Graduatorie: il paese dei balocchi

Di Lalla
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Marisa Minieri – Sono la moglie di un precario della scuola da dodici anni e madre di due figli. Anche io, benché abbia perso ormai fiducia nelle istituzioni, voglio muovere una critica allo stato Italiano che si professa così: libero e democratico, a mio avviso fazioso e bugiardo. Nel nostro “bel paese”, difficilmente si conquista qualcosa con un percorso prestabilito, si tenta in ogni modo stando dietro e non facilmente a tutti cavilli legali che, cambiano ovviamente dall’oggi al domani, di arrivare a conquistare un’ avvenire e una sicurezza tangibili.

Marisa Minieri – Sono la moglie di un precario della scuola da dodici anni e madre di due figli. Anche io, benché abbia perso ormai fiducia nelle istituzioni, voglio muovere una critica allo stato Italiano che si professa così: libero e democratico, a mio avviso fazioso e bugiardo. Nel nostro “bel paese”, difficilmente si conquista qualcosa con un percorso prestabilito, si tenta in ogni modo stando dietro e non facilmente a tutti cavilli legali che, cambiano ovviamente dall’oggi al domani, di arrivare a conquistare un’ avvenire e una sicurezza tangibili.

Il paese dei balocchi, o meglio il paese dei condoni, dove ci sono momenti in cui crediamo essere i predestinati, i fortunati del momento, ma poi alla prima sveglia mattutina ci ritroviamo con le orecchie lunghe e la coda tra le gambe. Una bella secchiata d’acqua in faccia che ci fa riflettere sull’ennesima presa in giro del momento, e su quanto pagheremo per quest’ultima effimera illusione. Tutti noi,  conoscendo bene questo particolare vezzo della nostra politica, siamo sempre alla ricerca del nulla, tentati a seguire strade dall’apparente inutilità. Quello che più stupisce però è che nostri sacrosanti diritti vengono calpestati continuamente, con leggi anticostituzionali o norme palesemente faziose.

Anche la scuola ed i suoi precari hanno percorso la medesima strada. I precari, entrati con qualche spezzone di supplenza e senza alcuna speranza, si sono ritrovati dopo qualche anno gli unici disoccupati a pagare un corso di formazione a caro prezzo e rimanere disoccupati.

Mio marito ha perso il meglio della vita familiare e personale, segregato ogni anno in una stanza diversa, in una diversa città, con persone diverse e sempre più lontano dal calore della sua famiglia. Fare l’elenco di cosa abbia rinunciato e patito in questi anni sembrerebbe riduttivo e poco rispettoso per tutti suoi colleghi, ciascuno in modo e modalità diversa ha fatto sacrifici.

Purtroppo in questa graduatoria i sacrifici non sono contemplati o meglio lo sono solo alcuni, come salire di quota, vivere su una bella isola oppure insegnare nelle carceri.

Non ho una lista di nomi da ringraziare, secondo il mio giudizio tutti sono complici di questa situazione insostenibile, mi dispiace solo sentire i commenti di questo popolo: disunito. Quando giudica qualche politico positivamente solo perché ha sostenuto la causa che potrebbe far comodo a qualcuno, ma poi dimentica tutto il resto, i grandi numeri che si nascondono dietro queste interminabili graduatorie, forse il grande passo sarebbe quello di realizzare che dietro questi numeri ci sono delle persone che hanno il diritto prima di tutto di vivere una vita dignitosa..

In ogni caso le guerre si vincono solo con la coesione, focalizzando tutti il medesimo obiettivo, e non cadere nella trappola di ci vuole dividere e vuole distogliere l’attenzione dal reale problema discutendo su argomenti diversi, ciascuno caro a qualcuno.

Auguro a mio marito ed a tutti precari di poter essere sempre liberi di scegliere e far valere i propri diritti in tutto il territorio nazionale, senza barriere di alcun genere, e di raggiungere presto l’obiettivo tanto agognato nel rispetto di tutti.

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