai genitori, più situazioni di rischio si riducono. Può esserci, purtroppo, la patologia o il caso isolato, ma con le telecamere si dice che di tutti gli insegnanti non si può fidare. Un messaggio assolutamente negativo, che potrebbe rivolgersi anche contro la categoria tutta dei genitori: si “controlla” e poi si chiede di stipulare Patti di corresponsabilità educativa?».

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