Granato (M5S): meno alunni per classe e abolizione definitiva chiamata diretta

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Continuano le interviste ai parlamentari che si occupano della scuola. Dopo un paio di mesi dall’insediamento del nuovo Governo, a fare il punto sulla situazione è la senatrice del Movimento 5 Stelle, Bianca Laura Granato. 

A ridosso delle elezioni, prima della formazione del Governo, auspicava la possibilità per il M5S di portare avanti il programma sulla scuola. A che punto siamo dopo due mesi?

Abbiamo già dato una svolta rispetto alla legge 107: la chiamata diretta è uscita dall’accordo sindacale e ci stiamo impegnando affinché esca anche dal testo della legge. Stiamo lavorando anche su altri fronti della riforma, con tavoli di lavoro per concordare le priorità di intervento. Per quanto riguarda la mia attività, ho due proposte pronte, sulla riduzione del numero degli alunni per classe e sull’alternanza scuola lavoro.

Perché ha pubblicato un post su fb per informare gli elettori che state lavorando a una revisione della 107?

Ho pubblicato quel post su Facebook per tranquillizzare gli animi “surriscaldati” di chi a diversi mesi dalle elezioni ancora non vede risultati concreti a causa dei tempi lunghi di insediamento del Governo e delle commissioni. Inoltre era importante ricordare che, al di là dell’azione del Governo e delle linee programmatiche che ne tracciano la direzione, l’iniziativa legislativa va portata avanti in primo luogo in Parlamento, che è la sede a ciò deputata.

Teme che gli elettori della scuola comincino a diffidare sul mantenimento delle promesse elettorali?

Purtroppo gli elettori hanno ragione a diffidare delle promesse dei politici, visti i precedenti. Tuttavia per il Movimento 5 Stelle mantenere le promesse è un impegno inderogabile, così come informare in totale trasparenza i cittadini del lavoro che stiamo facendo in Parlamento. Certo, non esistono bacchette magiche per risolvere subito tutte le criticità: molti interventi sono onerosi, vanno trovate le coperture, ed è necessario procedere in accordo con la Lega sulla base del Contratto di Governo.  

In particolare, non teme che i diplomati magistrale interessati dalla sentenza del Consiglio di Stato possano perdere fiducia nelle nuove forze al Governo?

Non lo temo perché stiamo operando per trovare una soluzione politica. Si sta lavorando in questa direzione, per comprendere un modo equo per dirimere una questione piuttosto controversa.

Ripartiamo da zero: dove e come interverrete sulla 107?

Tempi e modalità di intervento saranno oggetto del lavoro dei prossimi mesi. Non dimentichiamo che, di fatto, la legislatura è appena cominciata con l’insediamento del Governo e la composizione delle commissioni permanenti. I settori di intervento sono numerosi, dalla chiamata diretta all’alternanza scuola-lavoro, agli ambiti territoriali, solo per citarne alcuni. Non posso anticipare gli strumenti giuridici che saranno utilizzati ma abbiamo di fronte un orizzonte temporale congruo per supportare e promuovere la nostra visione di un sistema scolastico più meritocratico e vicino a docenti e studenti.

I programmi sulla scuola fra Lega e M5S non coincidevano fino in fondo. A che cosa avete rinunciato?

Non parlerei di rinunce ma di una mediazione che non esclude nessuno dei temi cruciali del nostro programma.

Questione scuole paritarie: c’è stato un compromesso?

Non abbiamo ancora affrontato l’argomento. Noi rimaniamo sulla nostra posizione.

È rimasta soddisfatta dalla presentazione delle linee programmatiche sulla scuola del Ministro Bussetti presentate in Senato?

Credo che il Ministro abbia manifestato la sua buona volontà nel voler risolvere i problemi nell’ambito delle sue competenze. Le scelte politiche e l’iniziativa legislativa è giusto che restino competenze dei parlamentari eletti, nel rispetto dei ruoli e delle funzioni, nonché delle responsabilità, di ciascuno. Per troppi anni abbiamo assistiamo ad uno svuotamento delle prerogative del Parlamento, perpetrata da forze politiche che hanno snaturato i rapporti tra gli organi costituzionali.

Di recente ha scritto: “l’attività parlamentare sarà complementare ed integrativa rispetto a quella del governo esposta dal Ministro Bussetti: è una frase che suona meglio per chi sta all’opposizione…”

Non suona assolutamente da opposizione: è solo il modo corretto di vivere e far vivere le istituzioni per come ce le hanno consegnate i Padri Costituenti.

In una recente intervista ha affermato “In tema di assistenza e politiche sociali la Calabria è all’anno zero”. Sulla scuola in Calabria (e nel Sud in genere) a che anno siamo?

In Calabria ci sono tante scuole fatte da docenti e dirigenti che si impegnano tantissimo con ottimi risultati. In fatto di scuola, l’unico curricolo che ha notevolmente penalizzato i ragazzi calabresi e di tutto il sud è stato l’alternanza scuola lavoro, il che non ha nulla a che vedere con le nostre scuole, ma con la situazione del territorio. Siamo noi politici che dobbiamo stare vicini al personale scolastico di tutta Italia, dando tutte le risposte che attendono. Finora dal ministero a gestione PD hanno avuto solo “scarica-barile” rispetto ai guai prodotti dalla cosiddetta “buona scuola”. Abbiamo tante cose a cui rimediare.

C’è una “questione meridionale” nella scuola?

La “questione meridionale” nella scuola italiana è nata con i mancati investimenti sul tempo pieno e sul tempo scuola. Lavoreremo alacremente per trovare le migliori soluzioni.

In un’intervista, dopo una visita in carcere, ha detto: “Occorre riformare la giustizia limitando i tempi dei processi, intervenendo con metodo sulla prescrizione, garantendo a tutti certezza del diritto e della pena e creando possibilità di lavoro e reddito per le famiglie dei detenuti”. Ha parlato di formazione in senso generale nei penitenziari. Non ha mai citato le scuole: negli istituti di pena funzionano bene?

Prima di dire che funzionano bene dovrei approfondire, perché bisognerebbe valutare la qualità del servizio con più strumenti di quelli che ho avuto io. In realtà i detenuti che ho avuto modo di intervistare erano soddisfatti e i docenti che lavorano nelle carceri con cui ho avuto modo di confrontarmi, in genere, lo fanno con una gratificazione maggiore di quelli che lavorano nelle scuole. Questo qualcosa vorrà dire sul clima e sulla motivazione di operatori e fruitori del servizio. Ciò testimonia che non è il luogo che rende soddisfacente il lavoro, ma la motivazione, la serenità, l’assenza di quella competizione che ha rovinato l’aria che si respira nelle scuole, grazie alla legge 107 del 2015, che fa la differenza.

Infine, sulle strutture di missione. Secondo i Senatori Pd sono state soppresse. È vero? Se sì, i fondi per l’edilizia scolastica assegnati che fine faranno?

In tema di edilizia scolastica è recentemente intervenuto il decreto-legge sul riordino dei ministeri, attualmente all’esame del Parlamento per la conversione in legge, in cui è stata fatta una scelta precisa, ovvero quella di semplificare ed evitare inutili e dispersive duplicazioni delle procedure per la gestione dei fondi, tornati nella competenza del Miur.

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