Ginnasio o Liceo?

Di Lalla
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di Andrea Del Ponte – Con quanta rapidità ci siamo convertiti alla silenziosa eutanasia del nobile e antico termine “ginnasio”! Eppure molti di noi in gioventù sono stati “ginnasiali” e per lunghi anni di carriera, fino all’anno scorso, hanno insegnato “al ginnasio”. Dovremmo avere tutti maturato un forte e profondo legame affettivo, prima ancora che culturale, con questa parola che, a partire dalla Legge Casati (1859), ha sempre designato in Italia il biennio della scuola superiore a indirizzo classico (come noto, nel 1940 la legge Bottai istituì poi la scuola media unica, rinominando le prime tre classi ginnasiali: ma sono sopravvissute fino al 2010 le anacronistiche definizioni di IV e V ginnasio).

di Andrea Del Ponte – Con quanta rapidità ci siamo convertiti alla silenziosa eutanasia del nobile e antico termine “ginnasio”! Eppure molti di noi in gioventù sono stati “ginnasiali” e per lunghi anni di carriera, fino all’anno scorso, hanno insegnato “al ginnasio”. Dovremmo avere tutti maturato un forte e profondo legame affettivo, prima ancora che culturale, con questa parola che, a partire dalla Legge Casati (1859), ha sempre designato in Italia il biennio della scuola superiore a indirizzo classico (come noto, nel 1940 la legge Bottai istituì poi la scuola media unica, rinominando le prime tre classi ginnasiali: ma sono sopravvissute fino al 2010 le anacronistiche definizioni di IV e V ginnasio).

Alle soglie dell’unità d’Italia Casati aveva voluto infatti dotare il Paese di un sistema scolastico che potesse aspirare alla grandezza di quello tedesco, che da secoli vantava un Gymnasium in cui si studiava il greco e che aveva forgiato generazioni di uomini colti e preparati. Tuttora in Austria e in Germania il Gymnasium è una realtà vivissima che offre ai ragazzi dagli 11 ai 18 anni la miglior preparazione possibile, orientata al proseguimento degli studi a livello accademico.

Lasciare per strada il termine “ginnasio”, come se fosse un’appendice vecchia e inutile, è un errore. Non si tratta certo di una questione puramente nominalistica, quasi si trattasse di un pennacchio superfluo. La potenza evocativa che emana è antichissima e intensa. Il gymnasion era uno dei grandi simboli della civiltà greca: un crocevia di esperienze in cui l’attività fisica dei giovani s’intrecciava al dialogo con gli adulti su tutte le discipline più formative, in preparazione alla vita da cittadini. Similmente, il “ginnasio” modernamente inteso è una palestra educativa e conoscitiva in cui con fatica di esercizio, impegno mnemonico, attenzione e costanza, il “ginnasiale” si prepara a spiccare il volo intellettuale, nel Liceo che lo attende, a diretto contatto con gli autori e con il pensiero umanistico e scientifico. E “classico” è il Liceo in quanto sa trasmettere valori esemplari, paradigmatici, perennemente validi, “classici” appunto.

Si dirà: ma i tempi cambiano, è giunta l’ora di mettere in soffitta certe anticaglie, di guardar oltre. Anzi, proprio il Governo, con la riforma Gelmini, ha rivisto e aggiornato i vecchi licei, istituendone sei – diversi ovviamente nel nome e nei contenuti – ma tutti uguali quanto alla durata: quinquennali, dal primo al quinto liceo. E quindi, anche nel Classico, si entra in prima e si esce in quinta.

Invece no: il D.P.R. n. 89 del 15 marzo 2010, a firma Napolitano, decreta che il primo biennio “mantiene la denominazione di ginnasio”. Lo puoi leggere in allegato. Per fortuna, la legge difende il liceo classico, almeno formalmente, dall’omologazione agli altri licei, sottolineandone l’innegabile peculiarità di carattere storico, culturale, formativo.

Alcuni Licei classici italiani hanno frettolosamente liquidato la denominazione di “Ginnasio”, altri – per buona sorte la maggioranza – continuano invece a fregiarsene. Credo che dobbiamo a tutti i nostri studenti che hanno scelto la difficile strada degli studi umanistici l’onore di poter continuare a dirsi “ginnasiali” (di prima e seconda) e “liceali” (di prima, seconda e terza). Tu cosa pensi?

D.P.R. n. 89 del 15 marzo 2010Regolamento recante revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei liceia norma dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 (G. U. del 15-6-2010, Suppl. Ordinario n. 128)

…omissis…

Art. 5 – Liceo classico
1. Il percorso del liceo classico è indirizzato allo studio della civiltà classica e della cultura umanistica. Favorisce una formazione letteraria, storica e filosofica idonea a comprenderne il ruolo nello sviluppo della civiltà e della tradizione occidentali e nel mondo contemporaneo sotto un profilo simbolico, antropologico e di confronto di valori. Favorisce l’acquisizione dei metodi propri degli studi classici e umanistici, all’interno di un quadro culturale che, riservando attenzione anche alle scienze matematiche, fisiche e naturali, consente di cogliere le intersezioni tra i saperi e di elaborare una visione critica della realtà. Guida lo studente ad approfondire ed a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie.
2. L’orario annuale delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti è di 891 ore nel primo biennio, che mantiene la denominazione di ginnasio, corrispondenti a 27 ore medie settimanali, e di 1023 ore nel secondo biennio e nel quinto anno, corrispondenti a 31 ore medie settimanali.

Versione originale:

http://atuttascuoladuepuntozero.blogspot.com/2011/04/ginnasio-o-liceo-di-andrea-del-ponte.html

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