Gli alti e bassi dell’alternanza. I dati del rapporto della Rete degli Studenti

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Rimandata a settembre! Con questo titolo si apre il rapporto curato dalla Rete degli Studenti Medi con il supporto della Fondazione Di Vittorio e Cgil. Un’indagine che a partire da gennaio 2017 ha coinvolto circa 4.000 studenti delle classi IV superiori di tutta Italia, con almeno un anno di esperienza alternanza scuola-lavoro. Per quanto si tratti di un campione non rappresentativo della popolazione studentesca, l’indagine ha coinvolto una quota di istituti tecnici, professionali e di licei alquanto in linea, per tipologia di scuola, con la ripartizione nazionale per tipologia di scuola del Miur:

  • 17,6% di istituti professionali
  • 26,7% di istituti tecnici
  • 55,7% di licei

Il dato generale che emerge dall’indagine è l’assenza di una valutazione chiara e unanime dell’esperienza. I giudizi espressi dagli studenti intervistati sono piuttosto contrastanti:

  • da una parte, c’è quasi la metà degli studenti valuta positivo la propria esperienza di alternanza, in linea con il proprio percorso di studi, utile alla propria formazione e anche all’orientamento al lavoro
  • dall’altra, un terzo degli studenti esprime un giudizio molto negativo, valutando l’esperienza poco formativa e per nulla coerente il proprio background formativo maturato fino a quel momento.

Si tratta di due gruppi ben distinti, la cui composizione spiega in buona parte l’esito del giudizio Chi esprime un giudizio positivo fa parte degli istituti professionali (98,5%) e tecnici (93,1%). La percentuale di liceali che si sono dichiarati soddisfatti dell’esperienza di alternanza è decisamente bassa (9,3%).

L’alternanza positiva negli istituti tecnici e professionali

Questo gruppo di studenti, come dicevamo, dà una valutazione abbastanza alta in termini di coerenza, utilità e orientamento. Sono testimoni di un’esperienza percepita come realmente formativa soprattutto perché in linea con le proprie aspettative. Appartenendo per lo più al mondo dell’istruzione tecnica e professionale, si legge nel rapporto è possibile immaginare che in questo gruppo «(…) ci siano molti studenti di scuole con percorsi di alternanza attivi già prima della 107 o che comunque appartengono a scuole che sono riuscite a mettere in atto modelli funzionanti e così premiati dagli studenti, magari perché sono riuscite a sviluppare efficaci partenariati con le realtà più attive sui loro territori» (p. 7).

L’alternanza difettosa nei Licei

Speculare al primo gruppo sono invece le caratteristiche e le percezioni espresse dagli studenti compresi nel secondo, composto in netta prevalenza da liceali (90,7%) e in quote decisamente più contenute da studenti degli istituti tecnici (6,9%) e professionali (1,5%). La prospettiva da cui gli studenti valutano la propria esperienza di alternanza è molto più critica: non è chiara l’utilità e viene difficilmente percepita la coerenza con il proprio percorso di studi. La motivazione va probabilmente ricercata, come descritto nel rapporto, nell’approccio con cui i licei hanno affrontato la ricerca di esperienze di alternanza, non ancora percepita del tutto come un ponte importante per lo sviluppo e il consolidamento di competenze trasversali, «(…) mentre è ancora molto diffuso un modello di apprendimento tradizionale che tende a relegare l’alternanza ad attività marginali scarsamente calate all’interno delle attività didattiche curricolari» (p. 8).

La nostra pagina dedicata all’orientamento e all’alternanza

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