Graduatorie ad esaurimento: resto o vado via?

Di Lalla
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Rosanna Ficarra – RESTO nella graduatoria di Palermo perché ho due figli, una di 9 e uno di 4 anni, ben inseriti nel loro territorio… e non voglio destabilizzarli per alcuna ragione. VADO VIA e mi inserisco a pettine in un’altra provincia perché qui, nonostante una laurea con 110 lode e menzione, 7 anni di incarico annuale, 3 corsi di perfezionamento e un faticoso dottorato di ricerca rischio di non lavorare più, se non con supplenze saltuarie.

Rosanna Ficarra – RESTO nella graduatoria di Palermo perché ho due figli, una di 9 e uno di 4 anni, ben inseriti nel loro territorio… e non voglio destabilizzarli per alcuna ragione. VADO VIA e mi inserisco a pettine in un’altra provincia perché qui, nonostante una laurea con 110 lode e menzione, 7 anni di incarico annuale, 3 corsi di perfezionamento e un faticoso dottorato di ricerca rischio di non lavorare più, se non con supplenze saltuarie.

RESTO perché ho un marito adorabile che ha un contratto a tempo indeterminato qui a Palermo, dal quale non voglio separarmi neppure per un giorno.

VADO VIA perché Palermo oggi non può offrirmi nulla professionalmente e, molto probabilmente, accadrà la stessa cosa domani ai miei figli.

RESTO perché è impensabile fare la pendolare da Nord a Sud Italia per i prossimi cinque anni, privando i miei figli della presenza continua e costante ora della madre ora del padre.

VADO VIA perché, col punteggio che ho (che nessuno mi ha regalato!), al Nord otterrei il tanto agognato ruolo.

RESTO perché, più del ruolo, m’importa non smembrare la mia famiglia.

VADO VIA perché non ne posso più di passare le vacanze estive tra uffici Inps per gli assegni di disoccupazione e l’incubo di non avere l’incarico annuale.

RESTO perché voglio andare a dormire ogni sera dando il bacio della buona notte a Francesca, Alberto e Giorgio.

VADO VIA perché non ne posso più di questa vita da precaria, che mi porta ogni anno ad avere alunni e colleghi diversi, e che inizia a demotivarmi privandomi d’ogni entusiasmo perché sia io che i miei alunni sappiamo che io sono solo di passaggio… niente più d’una parentesi precaria.

RESTO perché voglio svegliarmi ogni mattina augurando il buongiorno a Francesca, Alberto e Giorgio. Loro sono la mia vera stabilità.

VADO VIA perché mi piace l’idea di mettermi in gioco, di conoscere lidi nuovi e differenti, di sperimentarmi…In fondo l’essenza dell’uomo è il cambiamento, l’andare oltre…

RESTO perché una parte di me ha paura del cambiamento…

VADO VIA per rispetto di me stessa, del mio iter di studi, della mia professionalità.

RESTO per rispetto di me stessa, del mio essere madre e moglie.

Resto o vado via?

Ai posteri, alla mia gastrite e alle mie notti insonni l’ardua sentenza.

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