Governo celebra scuola paritaria, ma il servizio dei docenti non è valido per mobilità e pre-ruolo. Lettera

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Preside lascia la scuola

inviato da prof. Salvatore Giancarlo* – Negli ultimi anni, con l’avvicinarsi della contrattazione sulla mobilità si accende il dibattito/scontro scuola statale – scuola paritaria, che fanno parte dello stesso sistema di istruzione.

Da rappresentanti istituzionali arrivano dichiarazioni che, spesso, appaiono in contrasto con la realtà, soprattutto quella che riguarda i docenti.

Questo mio intervento prende spunto proprie da alcune di esse degli ultimi giorni dell’on. Gabriele Toccafondi, “orgogliosi di quanto fatto per la scuola paritaria” e soprattutto della ministra on. Valeria Fedeli: il valore della parità è particolarmente importante. Stiamo facendo un lavoro comune sulla stessa qualità di percorso formativo e riconoscimento di titoli all’interno di contenitori differenti. Il pluralismo va inteso in questo modo. Abbiamo un tema comune: la scelta di occuparci di educazione, istruzione e formazione personale”!!!

Dunque: da queste dichiarazioni mi verrebbe da chiedere alla ministra:
il percorso formativo da chi è seguito?

Chi si occupa di educazione e istruzione nelle scuole paritarie?

Chi aiuta gli alunni in questo percorso formativo (i docenti) perché allo Stato risulta praticamente sconosciuto?

Se c’è il riconoscimento di un titolo conseguito “all’interno di contesti differenti”, PERCHE’ il servizio reso dai docenti agli alunni per conseguirlo non è riconosciuto allo steso modo in fase di mobilità come pre ruolo?

Questi quesiti sono già stati posti negli ultimi anni da “comuni mortali” come il sottoscritto e altri colleghi tramite contatti pubblici ai rappresentanti istituzionali, ma non hanno mai avuto risposta.

Probabilmente dovrebbero essere posti da qualcuno che abbia la FORZA per poterlo fare e, questo, alla viglia dell’inizio della contrattazione potrebbe essere il momento giusto!!!

Io comprendo benissimo le reazioni che vengono da più parti contro la scuola paritaria e sono il primo ad augurarmi che le ispezioni (vi assicuro che sono fatte, le ho vissute personalmente anche in sede di esami) e i controlli aumentino e siano sempre più rigidi, in modo da scoprire, eventualmente, chi bara e offre un servizio non adeguato alle esigenze degli alunni e del sistema di istruzione italiano di cui fa parte, facendo allargare critiche e giudizi negativi a tutto il sistema delle scuole paritarie, oscurando anche l’attività degli Istituti che rispettano le regole.

Inviterei tutti coloro che “attaccano” le scuole paritarie a “scoprire” le realtà di alcuni istituti gestiti da enti religiosi o privati come ad esempio il Marymount international school di Roma; toccherete con mano che le scuole paritarie non sono tutte dei “diplomifici”, ma anzi offrono percorsi formativi qualitativamente elevati in osservanza di tutto quanto, se non di più, stabilito dalla legge e dal MIUR. Forse, non tutti sanno, che le scuole paritarie hanno visite ispettive, le scuole statali NO, e nel caso di irregolarità si può perdere la parità. Inoltre, i docenti hanno un contratto diverso da quello statale con obblighi maggiori.

Ho letto ultimamente, con rammarico, ma forse anche con un pizzico di soddisfazione, che l’AGESC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) ha lanciato un appello alla ministra perché le scuole paritarie sono a rischio estinzione a causa della mancanza di docenti.

Il sottoscritto, da quando ha iniziato la lotta per il riconoscimento del servizio svolto nella scuola paritaria, ha contattato alcune associazioni AGIDAE – FIDAE – AGESC – SINASCA, con decine di e mail, elemosinando un aiuto, un impegno nelle sedi opportune per questa causa, in quanto prima o poi li avrebbe interessati direttamente perché gli insegnanti con la chiusura delle GAE e il non riconoscimento del servizio prestato nella paritaria come pre ruolo non avrebbero avuto interesse e motivazione ad accettare incarichi nelle scuole paritarie a parte la grande esperienza umana, professionale e, giustamente, per l’aspetto economico, perché ai fini della carriera, purtroppo, vale meno di zero. Non ho avuto nessuna risposta ne minima attenzione!!!

Probabilmente è giunto il momento che la ministra raccolga tutte le componenti e definisca una volta per tutte questa annosa questione portando a quasi compimento la parità scolastica introdotta dalla legge 62/200, che è stata parità scolastica solo negli obblighi e nei doveri ma MAI nei diritti!!!

*Ex docente Scuole secondarie di I grado paritarie

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