Gallo (M5S): vero collante UE non l’economia ma la cultura

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Il Presidente della VII Commissione Cultura della Camera, On. Luigi Gallo (M5S) è intervenuto presso il Parlamento europeo sull’anno della Cultura.

L’Onorevole ha evidenziato, come leggiamo nel post pubblicato su FB, che, nel perioso 2008-2010, le imprese culturali hanno incrementato le assunzioni, mentre le stesse diminuivano in tutti gli altri settori.

Il post

Questo è l’intervento che ho fatto pochi minuti fa nel Parlamento europeo sull’anno della Cultura in una seduta con i presidenti di commissione cultura di tutti gli stati membri dell’Europa.

LA CULTURA VA CONTROCORRENTE, DURANTE LA CRISI ECONOMICA LE IMPRESE CULTURALI E CREATIVE SONO STATE PIÙ RESILIENTI E RESISTENTI ALLA GENERALIZZATA CADUTA DI INVESTIMENTI E POSTI DI LAVORO.

Nel periodo 2008- 2010, mentre la crescita economica Ue si fermava a una media dell’1%, il numero di posti di lavoro culturali è aumentato con una media annua del 0,7%, che sembrerebbe una crescita modesta se non fosse che il livello totale dell’occupazione nel medesimo periodo ha registrato un tasso di crescita medio negativo pari al -1,4%. In altri termini il settore culturale ha dimostrato maggiore capacità di opporsi alla crisi rispetto ad altri, aumentando i livelli di occupazione sia in termini assoluti che relativi (% sul totale degli occupati), mentre l’occupazione totale subiva un sensibile arretramento. (Fonte: Eurostat)

DUNQUE
Vero collante dell’Europa, più dell’economia e dell’Euro, è la cultura. Quel patrimonio frutto di secoli di scambi, viaggi e vicinanza, che costringe ogni momento a pensare al nostro passato comune e dunque anche al futuro. E’ UNA CONTRADDIZIONE CHE UNA COMUNITÀ DI STATI CHE SI SONO DOTATI DI UNA POLITICA ECONOMICA COMUNE MA NON DI UN MODELLO CULTURALE CONDIVISO, e che la priorità della UE siano i vincoli di bilancio e non una visione per investire nel patrimonio comune. L’Europa deve essere incarnata dalla cultura, l’elemento più importante dello stare insieme

L’UE DOVREBBE INIZIARE AD AFFRONTARE LA SFIDA DELLA CULTURA EUROPEA COME UNA VERA EMERGENZA, A PARTIRE PROPRIO DALLE ISTITUZIONI EDUCATIVE.

L’EUROPA, QUINDI DEVE BASARSI SULLA CULTURA E SULL’EDUCAZIONE, SVINCOLANDOSI DA BILANCI. IN QUESTO AMBITO NON DOVREBBE PREOCCUPARE LO SFORAMENTO.

SI DEVE INVESTIRE STRUTTURALMENTE IN CULTURA E ISTRUZIONE NON È POSSIBILE RELEGARE QUESTO COMPARTO A LIMITARE MISURE O PROGETTI.

NON SI PUÒ RAGIONARE SUGLI STATI PRESI SINGOLARMENTE, L’EUROPA DEVE INVESTIRE SU UN PROGETTO COMUNE E DEVE AIUTARE GLI STATI CHE SONO DA UN PUNTO DI VISTA STRUTTURALE PIÙ CARENTI IN TAL SENSO.

Questa visione si deva affermare con forza proprio oggi, NEL 2018 CHE È L’ANNO EUROPEO DEL PATRIMONIO CULTURALE. La cultura europea è ricchissima proprio perché è figlia di grandi diversità ma anche di una storia condivisa.

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